Copernicus: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa. Tra piogge record e caldo estremo
Il Vecchio Continente si trova in prima linea nella crisi climatica, con eventi sempre più estremi che mettono a rischio vite, economie e infrastrutture

Nel 2024, l’Europa occidentale ha vissuto uno degli anni più piovosi degli ultimi settantacinque. Ma non è tutto: quasi un terzo dei fiumi europei ha superato il livello di allerta per le inondazioni, con conseguenze drammatiche. Oltre 413mila persone sono state colpite da tempeste e allagamenti, e almeno 335 vite umane sono andate perdute. Ma è stato anche l'anno più caldo mai registrato.
Copernicus: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa
A fotografare questa situazione è il rapporto sullo Stato del Clima in Europa 2024 (European State of the Climate – ESOTC), pubblicato dal Copernicus Climate Change Service (C3S) in collaborazione con l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). I dati parlano chiaro: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa, con picchi termici impressionanti nell’Europa centrale, orientale e sud-orientale. E, in un beffardo contrappunto meteorologico, si sono verificate anche le inondazioni più diffuse dal 2013.
Est contro Ovest: il continente diviso dal clima
Il rapporto evidenzia anche un contrasto climatico netto tra le due metà del continente: a Est, temperature altissime e siccità estrema; a Ovest, un mix insidioso di caldo e piogge torrenziali. Questi estremi opposti stanno diventando sempre più frequenti, segnando una nuova normalità fatta di eventi meteo imprevedibili e distruttivi.

Gli impatti non si fermano alle persone: i danni economici causati da alluvioni e tempeste nel 2024 sono stimati in almeno 18 miliardi di euro. E i dati, purtroppo, non lasciano spazio all’ottimismo.
Marzo 2025: un altro record (negativo)
Come se il 2024 non fosse stato abbastanza allarmante, marzo 2025 ha alzato ulteriormente l’asticella. Secondo Copernicus, si è trattato del marzo più caldo mai registrato in Europa, con una temperatura media di 6,03 °C, ben 2,41 °C sopra la media 1991–2020. L’anomalia è stata particolarmente forte nell’Europa orientale e nella Russia sud-occidentale.
This data visualisation, based on C3S data for March 2025, shows the total precipitation anomaly in Europe for the month.
It highlights that most of southwestern Europe was affected by above average levels of precipitation, particularly over the Iberian Peninsula. pic.twitter.com/fKDjGUEYJp
— Copernicus EU (@CopernicusEU) April 9, 2025
A livello globale, il mese si è classificato come il secondo marzo più caldo di sempre, con una media di 14,06 °C, ovvero 1,6 °C sopra i livelli preindustriali (1850–1900). È stato anche il 20° mese su 21 in cui la temperatura media globale ha superato la soglia critica di 1,5 °C rispetto al passato. Marzo 2025 ha segnato anche nuovi minimi storici per il ghiaccio marino artico, che ha raggiunto la sua minor estensione mai osservata in questo periodo dell’anno nei 47 anni di monitoraggi satellitari. È il quarto mese consecutivo con un record negativo in termini di estensione dei ghiacci.
Il commento degli esperti
Samantha Burgess, esperta di clima presso l’ECMWF, ha riassunto con lucidità la gravità della situazione:
“Marzo 2025 è stato il più caldo mai registrato in Europa. Abbiamo visto estremi sia nella temperatura che nelle precipitazioni. Alcune aree hanno avuto il marzo più secco degli ultimi decenni, altre il più piovoso degli ultimi 47 anni.”
Il quadro tracciato dal rapporto è chiaro e preoccupante. L’Europa si trova in prima linea nella crisi climatica, con eventi sempre più estremi che mettono a rischio vite, economie e infrastrutture. Il riscaldamento globale non è più una minaccia futura, ma una realtà presente, tangibile e misurabile.