Cosa cambia con l'introduzione del Testo unico sull'imposta di registro
La riforma riguarda gli atti giuridici, come le vendite e gli affitti degli immobili e le successioni. Per la prima volta viene introdotta la possibilità per il contribuente di procedere in autonomia al calcolo e al versamento dell’imposta, grazie a un meccanismo di autoliquidazione

Lunedì 26 maggio 2025, in una seduta lampo, il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, un decreto legislativo che introduce il nuovo Testo Unico sull’imposta di registro e su altri tributi indiretti.
Si tratta di un provvedimento che rientra nel più ampio progetto di riforma fiscale previsto dalla Delega, il cui termine di attuazione è stato prorogato al 31 dicembre 2025.
Testo unico sull'imposta di registro, cosa cambia
Il testo approvato è uno dei nove decreti messi in consultazione a marzo 2024 e si propone di razionalizzare, riordinare e semplificare l’intero impianto normativo relativo all’imposta di registro, ma anche ad altri tributi indiretti.
Pur non cambiando nella sostanza i contesti in cui l’imposta di registro si applica – come le compravendite immobiliari, le locazioni, le successioni e i documenti pubblici ufficiali – la novità più rilevante introdotta riguarda le modalità di pagamento.
Per la prima volta, infatti, viene introdotta la possibilità per il contribuente di procedere in autonomia al calcolo e al versamento dell’imposta, grazie a un meccanismo di autoliquidazione.
Le tasse a cui si applica il Testo
Una svolta importante che mira a ridurre la burocrazia, a velocizzare le operazioni e a responsabilizzare direttamente i cittadini nei confronti degli obblighi fiscali.
Il nuovo Testo Unico non si limita alla sola imposta di registro, ma si estende anche ad altri tasse indirette come l’imposta ipotecaria e catastale, l’imposta sulle successioni e donazioni, l’imposta di bollo – compresa quella relativa alle attività finanziarie oggetto di emersione – e le imposte sul valore delle attività estere.
Sono inclusi anche i regimi agevolativi e le imposte sostitutive collegate a queste materie, fatta eccezione per l’IVA. L’obiettivo è quello di accorpare norme oggi contenute in una moltitudine di provvedimenti spesso datati o superati.
Invariato l'impianto fiscale
Il corpus normativo unico garantirà più chiarezza e sarà facilmente consultabile. Il testo si basa su un’attenta ricognizione delle normative esistenti e tiene conto delle modifiche legislative intervenute negli anni.
Per il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, si tratta di un passaggio fondamentale nel percorso di razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario.

Rimane invariato, almeno per ora, l’impianto fiscale vero e proprio: nessuna modifica agli importi da versare, né alle agevolazioni, come quelle previste per l’acquisto della prima casa. Il Testo Unico non introduce nuovi oneri, ma mira piuttosto a rendere l’intero sistema più lineare e accessibile.