Conclave: come funziona, ma soprattutto chi sono i "favoriti"
138 elettori da 65 Paesi, 110 sono stati nominati da Bergoglio

Con la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta per ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile, la Chiesa cattolica si prepara ad affrontare un momento storico: l’elezione del nuovo Pontefice. Sarà un Conclave inedito, globale e profondamente trasformato dalla visione di Francesco, che ha nominato la maggioranza degli attuali cardinali elettori. Per la prima volta, le periferie del mondo cattolico saranno protagoniste, con un’assemblea meno eurocentrica che mai.
La sede vacante e il rituale funebre
Dopo la morte del Papa, dichiarata ufficialmente dal suo medico personale e annunciata dal Camerlengo, cardinale Kevin Farrell, è iniziata la sede vacante.
Il Camerlengo ha svolto il rito della constatazione della morte e la deposizione della salma nella bara, secondo quanto previsto dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. In seguito, si è proceduto alla distruzione dell’Anello del Pescatore, simbolo del potere pontificio, in presenza dei cardinali.

I funerali del Papa si tengono in Piazza San Pietro, presieduti dal Decano del Collegio cardinalizio, e sono seguiti da nove giorni consecutivi di Messe di suffragio, i cosiddetti novendiali.
Francesco aveva espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo a lui caro per la devozione alla Salus Populi Romani.
Quando e come si svolgerà il Conclave
Il Conclave inizia tra i 15 e 20 giorni dopo la morte del Pontefice, la data scelta è quella di mercoledì 7 maggio 2025, ma il motu proprio di Benedetto XVI del 2013 consente di anticiparlo se tutti i cardinali elettori sono presenti a Roma. Questi, che devono avere meno di 80 anni, risiederanno presso la Domus Sanctae Marthae.
Il processo elettorale inizia con la Messa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si ritirano nella Cappella Sistina, dove dopo il giuramento di segretezza viene pronunciata la formula "Extra omnes", che sancisce l’inizio del Conclave.

La votazione si svolge in tre fasi: antescrutinium (preparazione e consegna delle schede), scrutinium (voto vero e proprio) e post-scrutinium (conteggio e combustione delle schede). Per eleggere il nuovo Papa servono i due terzi dei voti. Dal 34° scrutinio (o 35° se si è votato anche il primo giorno), si passa al ballottaggio tra i due più votati, che però non possono più votare.
Due volte al giorno, dopo ogni coppia di scrutini, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica che l’elezione non è ancora avvenuta, mentre la fumata bianca annuncia al mondo che c’è un nuovo Pontefice. A quel punto, il cardinale protodiacono proclama l’Habemus Papam dalla loggia della Basilica di San Pietro. Il Papa appena eletto, dopo essersi vestito con i paramenti nella "Stanza delle Lacrime", si presenta ai fedeli per la benedizione Urbi et Orbi.
I papabili: chi sono i favoriti?
Nel panorama attuale, si delineano diversi candidati con profili molto diversi, rappresentativi delle diverse anime e latitudini della Chiesa cattolica.
-
Pietro Parolin (Italia) – Segretario di Stato vaticano dal 2013, nominato proprio dallo stesso Papa Francesco, è visto come un candidato di continuità. Esperto diplomatico, è considerato un equilibratore tra le varie correnti ecclesiali. Stando alle prime indiscrezioni, sarebbe Parolin il candidato principale a succedere a Papa Francesco.
Come raccontato da PrimaVicenza, Parolin oggi 70enne, è nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon, piccolo Comune vicentino di poco più di 2.500 abitanti. È figlio di un ferramenta, Luigi Parolin, e di una maestra elementare, Ada Miotti, e ha una sorella, sempre insegnante, e un fratello magistrato. Il Cardinale Parolin è entrato in seminario vescovile di Vicenza nel 1969 all'età di 14 anni, ricevendo l'ordinazione sacerdotale il 27 aprile 1980 per imposizione delle mani di Arnoldo Onisto, vescovo di Vicenza. Nel 1983 è entrato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, mentre il 1º luglio 1986 ha conseguito la laurea in diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana con una tesi sul Sinodo dei vescovi.
Pietro Parolin Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, ha prestato la propria opera presso le nunziature di Nigeria, dal 1986 al 1989, e Messico, dal 1989 al 1992. Conclusasi felicemente la missione, è tornato a Roma presso la seconda sezione della Segreteria di Stato. Il 30 novembre 2002 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato, 47enne, sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, dove ha collaborato prima con il cardinale Angelo Sodano e poi con Tarcisio Bertone, occupandosi in particolare delle relazioni tra la Santa Sede e i Paesi asiatici, su tutti Vietnam e Cina.
Il 31 agosto 2013 papa Francesco lo ha nominato, 58enne, segretario di Stato vaticano; è succeduto al cardinale Tarcisio Bertone, dimissionario per raggiunti limiti d'età. Al momento della nomina era il più giovane segretario di Stato dai tempi di Eugenio Pacelli, che assunse la carica nel 1930 a un mese dal compimento dei 54 anni, nonché il secondo di origini venete dopo il cardinale Giambattista Rubini, in carica dal 1689 al 1691. Il 12 gennaio 2014, durante l'Angelus, papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 22 febbraio seguente. Il 26 giugno 2018 lo stesso papa Francesco, lo ha elevato all'ordine dei cardinali vescovi.
-
Matteo Maria Zuppi (Italia) – Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, è noto per la sua vicinanza ai poveri, la sensibilità sociale e lo spirito di dialogo. Figura molto vicina alla visione pastorale di Francesco.

