Calendario con 13 mesi da 28 giorni. Cosa cambierebbe e perché con la proposta di Beppe Grillo
Avanzerebbe un giorno che diventerebbe una festa mondiale contro la discriminazione religiosa
L'ultima boutade l'ha lanciata alla fine del 2023. Beppe Grillo vuole cambiare il calendario e sostituirlo con uno nuovo: 13 mesi da 28 giorni ciascuno, con una festività in più per tutti a fine anno da dedicare alla lotta contro la discriminazione religiosa. Ma cosa cambierebbe?
Beppe Grillo: un nuovo calendario da 13 mesi da 28 giorni
Secondo Grillo il nostro calendario è oramai anacronistico, 2nato sotto una società prescientifica, teocratica, con un’economia feudale, che non semplifica affatto le nostre vite". E allora, via con una "rivoluzione" dei mesi e dei giorni, con un mese in più che verrebbe piazzato a metà anno, tra giugno e luglio.
"Da secoli, il modo in cui percepiamo e organizziamo il nostro tempo è legato al calendario gregoriano, un modello di oltre 400 anni fa, che si rifaceva a sua volta ad un antico schema di 2000 anni, noto come calendario giuliano. L’obiettivo principale del calendario gregoriano, istituito sotto l’autorità papale, era quella di ripristinare una continuità nella misurazione del tempo risalente all’era paleocristiana… circa dodici secoli prima! Oggi, siamo dunque ancorati ad uno schema anacronistico,
I nostri semestri hanno la stessa durata solo negli anni bisestili, l’anno non si suddivide mai equamente in trimestri, i mesi sono irregolari, e né l’anno né i mesi possono essere suddivisi regolarmente in settimane".
Alla luce di tutti queste considerazioni, Grillo si pone una domanda: perché il nostro calendario non dovrebbe essere modificato?
Cosa cambierebbe con un calendario da 13 mesi
Molte organizzazioni e studiosi hanno valutato i benefici che porterebbe un calendario di 13 mesi:
- Eliminerebbe la confusione causata da mesi con numeri di giorni variabili, semplificando la gestione del tempo, il budget e la pianificazione per individui, aziende e organizzazioni.
- Con ogni mese composto da quattro settimane di 7 giorni sarebbe più semplice pianificare e coordinare le attività locali, nazionali e globali.
- Gli anni bisestili sarebbero facilmente gestiti aggiungendo un singolo giorno in più alla fine dell’anno invece del sistema attuale in cui viene aggiunto un giorno in più a febbraio.
- Le aziende trarrebbero vantaggio per la rendicontazione finanziaria, l’elaborazione delle buste paga e la gestione dell’inventario.
- Ci sarebbe infine una armonizzazione delle festività: il giorno extra aggiunto come festività alla fine dell’anno porterebbe una giornata universale di festa, contro ogni tipo di discriminazione religiosa e promuovendo l’unità globale.
Gli storici a favore
Quella di Grillo, peraltro, non è un'idea così "nuova". In passato in molti hanno sollecitato questo cambiamento, come cita lo stesso "guru" del Movimento Cinque Stelle:
"Le Nazioni Unite, organizzazioni, attivisti, intellettuali hanno sostenuto da sempre l’idea del calendario di 13 mesi, scontrandosi con ideologie ancorate al passato.
Con la velocità con cui la tecnologia sta correndo verso il futuro, forse è arrivato il momento di rispolverare un po’ il nostro calendario".
E poi ci sono molti esempi storici precedenti, citati sempre da Grillo.
Nel 1849 Auguste Comte, filosofo, matematico e scrittore francese, presentò un calendario semplice ma innovativo, basato su un anno di 364 giorni che includeva uno o due giorni “vuoti” che l’ Abbé Mastrofini, un prete romano italiano, aveva ideato 15 anni prima. Ciascuno dei 13 mesi aveva 28 giorni ed esattamente quattro settimane. I nomi dei mesi erano quelli di personalità famose dell’epoca, ma l’idea non fu convincente. E così, verso l’inizio del XX secolo, nel 1902, il progetto fu ripreso dall’inglese Moses B. Cotsworth che eliminò i nomi famosi, semplificando il progetto.
Il nuovo tredicesimo mese del calendario Cotsworth o “calendario fisso internazionale” fu chiamato “Sol”.
L’idea del calendario fisso fu accolta con entusiasmo dal congresso americano. Nel 1928, l’imprenditore George Eastman ne istituì l’uso presso la sua Eastman Kodak Company, dove fu utilizzato fino al 1989.
Il fondatore della Kodak, nel 1926, scriveva “Gli uomini d’affari dipendono sempre più dai registri contabili e statistici per il corretto svolgimento dei loro affari. Diventa quindi sempre più importante che i periodi di tempo, che costituiscono la base di tutte le registrazioni, siano invariabili. Le variazioni nella lunghezza del mese causano le maggiori difficoltà agli affari. C’è una differenza dell’11% tra la durata di febbraio e quella di marzo. C’è una differenza maggiore tra il numero di giorni lavorativi, e i giorni lavorativi sono il fattore importante nell’industria. C’è una variazione da 23 giorni lavorativi a febbraio, a 27 a marzo, ovvero una differenza del 17%".
"Se, ad esempio, la produzione o le vendite di un’azienda fossero uniformi durante tutto l’anno, i rapporti mensili mostrerebbero [variazioni] e ovviamente il manager ne avrebbe un’impressione fuorviante. Tutti i confronti mensili sono sconvolti da questa variazione ed è oneroso apportare le modifiche necessarie. Poiché durante l’anno vi sarebbero tredici pagamenti mensili invece di dodici, ci sarebbe una rotazione del denaro più rapida; lo stesso volume d’affari annuo potrebbe essere gestito con meno soldi.”