Scoperta archeologica

Che fantasia questi romani: nel Colosseo c'erano anche le battaglie... fra bassotti

A svelare gli altarini è l'analisi di quanto ritrovato nelle fogne dal Parco del Colosseo.

Che fantasia questi romani: nel Colosseo c'erano anche le battaglie... fra bassotti
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Nel nostro immaginario collettivo è tutto un trionfo di armature scintillanti e potenti ed esotiche fiere come leoni e tigri. In realtà i nostri antenati romani non disdegnavano neppure le risse fra bassotti. A rivelarlo, prove alla mano, è Il Parco del Colosseo, che ha presentato i primi risultati di un progetto di ricerca sul sistema idraulico e sulle fogne dell'Anfiteatro Flavio. Ne emerge anche una fotografia affascinante di tutto il contesto legato agli spettacoli di duemila anni fa.

Risse fra bassotti al Colosseo

Fra le ossa rinvenute degli animali utilizzati per le sanguinarie battaglie tese a intrattenere il popolo,  figurano quelle di orsi, leoni, leopardi ma anche cani...persino bassotti, tutti costretti a combattere tra loro nell'arena, oppure oggetto delle battute di caccia.

Che il bassotto sia un animale estremamente impavido e utilizzato per la caccia, nonostante il suo aspetto buffo, è ben risaputo. Ciò che stupisce è che - in linea teorica - il bassotto arriva dalla Germania.

Alcuni esperti, per datare l'origine di questa razza, stanno guardando indietro fino all'antico Egitto. Ci sono molti geroglifici sulle pareti delle antiche tombe e templi egiziani che ritraggono cani, gatti e altri animali, alcuni raffiguranti un particolare cane dalle gambe corte e dal corpo lungo. Sappiamo inoltre che gli antichi romani portarono con sé molte razze di cani, gatti e altri animali dall'Egitto. Dato che il Sacro Romano Impero è il predecessore della Germania odierna, vuoi vedere che una tale razza di segugio egiziano potrebbe essere il predecessore del bassotto? Ad ogni modo le ossa ritrovate parlano chiaro: si tratta di cani dalla tipica forma "a salsiccia".

Altre costumanze

A svelare gli altarini è l'analisi di quanto ritrovato nelle fogne: l'obiettivo di partenza di questo progetto tutto sotterraneo, spiega la direttrice del Parco Archeologico Alfonsina Russo, era capire meglio il funzionamento delle fogne antiche e dell'idraulica dell'Anfiteatro. Per ampliare le conoscenze storiche, certo, ma non solo. La speranza è che le scoperte arrivate da queste indagini possano aiutare a trovare la strada per risolvere l'assillo degli allagamenti, magari proprio partendo dal ripristino di una parte delle fogne antiche. Cominciata a gennaio 2022 e conclusa in agosto - come precisa Martina Almonte, responsabile unico del procedimento (Rup) - l'indagine ha interessato in questa fase soprattutto il collettore Sud dell'anfiteatro, che era ostruito e fuori uso più o meno dal 523 d.C., quando il Colosseo ha smesso di essere un anfiteatro per poi essere usato nei modi più diversi, trasformandosi in una sorta di condominio e poi in una fortezza, ospitando un ospedale e persino una filanda con i suoi operai.

Gli antichi condotti vennero di fatto dimenticati. Ed è per questo che tutte le cose che soprattutto all'ultimo, intorno al VI secolo, erano finite in quella fogna sono rimaste intatte, 'congelate' per secoli in quel condotto dove l'acqua non scorreva più. Come il lucente sesterzio di Marco Aurelio, che l'archeologa Francesca Ceci, esperta di numismatica, ha studiato a lungo: uno strumento di propaganda, volutamente coniato in oricalco perché doveva stupire con la sua lucentezza, tanto più che era normale per un imperatore ingraziarsi il popolo distribuendo soldi proprio durante i giochi.

Si è inoltre scoperto che gli spettatori erano soliti consumare sugli spalti carni cotte al momento su improvvisati bracieri, insieme a qualche pizza e verdure, ma anche un po' di frutta.

Probabilmente guardando (anche) la lotta fra i poveri bassotti.

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