-
Pierbattista Pizzaballa (Italia) – Patriarca latino di Gerusalemme, francescano, con grande esperienza nel dialogo interreligioso, potrebbe rappresentare un ponte tra Oriente e Occidente.

-
Luis Antonio Tagle (Filippine) – Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, è un volto carismatico dell’Asia cattolica, spesso accostato a Bergoglio per stile e spiritualità.

-
Jean-Marc Aveline (Francia) – Arcivescovo di Marsiglia, profondo conoscitore del dialogo con l’Islam, potrebbe rappresentare una Chiesa europea attenta alle sfide migratorie e culturali.

-
José Tolentino de Mendonça (Portogallo) – Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, è un poeta e teologo con una forte vocazione al dialogo e all’innovazione pastorale.

- Robert Sarah, 79 anni, originario della Guinea, a capo dell'ufficio liturgico del Vaticano in pensione, era da tempo considerato la migliore speranza per un papa africano.

-
Christoph Schönborn, 80 anni, arcivescovo di Vienna, in Austria, era uno studente di Benedetto, e quindi sulla carta sembra avere le capacità accademiche dottrinarie per attrarre i conservatori.

-
Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago, potrebbe rappresentare una novità visto che l'idea diun papa americano è stata a lungo un tabù, dato il potere geopolitico già esercitato dagli Stati Uniti.

- Marc Ouellet, 80 anni, canadese, ha guidato l'influente ufficio vescovile del Vaticano per oltre un decennio, supervisionando il fondamentale punto di incontro tra i potenziali candidati alla guida delle diocesi di tutto il mondo.

- Peter Turkson, ghanese, già prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Turkson ha posto grande enfasi su temi sociali come il cambiamento climatico e la giustizia economica. Resta fedele alla dottrina su matrimonio e sacerdozio, ma ha mostrato apertura su temi LGBTQ+ e condannato leggi omofobe in Africa.

- Lazzaro You Heung-sik, sud coreano, la divisione della sua terra lo ha spinto verso la ricerca della pace e della riconciliazione, rendendolo figura chiave nel Comitato per la pace della Conferenza episcopale coreana. È stato tra i pochi a recarsi ben quattro volte in Corea del Nord, con nel cuore la speranza cristiana della riunificazione e della fratellanza tra i popoli. Il suo profilo è cresciuto progressivamente grazie alla stima di tre papi: Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliario di Daejeon nel 2003, Benedetto XVI lo chiamò in Vaticano nel 2007 come membro del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, e Papa Francesco lo ha creato cardinale nel 2022, affidandogli un incarico delicatissimo: Prefetto del Dicastero per il Clero, uno dei ruoli più strategici nella Curia romana.

- Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa e presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), Ambongo è noto per il suo impegno nella giustizia sociale e nella lotta contro la corruzione. La sua elezione rappresenterebbe un segnale significativo per la Chiesa africana.

- Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli, Battaglia è conosciuto per il suo impegno sociale. Da sempre vicino ai poveri, lotta anche contro le dipendenze e l’emarginazione.

- Péter Erdő, Primate d'Ungheria e canonista di fama internazionale, Erdő è considerato un candidato di equilibrio, capace di dialogare con diverse posizioni all'interno della Chiesa.

- Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, Grech ha svolto un ruolo chiave nell'organizzazione del sinodo 2021-2024, promuovendo una maggiore partecipazione e sinodalità nella Chiesa.

- Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma dal 1998, Arborelius piaceva molto a Bergoglio per il coraggio di dire sempre la sua opinione come quando nel 2005 firmò il manifesto per facilitare l'ottenimento del permesso di soggiorno per i rifugiati. Conservatore, si batte anche per cause moderne come l'ecologie.

- Joseph William Tobin, Arcivescovo di Newark nel New Jersey, è uno dei cardinali americani progressisti. Vicino alla comunità Lgbtq+, sensibile sui migranti, sostiene che le donne dovrebbero essere in grado di predicare durante la Messa.

Molti degli esiti del Conclave dipenderanno anche dai cosiddetti grandi elettori, cardinali influenti che, pur non essendo candidati diretti, possono orientare le scelte del Collegio.
-
Tra i conservatori: Timothy Dolan (New York), Gerhard Müller (Germania), Kurt Koch (Svizzera), e Marc Ouellet (Canada).
-
Tra i progressisti: Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo) e Michael Czerny (Canada), entrambi molto vicini alla visione di papa Francesco.
Sarà un Conclave figlio del pontificato di Francesco: più globale, meno eurocentrico, con un respiro universale che riflette la visione tanto cara al Papa defunto. Per la Chiesa cattolica, è il momento di scegliere chi raccoglierà il testimone di un pontificato che ha segnato profondamente il XXI secolo. Ma come sempre accade in Conclave… lo Spirito soffia dove vuole.
Difficilissimo succedere a Francesco. Spero prevalga il buonsenso e scelgano un suo estimatore, ma ne dubito. Si è visto nel passato che, dopo un Papa "progressista", si è sempre scelto un Papa "conservatore".