Serviranno 3,8 milioni di lavoratori

Chi andrà in pensione nei prossimi cinque anni e quali sono i settori dove serviranno più lavoratori

I settori che potrebbero risentire maggiormente delle difficoltà di reperimento di personale sono quelli legati al made in Italy

Chi andrà in pensione nei prossimi cinque anni e quali sono i settori dove serviranno più lavoratori
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Di pensioni se ne parla da sempre. Tantopiù nell'ultimo periodo, con il Governo che vorrebbe riformare il sistema ma che al momento non è ancora riuscito a trovare le risorse per completare l'operazione. Intanto, però, con le regole vigenti, c'è una buona fetta di italiani che riuscirà a raggiungere l'agognato traguardo. Secondo le stime della Cgia di Mestre, da qui al 2027 saranno circa 2,7 milioni coloro che andranno in pensione.

Chi andrà in pensione nei prossimi cinque anni

2,7 milioni di pensionati vuol dire 2,7 milioni di posti di lavoro (più o meno)  a disposizione. Ma non solo. La crescita prevista nel prossimo quinquennio - secondo lo studio della Cgia - porterà alla richiesta sul mercato del lavoro italiano di 3,8 milioni di lavoratori. 

Dei 2,7 milioni di addetti totali che nel prossimo futuro raggiungeranno la pensione, la metà, poco meno di 1,4 milioni, saranno dipendenti privati e oltre 670 mila ciascuno addetti del pubblico impiego e lavoratori autonomi. Tuttavia, se calcoliamo l’incidenza della domanda sostitutiva sul totale del fabbisogno occupazionale in ciascuna delle tre posizioni professionali analizzate (dipendenti privati, dipendenti pubblici e indipendenti), il valore più elevato, pari al 91,6 per cento del totale, riguarderà il pubblico impiego.

I settori dove ci sarà più richiesta di lavoratori

Analizzando invece i settori occupazionali, vediamo che la maggior parte dei futuri pensionati arriverà nei settori salute (331.500 addetti), attività immobiliari, noleggio/leasing, vigilanza/investigazione, gli altri servizi pubblici e privati (419.800) e, in particolar modo, il commercio e il turismo (484.500). Valutando l’incidenza della domanda sostitutiva sul fabbisogno occupazionale, i settori che entro i prossimi 5 anni si troveranno maggiormente in “difficoltà” saranno la moda (91,9 per cento), l’agroalimentare (93,4 per cento) e, in particolar modo, il legnoarredo (93,5 per cento) . Insomma, i principali settori del nostro made in Italy rischiano di non poter più contare su una quota importante di maestranze di qualità e di elevata esperienza.

Dove si andrà più in pensione nei prossimi cinque anni: i dati regionali

A livello regionale, nel prossimo quinquennio l’incidenza percentuale della domanda sostitutiva sul fabbisogno occupazionale totale
interesserà, in particolare, il Veneto (73,4 per cento), il Molise (78,5 per cento), il Piemonte/Valle d’Aosta (82 per cento), l’Abruzzo (82,5 per cento) e la Liguria (85,5 per cento). La regione d’Italia più investita da questo fenomeno sarà la Basilicata (88,3 per cento), quella meno il Trentino Alto Adige (59,6 per cento).

Perché si fatica a trovare personale

Insomma, come si dice spesso, il lavoro c'è. Ma come mai si fatica così tanto a trovare personale (o a trovare lavoro?). Secondo la Cgia un ruolo fondamentale lo sta giocando il progressivo invecchiamento della popolazione (altro tema di grande attualità in questi giorni, con la proposta addirittura di togliere le tasse a chi fa figli per incentivare la natalità).

Da tempo gli imprenditori denunciano le difficoltà di reperire sia personale qualificato sia figure di profilo inferiore.   Se per i primi le difficoltà di reperimento sono strutturali a causa del disallineamento che in alcune aree del Paese si è creato tra la scuola e il mondo del lavoro, per le seconde, invece, sono opportunità di lavoro che spesso i nostri giovani, peraltro sempre meno numerosi, rifiutano di occupare e solo in parte vengono “coperti” dagli stranieri. Anche - va detto - a causa di stipendi e compensi che rimangono poco competitivi con il caro vita.

 

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