Numeri alti, ma non sufficienti

Click day decreto flussi in overbooking in un'ora: 240mila domande su 82mila posti

Rispetto alle disponibilità sono arrivate addirittura il triplo delle richieste. Coldiretti e Confagricoltura però chiedono altri ingressi

Click day decreto flussi in overbooking in un'ora: 240mila domande su 82mila posti
Pubblicato:

Il lunedì appena trascorso, 27 marzo 2023, è stato quello del click day, giorno dedicato all'invio telematico da parte dei datori di lavoro delle richieste di ingresso in Italia per cittadini extracomunitari, previsti dal decreto flussi. Sebbene rispetto all'anno precedente sia aumentato il numero di ingressi di circa 13mila unità, tale soglia non è stata sufficiente per rispondere alle domande dei datori di lavoro. In una sola ora dall'apertura, infatti, la piattaforma è stata letteralmente presa d'assalto: su 82mila posti disponibili, sono infatti arrivate 240mila richieste. Per Coldiretti e Confagricoltura, tuttavia, sottolineano la necessità di raggiungere almeno 100mila addetti nelle campagne.

Click day decreto flussi: piattaforma in overbooking

Sono oltre 240mila le domande giunte al Viminale alle 19 nel click day di lunedì, 27 marzo, per l'ingresso di lavoratori stranieri previsto dal decreto flussi 2022. Si tratta di circa il triplo della quota prevista dal provvedimento, pari a 82.705 unità.

La piattaforma è andata in totale overbooking in solo un'ora dall'apertura, anche perché, sebbene sarà possibile presentare la propria domanda fino al 31 dicembre 2023, ciascuna richiesta sarà vagliata in ordine cronologico. L'elevato numero di domande di ingresso per lavoratori extracomunitari arrivate durante il click day hanno di gran lunga superato le disponibilità a conferma della mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell'economia.

Rispetto allo scorso anno i posti disponibili sono stati aumentati di 13mila unità circa (da 69.700 ad 82.705). Dei nuovi ingressi, oltre la metà (44.000, contro i 42.000 dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero.

Ma i numeri non sono sufficienti

Un numero, tuttavia, ancora basso secondo le maggiori organizzazioni agricole, secondo le quali nelle campagne servirebbero centomila addetti.

"Sapevamo già che non erano sufficienti le quote assegnate al territorio - afferma Enrico Allasia, presidente regionale di Confagricoltura al TGR Piemonte - anche se la semplificazione delle norme porta ad una velocizzazione degli arrivi, grazie alle associazioni di categoria che asseverano la pratica - Ma c'è bisogno dell'assegnazione di nuove quote, almeno un 30% in più. Perché l'agricoltura cambi. Per diversificare oggi si allunga la stagione del raccolto con i prodotti di nicchia precoci in primavera e tardo autunnali , tipici del made in italy: aglio, porri, fragole, ciliegie e susine, e soprattutto i piccoli frutti mirtilli lamponi, che registrano un vero e proprio boom. Ma sono tutte coltivazioni delicate, che necessitano di manodopera. L'ortofrutta di qualità e le vigne chiedono le mani degli stagionali".

Anche in Veneto, come segnalato da Prima Venezia, il "click day" ha mostrato tutti i limiti, soprattutto numerici, del decreto flussi: rispetto ai 4mila posti disponibili sono arrivate circa 10mila domande. A farne le spese sarà soprattutto il settore agricolo, che rischia di trovarsi senza personale per la raccolta.

"Quello che mi preoccupa di più - ha spiegato Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, al Tgr Veneto - è che tra sette anni, nel 2030, mancheranno 150mila lavoratori in età lavorativa (tra i 15 e i 65 anni) e di conseguenza avremo una carenza importante soprattutto nella fascia di età più bassa".

Preoccupazione crescente soprattutto per il futuro. Considerando la questione demografica e l'invecchiamento della popolazione, l'aumento dei flussi pensionistici e delle uscite dal mercato di lavoro, i mestieri che gli italiani non vogliono più fare, l'Istat ha stimato che in Veneto tra il 2023 e il 2027 ci sarà bisogno di circa 346mila occupati.

"Bisogna colmare la mancanza di manodopera nelle campagne"

"Nelle campagne con l'arrivo della primavera c'è bisogno di almeno 100 mila lavoratori per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che si tratta - di una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge. In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi".

Sono questi i dati rilevati da Coldiretti, citando i dati del Dossier Statistico Immigrazione (Idos). Non esiste però, attualmente, una suddivisione delle quote di ingresso a livello territoriale. Sulla base delle esperienze degli ultimi anni, la Coldiretti indica che le regioni in cui si concentreranno le richieste di ingresso sono le stesse nelle quali si concentrano le coltivazioni stagionali che richiedono un grande impegno di manodopera.

Fra queste ci sono il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragile, ormai imminente, il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, e la Campania per la coltivazione del tabacco e del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.

Anche la Confagricoltura indica una "crescita elevata" della manodopera in agricoltura di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% dei lavoratori. Tra i Paesi di provenienza predomina l'Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell'Est Europa, in particolare da Albania e Macedonia, e poi dall'Asia, con India e Pakistan.

Sebbene gli arrivi attesi quest'anno superino quelli del 2022, per le organizzazioni agricole non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda. Nelle campagne sarebbero necessari "almeno centomila giovani", rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. "E' una necessità - prosegue - da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge".

Seguici sui nostri canali