CARO ENERGIA

Come risparmiare in cucina: fornello a gas, forno, pentole e microonde

Come usare le padelle, la potenza della fiamma, gli errori più frequenti e i trucchi più smart. E poi la risposta alla domanda più importante, ovvero se metterci tutto l'impegno possibile serve davvero a fare economia

Come risparmiare in cucina: fornello a gas, forno, pentole e microonde
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Coi tempi che corrono, un po’ d’economia non fa mai male. Anche in cucina è possibile risparmiare: vi diamo alcuni consigli utili per cercare di tenere a freno le bollette del gas e della corrente elettrica.

Come risparmiare in cucina: il fornello a gas

Partiamo da pentole e padelle varie.

Intanto una prima buona norma è utilizzare gli appositi coperchi delle padelle (appoggiarne sopra alla bell’e meglio un altro a caso non basta): eviterete così la dispersione del calore.

Ma soprattutto, mettete a cuocere le pentole su un fornello proporzionato alla loro dimensione. E’ un punto importante, perché I fornelli vanno utilizzati sulla base della dimensione delle pentole, altrimenti si spreca gas inutilmente: una pentola piccola su un fornello grande si traduce in un’enorme e inutile dispersione di gas, una pentola grande su un fornello piccolo avrà bisogno di molto tempo per completare la cottura.

E veniamo alla cottura, che poi è il vero “problema”.

Intanto si può spegnere il gas anche prima che la cottura sia ultimata. I residui di calore accumulato bastano e avanzano per terminare la cottura.

In questa logica si inserisce anche la cosiddetta “cottura passiva” per la pasta, la quale ha il vantaggio di non dover essere “cotta” in realtà, ma solo reidratata: dopo 3 minuti di cottura in ebollizione si può spegnere il gas e lasciare la pasta nella pentola col coperchio fino a che sia cotta al dente.

ps. Due avvertenze per la pasta:

  • Non esagerate con l’acqua da far bollire: nella pentola versate solo quella che davvero serve (a ogni 100 grammi di pasta dovrebbe corrispondere 1 litro di acqua).
  • Aggiungete il sale solo dopo che l’acqua bolle, perché l’aggiunta di sale aumenta il punto di ebollizione dell’acqua (per via dell'innalzamento ebulliscopico).

Ma sull’intensità della fiamma occorre fare un ragionamento: posto che cuocere per pochi minuti a tutta fiamma e cuocere per più tempo con una fiamma più bassa sono azioni che almeno in teoria si equivalgono, la verità è che spesso accendiamo il gas a tutta potenza per far prima quando in realtà tutta quella fiamma non servirebbe (e in genere la fiamma bassa migliora anche la qualità della cottura).

Insomma, il consumo del gas per cucinare dipende molto da eventuali errori che facciamo: se mettiamo una pentola piccola su un fuoco troppo grande e magari con una fiamma alta, rischiamo solo di raddoppiare il consumo.

Attenzione anche al fatto che, se riesci a vedere le lingue di fuoco che risalgono sui lati della padella, la fiamma è troppo alta. Abbassa il gas, o trasferisci la pentola su un fornello più piccolo, oppure ancora usa una padella più larga in modo che tutta (e solo) la superficie riscaldante rimanga in contatto con le fiamme.

Tutto corretto e utile quanto detto fin qui. Ma la vera domanda è: quanto incide davvero un comportamento “virtuoso”? si può davvero risparmiare significativamente?

Facciamo un esempio. E’ stato stimato che per cucinare un piatto di pasta servono 0.02 metri cubi di gas, tra condimento e acqua in ebollizione. Se mangiassimo pasta tutti i giorni dell’anno alla fine consumeremmo 7.3 metri cubi di gas in un anno. Se la spesa per metro cubo di gas (tasse incluse) è di circa 1 €/mc, allora la spesa annua per cucinare la pasta una volta al giorno sarà di 7.3 euro.

Insomma, anche facendo tutti gli errori possibili e raddoppiando la spesa, stiamo parlando comunque di un costo che, spalmato sui dodici mesi, è senz’altro non così impattante (soprattutto se rapportato invece alle spese annue per il gas da riscaldamento).

Ma a questo punto facciamo anche un ultimo ragionamento. Se è vero che al singolo risparmiare 7, 10 anche 20 euro in un anno non cambia la vita… provate invece a pensare in una logica di sistema: se per esempio usassimo tutti la cottura passiva della pasta, se lo facessimo tutti a livello nazionale, in un anno risparmieremmo milioni e milioni di metri cubi di gas (senza rinunciare a nulla, con una pasta cotta comunque perfettamente).

Ad ogni modo, altri “trucchi” per risparmiare sono:

Scegliere pentole e padelle in alluminio che hanno una conducibilità termica 14 volte più efficiente rispetto all’acciaio.

Usare la pentola a pressione fa risparmiare e consente di ridurre i consumi di energia, perché si riducono i tempi di cottura e possiamo contenere la temperatura di cottura stando a fiamma bassa.

Allo stesso modo, anche la cottura a vapore non va sottovalutata, per chi la sa padroneggiare, in quanto consente di risparmiare preparando contemporaneamente più piatti, utilizzando un unico fornello.

Abbandonando infine il gas, i piani cottura a induzione hanno sicuramente una maggiore efficienza energetica (il risparmio arriva al 90%). Sono tra l’altro più rapidi (più del 50% del tempo in meno rispetto a cucine a gas).

Piano di cottura a induzione

Come risparmiare in cucina: il forno

E veniamo anche al forno, perché ottimizzarne l’utilizzo può non essere secondario.

Posto che ormai quasi nessuno usa più il forno domestico a gas come una volta, il nodo sta nel fatto che quando si accende e si riscalda, il forno consuma una quantità importante di energia elettrica.

Ergo, usarlo per una sola infornata è meno funzionale: cuocere in contemporanea più portate senza senza mai spegnerlo può aiutare a massimizzare i costi.

Altro “trucco” è la funzione “ventilazione”, che riduce i tempi di cottura e consente di risparmiare circa un terzo dell’energia rispetto all’utilizzo del forno statico.

Infine (un po’ come per la “cottura passiva”), spegnere il forno 15 minuti prima del termine della cottura consente di risparmiare senza pregiudicare la qualità della preparazione: in quel tempo il forno si manterrà a una temperatura comunque sufficiente.

Il forno elettrico

Come risparmiare in cucina: il microonde

Infine il microonde, il sottovalutato microonde, che in molti ancora considerano alla stregua di un riscaldavivande (in genere già cotte), mentre invece cuoce, eccome, se lo si utilizza al meglio.

Il forno a microonde

Senza impelagarci in un corso di cucina, in questa sede ci preme evidenziare che rispetto al fornello a gas consuma molto meno.

E’ un calcolo non immediato, comunque, semplificando, per rendere l’idea: per lessare ad esempio una porzione di fagiolini con una pentola sul gas per dieci minuti, potremmo consumare all’incirca 0,06 metri cubi di gas e quindi spendere 0,06 euro. Con un microonde a 800 watt invece ci metteremmo solo 2 minuti, ma soprattutto spendendo 0.007 euro circa. Insomma la differenza corrisponde a un decimo del costo finale, non poco.

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