Chi è disabile non può acquistare online biglietti per spettacoli e concerti: una campagna per dire basta
Un’azione semplice come quella di comprare su internet l'ingresso a un concerto o una partita di calcio, non è concessa al momento a chi convive con un handicap
Presto da Milano sarà lanciato un manifesto, ovvero una petizione affinché la battaglia civile per l’ottenimento di alcuni diritti che spettano al cittadino possano vale anche per le persone con disabilità. Un’azione semplice come quella di prenotare online un biglietto per un concerto o una partita di calcio, non è concessa a chi convive con una disabilità (immagine di copertina da osservatoriodiscriminazioni.org).
Questa opzione andrebbe ad alleggerire l'iter che una perzona con disabilità deve affrontare per prenotare un posto ad un evento, evitando di dover prendere contatti diretti con l'organizzatore in lunghe chiamate e assidue ricerche nei portali dedicati.
Discriminazione sociale
Spesso le struttute si aspettano che se la persona viene messa in sicurezza, basti ad accontentare l’utente, il quale alle volte è costretto a fare delle rinunce o a vivere situazioni di imbarazzo per via di un trattamento diverso rispetto al resto dell’utenza. Con l’obiettivo di far uscire questa battaglia fuori dalle mura di chi l’ha sta combattendo e di avere il supporto di chi non è coinvolto, si invita la cittadinanza a firmare la petizione e a prendere parte alla causa.
Tra le voci del manifesto, che prende il nome di “Live For All”, c’è anche quella della giornalista e attivista Valentina Tomirotti, che nel 2019 aveva intentato una causa contro Fondazione Arena di Verona e Vivo Concerti dopo aver assistito al concerto di Coez.
Se hai pagato il biglietto... non puoi mica limitarti ad ascoltare
L’anno dopo il Tribunale di Mantova rigettava l’istanza di Valentina presentata per condotta discriminatoria in quanto le venne solamente concesso un posto affianco alle ultime fila in platea, e quando era partita la musica, non ha potuto fare altro che ascoltarla. Così era stata condannata a pagare le spese processuali pari a 5mila euro.
Poi la svolta: dopo quasi tre anni è riuscita a vincere la causa nel marzo 2023, per cui il Tribunale ha stabilito un risarcimento di 3.500 euro, ordinando a Fondazione Arena l’installazione di due pedane all’interno dell’anfiteatro, lavori che già da quest’anno dovrebbero essersi conclusi.
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Di seguito la pagina Sottoilpalcoscenico dedicata alla "lotta affinché le persone con disabilità possano vivere i concerti come tutti", riportando il link al video sulle ingiustizie durante i concerti di Silvia Stoyanova, anche lei tra le fondatrici del manifesto: