Un caso spinoso

Bolzano, bambino respinto da scuola perché non sa il tedesco. E' davvero così scandaloso?

Il rischio, come spiegano i dirigenti, è che i piccoli siano obbligati a seguire delle lezioni in una lingua che non capiscono

Bolzano, bambino respinto da scuola perché non sa il tedesco. E' davvero così scandaloso?
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Succede a Bolzano: un bambino è stato escluso da una scuola media tedesca della provincia autonoma, a seguito di un test linguistico, per via di una conoscenza troppo lacunosa della lingua tedesca. Ira di FdI, ma il fenomeno - in Alto Adige - è complesso e merita un inquadramento. Sono infatti i genitori italiani, spesso, a voler inserire i figli nelle scuole di lingua tedesca - sperando che questa scelta premi in ambiti lavorativi futuri - ma non è nemmeno possibile ignorare lo scoglio della lingua che, se non padroneggiata a dovere, rischia solamente di penalizzare i piccoli.

Bambino escluso da scuola di lingua tedesca a Bolzano

Respinto dalla scuola media perché non sa abbastanza bene il tedesco. Accade a Bolzano, Alto Adige, dove un bambino è stato respinto da una scuola perché né lui né i suoi genitori conoscono abbastanza bene la lingua: il caso è scoppiato alle scuole medie Adalbert Stifter, in via Diaz a Gries. Protagonista un bambino che frequenta la quinta elementare in una scuola italiana e che i genitori volevano frequentasse invece le medie in una scuola tedesca, senza tenere conto (forse) del balzo linguistico necessario.

L'esito del colloquio tenutosi a gennaio, infatti, ha accertato una insufficiente conoscenza della lingua tedesca e la richiesta d'iscrizione è stata respinta. Perciò il bambino deve frequentare una scuola italiana.

Ira di FdI

Lo riferisce il capogruppo di FdI, in Commissione affari costituzionali della Camera, Alessandro Urzì, che parla di un "contrasto con i principi costituzionali che prevedono l'erogazione dell'educazione scolastica senza limiti e non condizionati da alcun test preventivo e appare grave che ciò sia avvenuto nell'ambito di una scuola dell'obbligo".

In Alto Adige vige il principio dell'insegnamento nella madre lingua (tedesco, italiano oppure ladino). Ma le scuole di lingua tedesca, soprattutto nei centri urbani, registrano un grande afflusso anche di alunni che non parlano tedesco ma i cui genitori desiderano comunque iscriverli in questi plessi dove, ovviamente, l'alunno - non padroneggiando la lingua - non potrà che fare il triplo della fatica.

Genitori che "insistono" sulle scuole tedesche

Il problema non è legato al singolo caso, ma fa emergere una problematica già in essere. I dirigenti scolastici lamentano una eccessiva presenza di italiani e stranieri nelle scuole tedesche (i bambini tedeschi sono ormai il 30%): e lo scontro è partito tra Lega e Svp, con l'assessore provinciale alla scuola in lingua italiana Giuliano Vettorato che boccia i test d'ingresso parlando di "posizione medievale": "Non possiamo accettare che nel 2023 si possa pensare a degli studenti di Serie A e studenti di Serie B".

Nonostante la popolazione di lingua tedesca in città si aggiri attorno al 20%, per il prossimo anno scolastico alla prima classe delle primarie il 55% dei bambini bolzanini sono stati iscritti alla scuola in lingua tedesca. Il fenomeno della migrazione dei bimbi di lingua italiana verso le tedesche è oggettivo. Un problema, per tutti, anche per chi ambisce ad imparare la seconda (o in molti casi la terza) lingua: perché una buona immersione in una certa lingua, in questo caso il tedesco, è garantita soltanto se i non madrelingua presenti in classe non superano il 30%, mentre ora la situazione è quasi opposta, capovolta: veleggiano verso il 70%.

Secondo molti pedagoghi, infatti, per garantire una buona immersione linguistica è che non si salga sopra il 30% di bimbi che non parlano il tedesco come prima lingua, in altre parole il 70% dovrebbe essere madrelingua. Peraltro sono gli stessi dirigenti delle scuole tedesca a convalidare la bontà degli istituti italiani, lodando il sistema di lezioni bilingui.

Il problema, come lamentano ormai da tempo i dirigenti delle scuole tedesche sono i genitori che, per esempio, non tengono conto che nella realtà quotidiana i loro figli non parlano il tedesco. Pretendere di inserirli in una scuola dove si insegna in tedesco rischia di essere pericoloso per loro: i bambini sono così destinati a non capire le lezioni in classe. E magari a mettere in dubbio le proprie competenze accarezzando l'idea di abbandonare la scuola per frustrazione.

A fronte del quadro completo, siamo ancora sicuri che la scelta di quell'istituto non abbia, in realtà, tutelato il futuro didattico del piccolo?

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