Cosa c'è da sapere

Candida auris: cosa sappiamo del fungo killer che ha ucciso un uomo a Milano. Caratteristiche, sintomi e cure

La vittima ha 79 anni e arrivava dalla Grecia. Ecco tutte le caratteristiche di questo fungo non molto diffuso

Candida auris: cosa sappiamo del fungo killer che ha ucciso un uomo a Milano. Caratteristiche, sintomi e cure
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Si torna a parlare in Italia di Candida auris dopo il caso del 79enne morto venerdì 26 maggio 2023 all'ospedale Sacco di Milano, dove è arrivato in condizioni critiche dopo essere rientrato dalla Grecia.  Il tampone a cui era stato sottoposto al suo ingresso nella struttura milanese, una decina di giorni fa, era risultato positivo a due batteri multiresistenti e, appunto, alla Candida auris. Ma di cosa stiamo parlando?

Cosa è la Candida auris

La Candida auris è un micete lievitiforme, specie del più ampio genere Candida (responsabile di una delle infezioni più conosciute). Un ceppo  effettivamente molto aggressivo.

"E' una specie relativamente nuova, il cui studio è stato più intensamente avviato nel 2018 - ci aveva spiegato Antonella D'Arminio Monforte, direttore struttura Malattie infettive tropicali presso l'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, in un'intervista della primavera 2019 - Sono noti solamente poco più di 600 casi al mondo e in Italia non se n'è ancora registrato uno. La Candida auris colpisce in particolare soggetti deboli e immunodepressi (come trapiantati, dializzati o soggetti che hanno subito interventi), soprattutto in ambiente ospedaliero, dove il soggetto è più vulnerabile per via di cateteri, flebo e altre possibili porte d'ingresso per l'agente infettivo. Il fungo è effettivamente molto aggressivo (tanto che per gli immunodepressi la patologia esita nella morte nella stragrande maggioranza dei casi), tanto che, quando insorge anche solo il sospetto di un'infezione, il paziente va immediatamente isolato".

Il primo isolato a oggi risale al 1996 in Corea, anche se fu trovato "tornando indietro" nel tempo durante l'analisi di alcuni campioni. Per la prima volta fu in realtà isolato   nel 2009 in Giappone dall’orecchio (da qui la voce auris, dal latino). I primi focolai in Europa risalgono al 2015 in Francia mentre in Italia il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019 seguito da un focolaio nelle Regioni settentrionali nel biennio 2020-2021.

Candida auris: modalità di trasmissione

Può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminato o il contatto tra persone colonizzate o infette.

Sono più a rischio di contrarre un’infezione da Candida auris i pazienti che:

  • hanno problemi di salute preesistenti
  • sono ospedalizzati o si trovano in case di cura
  • necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia, ecc). Si raccomanda la stretta aderenza alle norme igieniche per l’inserimento e il mantenimento dei cateteri e la cura meticolosa dei siti di tracheotomia. Inoltre, è opportuno valutare continuamente la necessità dei dispositivi invasivi e rimuoverli tempestivamente quando non siano più indispensabili
  • hanno un sistema immunitario indebolito.

Inoltre i pazienti colonizzati con Candida auris sottoposti a procedure chirurgiche possono avere un maggior rischio di infezioni del sito chirurgico, per questo è raccomandata una preparazione della cute con un agente disinfettante a base alcolica a meno che non sia controindicato.

Candida auris: i sintomi

I segni e sintomi   variano in base al sito corporeo interessato, tuttavia i sintomi potrebbero non essere evidenti in quanto i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi.

I quadri clinici più frequentemente riscontrati nelle infezioni sono:

  • infezioni del torrente ematico
  • infezioni intra-addominali
  • infezioni di ferite
  • otiti.

"Stiamo parlando di un fungo effettivamente particolare - ci aveva spiegato il medico piemontese Piergiorgio Bertucci, consulente malattie infettive presso gli ospedali di Chivasso e Ciriè - In primis perché non si è ancora capito esattamente quale sia il suo habitat: i funghi della famiglia della candida in genere vivono nel gastro-intestino, questa forma è stata scoperta inizialmente nell'orecchio (da qui il nome auris), ma ancora non è chiaro dove viva".

"Si diffonde così come tanti altri germi   ma a causa della sua particolare resistenza agli antimicotici, negli ospedali è necessario adottare tutte le attenzioni possibili: la prima è l'isolamento, immediatamente, quando viene individuato. Ma il problema è che parliamo di un patogeno comunque non facile da individuare".

"Individuata per tempo, in soggetti non immunodepressi, la Candida auris può essere curata. Il problema sono i soggetti deboli (che però corrono enormi rischi anche con altre forme molto meno aggressive di Candida), per i quali rappresenta un fattore di rischio altissimo".

Candida auris: le cure

La maggior parte delle infezioni di questo genere sono trattabili con una classe di antimicotici, le echinocandine. Alcune infezioni risultano particolarmente difficili da trattare a causa della multi-resistenza a diversi agenti antifungini, inclusi fluconazolo (e altri azoli), amfotericina B e echinocandine. Questo comporta una terapia con più farmaci e a dosi più elevate.

Anche dopo il trattamento per le infezioni invasive, i pazienti rimangono generalmente colonizzati per lunghi periodi, pertanto, tutte le misure di controllo delle infezioni devono essere seguite durante e dopo il trattamento dell'infezione. In particolare, i pazienti che vengono colonizzati sono a rischio di sviluppare infezioni invasive in qualunque momento.

Prevenzione e controllo

I pazienti potenzialmente o già colonizzati o infettati devono essere ricoverati in stanza singola e tutti i visitatori e il personale di assistenza devono osservare la corretta igiene delle mani (con acqua e sapone o soluzione idroalcolica o clorexidina), indossare camice e guanti monouso, assicurare la decontaminazione delle apparecchiature e dei dispositivi utilizzati da altri pazienti.

È importante effettuare uno screening specifico, oltre che per i batteri MDR (multiresistenti), nei pazienti con una storia di ricovero in regioni ad elevata prevalenza di Candida auris.

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