Il nuovo CdS

Codice della Strada: quando verranno utilizzati i test salivari antidroga che rilevano l'uso di stupefacenti giorni prima

Passato alla Camera, andrà in seconda lettura al Senato. Ma i punti da chiarire sono ancora tanti (così come le polemiche)

Codice della Strada: quando verranno utilizzati i test salivari antidroga che rilevano l'uso di stupefacenti giorni prima
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Il nuovo Codice della Strada continua a far discutere. Passato alla Camera, è stato "rimandato" in Senato per una seconda lettura. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini conta di riuscire a licenziarlo entro la fine del 2024, ma i punti da chiarire sono molti (e anche le associazioni che si occupano di vittime della strada hanno esposto più di una perplessità).

Tra questi - se ne è parlato poco sinora - c'è anche l'utilizzo dei test salivari antidroga, che permettono di trovare tracce di positività risalenti anche ai giorni precedenti e che - in caso di positività - porteranno allo stop della patente per tre anni.

Test salivari antidroga per la patente: quando verranno utilizzati

Negli ultimi giorni, tra gli aspetti che stanno creando maggiore dibattito, c'è il giro di vite nei confronti degli automobilisti che introduce il test salivare tra i controlli preliminari della Polizia.

L'attuale articolo 187 del Codice della Strada recita così:

"Chiunque guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope e' punito con l'ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l'arresto".

Nella nuova versione, invece, scompare lo "stato di alterazione psico-fisica" e rimane solo il nesso cronologico: diventa reato essersi messi al volante "dopo aver assunto droga". E non viene esplicitato quanto vale quel "dopo". In sostanza: se il test salivare risulta positivo, scatta la revoca della patente per tre anni. 

Ma è ampiamente possibile - e la storia è piena di casi - che l'assunzione di stupefacenti sia avvenuta giorni prima e risulti ancora una traccia che pur non inficia le capacità di guida e la lucidità. Ed è proprio questo aspetto a creare polemiche (come emerso già - ad esempio - a La Zanzara su Radio 24, di cui vi proponiamo qui sotto un estratto).

 

Positivi al test antidroga alla guida

In più occasioni, infatti, la patente è stata restituita a coloro a cui era stata tolta dopo essere risultati positivi al test anti-droga perché la carica risultava bassissima e dunque non in grado di inficiare le capacità di guida.

Un caso che aveva creato scalpore era stato legato all'incidente di Casal Palocco, costato la vita al piccolo Manuel Proietti, 5 anni.

Dagli esami tossicologici era emersa la non negatività ai cannabinoidi di Manuel Di Pietro, il conducente del Suv a noleggio che travolse la Smart su cui viaggiava il bambino con la mamma. Un aspetto che però non è stato considerato in fase processuale proprio perché il livello era bassissimo, segno che gli stupefacenti erano stati consumati giorni prima.

La cannabis terapeutica e il certificato medico

C'è poi un altro aspetto da tenere in considerazione, e cioè coloro che assumono cannabis terapeutica su prescrizione medica in quanto soggetti con malattie croniche. Costoro dovranno esibire un certificato medico prima del test salivare. Nel certificato il medico dovrà indicare che il quantitativo non altera la capacità di guida. Anche per questo aspetto, però, si attende la definitiva decisione del legislatore.

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