scandalo vaticano

Caso Orlandi, Papa Francesco tuona: "Illazioni offensive e infondate su Wojtyla"

Il fratello di Emanuela, scomparsa nel 1983, su Giovanni Paolo II: "La sera usciva e non andava a benedire le case"

Caso Orlandi, Papa Francesco tuona: "Illazioni offensive e infondate su Wojtyla"
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Papa Francesco entra nel merito delle pesanti accuse lanciate contro Karol Wojtyla da Pietro Orlandi, il fratello della scomparsa (e mai ritrovata) Emanuela.

Emanuela Orlandi

Con forte sdegno il pontefice difende la memoria di Giovanni Paolo II dalle accuse di pedofilia nelle alte sfere vaticane. Ha scosso l'opinione pubblica la frase pronunciata da Orlandi, nell'ambito di un'intervista tv, in cui asseriva:

"Giovanni Paolo II la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case".

Papa Francesco in difesa di Wojtyla non fa sconti ed è netto:

"Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate".

Ma riavvolgiamo il nastro e ricostruiamo tutte le tappe di questo fuoco incrociato che, negli ultimi giorni, ha visto protagonista il pontefice polacco.

Pietro Orlandi: pesanti accuse a Wojtyla

Un paio di settimane fa le prime accuse rivolte da Pietro Orlandi, a mezzo televisivo, all'indirizzo di Giovanni Paolo II:

"La pedofilia? Più su, al massimo livello… Me ne ha parlato un monsignore…"

La fonte di queste rivelazioni, mai rivelata, sarebbe un pentito. Convocato in Vaticano martedì 11 aprile dal procuratore Alessandro Diddi, Pietro Orlandi resta sotto interrogatorio per 8 ore e all’uscita, dopo aver presentato una memoria con una lista di 28 testimoni, si dice sereno:

"Ho fatto i nomi di chi andrebbe sentito, compresi alcuni cardinali, e ho percepito la volontà di andare avanti".

Pietro Orlandi

Una nuova ospitata televisiva, nel salotto di Giovanni Floris, La7, nel suo celebre Dimartedì, e Orlandi alza il tiro:

"Mi dicono che il Papa usciva la sera con due monsignori, certo non per benedire le case…".

Nel giro di un paio di settimane il caso Orlandi - mistero irrisolto dal giorno della sparizione della ragazzina, figlia dell'allora messo pontificio, nel 1983 - ha cambiato connotati con il fratello Pietro che rimarca di aver saputo "da fonte attendibile" che la pedofilia in Vaticano negli anni Ottanta, al tempo del sequestro di sua sorella, era prassi. Al punto da aver coinvolto, "chi sta più su, ma sopra sopra, e più in alto di tutti c’è una sola persona". Più chiaro di così...

Inevitabile l’esplosione dello scandalo. Il primo a intervenire con vigore è stato il cardinale polacco Stanislao Dziwisz, che di Wojtyla fu segretario personale:

"Avventatissime affermazioni, ignobili insinuazioni, accuse farneticanti".

Subito dopo, l’Osservatore romano:

"Una follia, un massacro mediatico. Prove? Nessuna. Indizi? Men che meno".

A cascata molti altre figure di spicco della gerarchia vaticana.

Tensioni anche con l'avvocatessa di Orlandi, Laura Sgrò, che nella giornata di sabato 15 aprile 2023, convocata d’urgenza dal magistrato vaticano intenzionato a chiarire chi avesse messo in giro la voce di Wojtyla "in libera uscita" serale, alla richiesta di rivelare la fonte ha opposto il segreto professionale.

Pietro Orlandi, all'accusa di essersi rifiutati di fare nomi ha tuonato:

"Ma sono impazziti, cos’è questo gioco sporco? Chi si rifiuta di fare i nomi? Ma se gli abbiamo dato una lunga lista!".

Sull'elenco dei 28 testimoni da sentire consegnata a Diddi è in corso in un braccio di ferro su quanto, in realtà, si tratti di contributi realmente risolutivi. Mancherebbe, ancora, la fonte principale delle accuse al pontefice polacco. Pietro Orlandi domenica mattina – poche ore prima che Bergoglio stesso decidesse di prendere la parola sulla questione, all’Angelus - ha annunciato che la talpa sarebbe morta

Pietro Orlandi: le accuse tv

Francesco in difesa di Giovanni Paolo II

Ultimo tassello nella delicatissima vicenda l'intervento diretto, nella giornata di ieri, domenica 16 aprile 2023 - durante l'Angelus - di Papa Francesco, che non era ancora intervenuto nella vicenda, e lo ha fatto con fermezza:

"Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate".

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