Dibattito aperto

Cannabis: Cappato contro Amato show; niente legge in Parlamento; dov'è legale nel mondo

Testo mal formulato dai promotori oppure errore di valutazione della Consulta? Due posizioni inconciliabili.

Cannabis: Cappato contro Amato show; niente legge in Parlamento; dov'è legale nel mondo
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Cannabis, il tentativo di allineare l'Italia ad alcuni stati europei e del mondo è stata bocciata dalla Consulta.

La richiesta referendaria è stata infatti dichiarata inammissibile dalla Corte Costituzionale, come spiegato dal neo presidente Giuliano Amato, che ha parlato di un testo mal formulato.

"Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali".

Cappato: "Amato show politico"

"Ascoltando la conferenza stampa del Presidente Amato abbiamo capito che si è trattato di una sentenza politica, con l'intento di minare la credibilità e la reputazione dei comitati promotori dei referendum, a cui è stata attribuita l'incapacità tecnica di scrivere i quesiti referendari e anche di avere preso in giro i cittadini. Ma ciò che è più grave è che Amato ha detto delle cose non vere".

Così, Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, oggi, nel corso di una contro-conferenza stampa sul pronunciamento della Consulta.

Cosa succederà ora?

Con la bocciatura da parte della Consulta di fatto si sono rese inutili le 600mila firme che erano state raccolte dai promotori.

Addirittura qualcuno, polemicamente e guardando molto alla pratica e alla sostanza, ha già detto che quelle firme possono ora finire tranquillamente in un cestino, proprio ad andare bene in un cassetto.

Ma al di là di polemiche o ironie di pancia del momento, cosa accadrà ora?

Cannabis, se il segnale arrivasse dal Parlamento?

In queste ore non sono mancate le critiche da parte del Comitato promotore, di associazioni e di diversi esponenti politici come Riccardo Magi di Più Europa e Luigi Manconi, ex senatore.

Ma altri hanno bollato queste critiche come reazioni di "pancia". Diversamente, i ragionamenti non di pancia di altri vanno a inquadrarsi nella posizione di chi, in queste ore, invece di puntare il dito contro la Consulta, sta già già pensando di mettere il Parlamento davanti alle proprie responsabilità.

Anzi, più di qualcuno ha fatto notare come il messaggio velato della Corte Costituzione nella sua dichiarazione di inammissibilità del referendum sia proprio questo: ci pensi il Parlamento a fare una legge.

Cannabis, un nuovo percorso

Un nuovo percorso dunque coinvolgerebbe Camera e Senato e le loro Commissioni. Una strada non certo facile, anzi piuttosto tortuosa e in salita.

L'attuale composizione del Parlamento non lascia trasparire un particolare ottimismo... tutto è evidentemente dunque rinviato a un nuovo assetto governativo e parlamentare.

Anche se a dir la verità in Commissione Giustizia è ferma da tempo una proposta di legge che depenalizza i fatti di lieve entità legati alla cannabis e inasprisce gli altri.

Cannabis in Europa e nel mondo: cosa succede

Come detto, l'ammissibilità del referendum avrebbe dato all'Italia la possibilità di allinearsi in qualche modo alla situazione di altri Stati d'Europa del Mondo dove la cannabis è ammessa per "divertimento" (per lo più in età maggiorenne), dove è libera o dove è ammessa esclusivamente a scopo terapeutico.


L'Uruguay è stato il primo paese al mondo a legalizzare il consumo e la vendita di cannabis 

In Corea del Nord l'uso della cannabis è libero: non è considerata una droga

Per uso ricreativo è legale in Australia, ma con delle limitazioni, e anche in diversi Stati americani, ma anche in Cile dal 2014, mentre in Messico solo per scopi terapeutici.

In Europa, al di là dell’iconica Olanda, il primo stato a legalizzare vendita e consumo è stato in realtà il Lussemburgo. Da poco s’è aggiunta anche Malta, mentre in Svizzera l’uso ricreativo non è consentito, così come la coltivazione casalinga.

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