Ciclisti, novità in vista: è la volta buona per cambiare il Codice della strada
Tra le proposte l’obbligo di inserimento di domande legate alla mobilità ciclistica nei quiz per il rilascio della patente e l’obbligo di distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso
Strade a misura di ciclisti. Una grossa novità in vista nel Codice della strada per la tutela degli amanti del pedale. E' stato presentato nei giorni scorsi al Senato il Disegno di legge (con primo firmatario Marco Perosino, senatore di Forza Italia), che prevede nuove misure di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la distanza da mantenere in fase di sorpasso da parte degli automobilisti.
Ciclisti, novità in vista: come potrebbe cambiare il Codice della strada
Il Ddl prevede alcuni interventi di modifica al Codice della strada. I più importanti riguardano l’obbligo di inserimento di domande legate alla mobilità ciclistica nei quiz per il rilascio della patente e l’obbligo di distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso. Modifiche che erano già state proposte in passato, come ha ricordato lo stesso Perosino, ma senza fortuna. Ma questa volta potrebbe essere quella buona.
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Troppi morti, ci vuole un intervento
I numeri degli incidenti con coinvolti i ciclisti sulle strade italiane devono fare riflettere. In quasi il 5% dei sinistri stradali sul totale (quindi comprese anche le autostrade e le tangenziali, dove le bici non possono circolare) c'è coinvolto un ciclista. E nel 2021 mediamente è morto un ciclista ogni due giorni. Lo sa bene il presidente della Federazione Cordiano Dagnoni, che ha ricordato anche come il ciclismo negli ultimi due anni - complice pure la pandemia - abbia vissuto un vero e proprio boom, coinvolgendo sempre più praticanti.
"E’ necessario formare una cultura del rispetto attraverso l’educazione stradale, cominciando dai più piccoli. Ringrazio i promotori di questo disegno di legge e tutti coloro che portano avanti iniziative di sensibilizzazione; insieme possiamo cambiare le cose”.
L'Italia non è un paese per ciclisti
Qualcosa va fatto: lo ha ricordato anche la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini:
"Il Codice della strada ora dimostra che l’Italia non è un Paese per ciclisti, quindi la prima cosa da fare è sanare i buchi, e per questo motivo dobbiamo farne un provvedimento condiviso”.
Sarà davvero la volta buona?