Classifica qualità della vita 2024: la rivincita (a sorpresa) delle grandi metropoli
Milano prima, seguita da Bolzano e Monza. Fanalino di coda Caltanissetta
Milano, regina, seguono Bolzano e Monza. Fanalini di coda tre città del Sud: Agrigento, Reggio, Calabria e Caltanisetta. Ogni anno, dal 1990 a oggi, viene pubblicata la classifica sulla Qualità della vita, a cura di Italia Oggi, nelle oltre cento province italiane, messa a punto tenendo in considerazione diversi fattori, tra cui salute, sicurezza, reddito, cultura o istruzione.
Secondo quanto emerso nel 2024, la provincia italiana in cui si vive meglio è Milano, seguita da quelle di Monza-Brianza e Brescia. Roma è al 24esimo posto su 107: ha guadagnato nove posizioni rispetto allo scorso anno, ma rimane lontana dalle città metropolitane del Centro e Nord Italia, come Firenze (8ª) e Bologna (4ª) - entrambe nella top 10, anche se perdono qualche posizione rispetto al 2023.
Qualità della vita 2024: la classifica di Italia Oggi
Milano al primo posto: Un risultato accolto con soddisfazione dal sindaco meneghino, Giuseppe Sala, seppure con moderazione.
“Questa classifica certifica la bontà del nostro lavoro per rendere Milano più attrattiva, internazionale e sostenibile”, ha dichiarato al Tg1 il primo cittadino. “Certo, abbiamo bisogno di case a prezzi più bassi e che i cittadini si sentano più sicuri. C’è soltanto una ricetta: lavorare”.
Sotto “la Madunina”, il primo posto è frutto dal piazzamento nel gruppo 1 in otto dimensioni su nove (è nel gruppo 4 per reati e sicurezza, fenomeno che è comune denominatore con le altre città metropolitane). Servizi, soglia di reddito, infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo: i principali elementi che, in astratto, devono contraddistinguere un centro urbano di grandi dimensioni a Milano non mancano.
La classifica completa 2024
1 Milano
2 Bolzano
3 Monza
4 Bologna
5 Trento
6 Padova
7 Verona
8 Firenze
9 Pordenone
10 Parma
11 Ravenna
12 Brescia
13 Vicenza
14 Trieste
15 Bergamo
16 Forlì-Cesena
17 Modena
18 Udine
19 Reggio Emilia
20 Venezia
21 Treviso
22 Aosta
23 Torino
24 Roma
25 Cremona
26 Gorizia
27 Ferrara
28 Cuneo
29 Siena
30 Ancona
31 Mantova
32 Lecco
33 Rimini
34 Pisa
35 Belluno
36 Macerata
37 Novara
38 Sondrio
39 Prato
40 Ascoli Piceno
41 Varese
42 Como
43 Genova
44 Fermo
45 Verbano-Cusio-Ossola
46 Piacenza
47 Pesaro E Urbino
48 Biella
49 Lodi
50 Pavia
51 Rovigo
52 Perugia
53 Livorno
54 Pescara
55 Pistoia
56 La Spezia
57 Teramo
58 Lucca
59 Arezzo
60 Vercelli
61 Massa-Carrara
62 Terni
63 Savona
64 Grosseto
65 Asti
66 Chieti
67 Matera
68 Cagliari
69 L'Aquila
70 Alessandria
71 Bari
72 Frosinone
73 Imperia
74 Campobasso
75 Potenza
76 Viterbo
77 Nuoro
78 Latina
79 Lecce
80 Isernia
81 Rieti
82 Avellino
83 Benevento
84 Sassari
85 Salerno
86 Barletta-Andria-Trani
87 Ragusa
88 Caserta
89 Oristano
90 Catanzaro
91 Brindisi
92 Trapani
93 Foggia
94 Vibo Valentia
95 Napoli
96 Sud Sardegna
97 Enna
98 Catania
99 Taranto
100 Palermo
101 Crotone
102 Siracusa
103 Messina
104 Cosenza
105 Agrigento
106 Reggio Calabria
107 Caltanissetta
I criteri
La classifica di ItaliaOggi - Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e sicurezza”, “Reddito e ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza sociale” e “Turismo e cultura”. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”.
Avanzano le metropoli
Non si ferma la progressione delle metropoli, soprattutto quelle del Centro-Nord, che hanno saputo dimostrare una maggior resilienza rispetto ai centri di piccole dimensioni. Al contrario, se volessimo elencare le città che hanno perso almeno dieci posizioni rispetto al 2023 dovremmo citare Aosta, Siena, Mantova, Rimini, Belluno, Macerata, Pesaro-Urbino, Savona e Isernia. Una situazione a macchia di Leopardo.
Piuttosto statiche quasi tutte le province del Mezzogiorno, sia nei confronti dei balzi verso l’alto che di quelli verso il basso. Al di là di questi movimenti la tendenza più importante rilevata dall’indagine di quest’anno è la conferma di qualcosa che si era già manifestato dopo la pandemia, cioè la progressione delle città metropolitane.
Anche perché bisogna ricordare che il Pil è ormai prevalentemente prodotto dalla dimensione servizi delle grandi città. A consacrare questa tendenza c’è addirittura il primo posto del capoluogo meneghino, conquistato con un’ottima performance in otto dimensioni d’analisi su nove. La città si colloca nelle ultime posizioni, infatti, solo per quanto riguarda la sicurezza, un problema che affligge in realtà tutte le metropoli. In tutte le altre dimensioni è nelle posizioni di vertice. Anche, e questo ha stupito non poche persone, nella dimensione ambientale: ma qui bisogna tener presente che i risultati di questa dimensione d’analisi dipendono per il 75% dall’attività degli amministratori e solo per il 25% da dati oggettivi, come potrebbero essere quelli legati all’inquinamento.
Uno degli elementi che ha spinto verso l’alto le città metropolitane del Centro-Nord è l’introduzione di una nuova dimensione d’analisi, con i dati sul turismo, assenti nelle precedenti edizioni, dati che le hanno favorite grazie ad un sistema che le ha rese attrattive, quindi in grado di attirare pubblici diversificati, durante tutto il corso dell’anno e non solo nella stagione estiva o in quella invernale.