Guida alla pensione

Come andare in pensione in anticipo oggi: da quota 103 a Opzione donna

Si può lasciare il lavoro anche prima dei 67 anni: ecco come. In attesa della riforma

Come andare in pensione in anticipo oggi: da quota 103 a Opzione donna
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Andare in pensione è un traguardo che molti vedono sempre più lontano. Eppure ci si può arrivare pure in anticipo, sfruttando alcune particolarità della normativa. Da quota 103 a Opzione donna, passando per l'Ape sociale e l'isopensione.

Come andare in pensione in anticipo

Nelle scorse settimane Governo e sindacati si sono incontrati per mettere a punto alcuni aspetti della riforma delle pensioni voluta dall'Esecutivo Meloni (e ancora sulla carta). Ma al momento la situazione è ancora ferma. Cosa che se da un lato preoccupa le sigle sindacali, dall'altro dimostra che la partita è ancora aperta e può davvero succedere di tutto.

L'obiettivo dichiarato è superare la Legge Fornero e anticipare l'accesso alla pensione, di modo da aprire anche le porte del mondo del lavoro ai giovani. Ma non è semplice. Ci sono però alcune strade per raggiungere la pensione prima dei 67 anni previsti oggi. Ma bisogna soddisfare alcune peculiarità.

La pensione anticipata ordinaria

La strada più semplice è la pensione anticipata ordinaria. Per poterla richiedere è necessario avere versato almeno 42 anni e 10 mesi (2.227 settimane) di contributi per gli uomini  e 41 anni e 10 mesi (2.175 settimane) per le donne. Non ci sono specifiche legate all'età anagrafica, ma quelle sulla contribuzione sono abbastanza stringenti.

Quota 103 (con possibile prolungamento)

Nel 2023 Quota 103 ha sostituito quota 102. Il che vuol dire che è possibile andare in pensione a 62 anni a patto di averne 41 di contribuzione.   Fino al raggiungimento della soglia di vecchiaia, il trattamento con quota 103 non sarà cumulabile con un altro reddito da lavoro, ad esclusione di quello autonomo occasionale non oltre i 5mila euro. La legge di bilancio prevede che l'importo della pensione non potrà comunque superare il livello pari a 5 volte il minimo Inps.

Rimane comunque aperta la possibilità di usufruire di quota 100 e 102: nel primo caso è necessario che il richiedente abbia maturato i requisiti (62 anni di età e 38 di contributi)   al 31 dicembre del 2021, nel secondo (64 anni di età e 38 di contributi) entro il 31 dicembre del 2022.

Intanto, pare che quota 103 - che avrebbe dovuto essere solo una misura ponte in vista della riforma - possa essere prorogata. Sarebbe l'unica opzione sostenibile con le attuali risorse a disposizione del Governo.

Pensione anticipata: l'Ape sociale e le attività usuranti

Ci sono poi alcuni lavori che godono di un regime agevolato. Si tratta in primis di coloro che hanno diritto all'Ape sociale. Innanzitutto vediamo i requisiti: servono 63 anni di età e tra i 30 e i 36 di contributi. Serve poi fare parte di alcune categorie: disoccupati, disabili (almeno al 74%), caregiver, addetti a mansioni gravose.

Parliamo in questo caso di un cosiddetto "scivolo": cioè si riceve un assegno dall'Inps pari al massimo a tre volte l'assegno sociale, fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia (67 anni).

Anche coloro che svolgono lavori cosiddetti "usuranti" hanno diritto all'uscita anticipata: servono 35 anni di contributi versati, mentre l'età cambia in base al tipo di lavoro. Si va da 61 anni e 7 mesi per i dipendenti addetti a mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni o notti in un anno  a 64 anni e 7 mesi per gli autonomi (o con versamenti in entrambe le gestioni) che sono lavoratori notturni a turni con un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all'anno.

Opzione donna

C'è poi Opzione donna, al centro dell'ultima manovra di Governo e di numerose critiche. Si rivolge ovviamente alle lavoratrici, ma che devono rispettare alcuni requisiti:   35 anni di contributi e 60 di età,  ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni (59 anni con un figlio, 58 anni con due o più). Possono inoltre usufruirne soltanto  caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti di aziende in crisi (in quest'ultimo caso l'uscita è possibile con 58 anni di età, indipendentemente dal numero dei figli).

Leggi qui l'approfondimento su Opzione donna

Lavoratori precoci

Se avete iniziato molto presto a lavorare, potete rientrare invece nella categoria dei lavoratori precoci, e a questo punto vi "bastano" 41 anni di contributi versati (di cui almeno uno prima dei 19 anni). Ma serve almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • stato di disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • assistere e convivere da almeno sei mesi con il coniuge o un parente con handicap;
  • riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;
  • svolgere attività usuranti o gravose

L'isopensione

Infine c'è l'isopensione, detta anche assegno di esodo, introdotto dalla Legge Fornero nel 2012. Il provvedimento - che nei fatti è una sorta di prepensionamento, con costi a carico dell'azienda - era in scadenza a fine 2022, ma il decreto Milleproroghe l'ha allungato sino al 30 novembre 2026.

Possono usufruirne i lavoratori delle aziende con più di 15 dipendenti con personale in eccedenza. Per accedervi però è necessario un accordo con i sindacati per certificare e incentivare l'esodo dei lavoratori più anziani. Bisogna comunque essere a un passo dalla pensione ordinaria (non più di 7 anni).

 

 

 

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