Inevitabile la rabbia degli automobilisti

Proteste boomerang addio: "daspo" per gli ambientalisti sul grande raccordo anulare, non potranno tornare a Roma

Seduti sul manto stradale, hanno bloccato completamente il traffico della Capitale.

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Per quanto una causa sia intelligente e virtuosa, certe modalità di manifestazione possono generare effetti opposti, arrivando a rendere fastidioso persino un principio generale impossibile, a logica, da non condividere. Ne è un esempio quanto accaduto ieri, lunedì 17 ottobre 2022, lungo il grande raccordo anulare di Roma dove alcuni ambientalisti hanno bloccato il traffico per ore per dire stop all'uso di gas e carbone.

AGGIORNAMENTO 22 OTTOBRE: il questore di Roma ha emesso 11 fogli di via obbligatori nei confronti di altrettanti ambientalisti che nei giorni scorsi hanno inscenato, senza darne avviso, dei blocchi stradali.

La prima conseguenza è stata la rabbia degli automobilisti che, per colpa del muro umano che bloccava la carreggiata, non hanno potuto proseguire per raggiungere i propri posti di lavoro. Insomma chi c'era, se anche prima aveva un animo ambientalista, quando è ripartito lo aveva perso per strada.

Ma i temi affrontati dagli ambientalisti sono passati largamente in secondo piano anche nei commenti sui social network laddove la notizia è stata ripresa: se il discorso era accendere i riflettori su una problematica per sensibilizzare le coscienze, l'evento ha scatenato reazione opposta e contraria.

Ambientalisti bloccano il traffico sul grande raccordo anulare

Attimi di grande tensione ieri, lunedì 17 ottobre 2022, sul grande raccordo anulare di Roma. Il motivo dell'agitazione ha riguardato l'ennesima manifestazione, a distanza di una settimana, di alcuni attivisti di Ultima Generazione che hanno bloccato il traffico sull'A90 che circonda la Capitale per dire basta all'uso di gas e carbone.

Gli attivisti, infatti, hanno invaso le corsie del raccordo all'altezza del km 10 (uscita centrale del Latte), sedendosi sul manto stradale, con gli striscioni “No gas” e “No carbone” e chiedono al Governo di di interrompere la riapertura delle centrali a carbone dismesse e di cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale, incrementando energia solare ed eolica di almeno 20GW per creare migliaia di nuovi posti di lavoro nelle rinnovabili, con conversione degli operai dell'industria fossile.

In pochissimi secondi, ovviamente, si è scatenata la rabbia di tutti gli automobilisti che se li sono ritrovati davanti, infuriati per aver paralizzato il traffico e per non consentire loro di raggiungere i propri luoghi di lavoro. La Rete, a riguardo, offre diverse testimonianze della collera degli automobilisti contro gli ambientalisti di Ultima Generazione, qui di seguito vi offriamo uno dei tanti filmati presenti sul Web.

(Video dalla pagina Instagram Welcome to Favelas)

Poco dopo è intervenuta la polizia per sgomberare i manifestanti e ripristinare il traffico. Molti di loro sono stati trascinati via con la forza, tra urla e proteste.

Come rendere odiosa una giusta causa

Dal canto loro, gli attivisti di Ultima Generazione, una campagna italiana di disobbedienza civile nonviolenta, sanno che se non si pone un limite e non si agisce sulla direzione in cui sta andando il mondo, presto quest'ultimo non potrà più reggere le conseguenze dell'inquinamento e del surriscaldamento globale. Per questo motivo credono che per ottenere la giusta attenzione devono realizzare qualcosa di estremamente impattante, come ad esempio bloccare il traffico di Roma.

"Così diventa una guerra tra poveri, le persone si arrabbiano e se la prendono con voi, non è giusto".

Questa è una delle tante affermazioni che si rincorrono nei video pubblicati in Rete riguardo l'azione degli ambientalisti sul grande raccordo anulare. E i commenti social sono ancor meno soft. Un'analisi lucida che fa capire quanto determinate modalità di manifestazione, a prescindere dalla bontà della causa, possano finire per produrre effetti contrari.

Le reazioni sui social media

Svariate le polemiche sui social media riguardo l'ultima manifestazione ambientalista che ha bloccato il grande raccordo anulare.

"Mi vergogno di questo tipo di manifestazione inutile e dannosa per chi deve lavorare" è stato il commento-vip di Naike Rivelli, ma fra un "Meno male che li hanno fermati" e un "Non hanno un c da fare", anche un "Ieri hanno bloccato un MEDICO CHE STAVA ANDANDO ALL’OSPEDALE. Siete incommentabili".

E ancora il leader di Azione, Carlo Calenda, che su Facebook ha scritto:

In tanti hanno poi posto l'attenzione sulle errate modalità di protesta nonostante una nobile causa, da parte degli attivisti di Ultima Generazione:

"Protesta che non porta a soluzioni ma genera problemi. Non porta più attenzione ai problemi di chi protesta che non avversione verso loro".

"Una protesta che arreca danni ad altri può essere considerata pacifica? Per me no".

"Ma la gente comune che colpe ha, per essere coinvolte a questi livelli? Chi crea certe situazioni non è molto intelligente".

"Bloccano lavoratori che ogni giorno si devono ingoiare ore di traffico in una città impazzita. Si devono vergognare".

Di seguito, invece, il commento che, con estrema lucidità, riassume come si può rendere odiosa una giusta causa.

"L'efficacia di una protesta non si misura dalla sua capacità di 'fare casino', di attrarre l'attenzione dei media, di creare problemi generalizzati, di diffondere un messaggio 'colpendo' chi del messaggio dovrebbe essere il destinatario, esasperando delle criticità quotidiane (come quella del GRA) che rendono la vita già abbastanza complicata. L'efficacia di una protesta si misura in "quante persone", che prima non lo erano, riesci a ... portare dalla tua parte, a rendere consapevoli, a partecipare e quindi ad agire. I lavoratori, i cittadini, i romani del GRA non possono essere il bersaglio e le vittime di una protesta perché di quella protesta diventeranno nemici ed oppositori, invece che simpatizzanti e sostenitori. O lo capisci ... oppure sei strategicamente assai stupido".

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