IN VENETO

Bimbi dell'asilo inginocchiati in moschea durante la gita: "Polemica strumentale"

Per la scuola e la diocesi, un incontro tra mondi diversi, anche approvato dai genitori

Bimbi dell'asilo inginocchiati in moschea durante la gita: "Polemica strumentale"
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L’immagine di alcuni bambini inginocchiati in moschea durante una visita scolastica ha acceso una tempesta politica e mediatica che ha scosso in settimana il Veneto e riaperto il dibattito su identità, educazione e dialogo interreligioso.

Ma sulla visita di alcune classi della scuola dell’infanzia “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula, in provincia di Treviso, al  vicino Centro culturale islamico “Emanet” di Susegana, dopo giorni di polemiche l'ultima parola l'hanno avuta i protagonisti stessi.

Sono state le parole congiunte dell'asilo e degli stessi genitori dei ragazzi a far chiarezza:

"E' stato strumentalizzato un progetto educativo fondato sui principi del Vangelo, nel rispetto e nella conoscenza delle altre culture, senza affatto disconoscere la propria Fede".

Insomma, un percorso condiviso, pensato insieme con una logica, a cui è stata data una lettura diversa.

Bimbi dell'asilo inginocchiati in moschea

La visita faceva parte del progetto educativo della scuola ed era stata comunicata preventivamente ai genitori che avevano dato il loro consenso.

L'obiettivo era far conoscere ai piccoli studenti una realtà religiosa diversa da quella cristiana, già ben rappresentata nella vita quotidiana dell’asilo.

Un bambino della scuola dell’infanzia ha bisogno di vedere, toccare, sentire, sperimentare, incontrare persone - ha spiegato la direzione dell’asilo - ed è così che è nata la visita, così è stata vissuta dai bambini”.

I bimbi durante la visita

Zaia: "Si è superato il limite"

Tuttavia, le immagini di alcuni alunni inginocchiati accanto alle insegnanti e guidati dall’imam in un momento di preghiera “per la pace” rivolti verso la Mecca hanno sollevato un polverone.

Alberto Villanova, consigliere regionale della Lega, ha definito le foto “agghiaccianti”, mentre l’assessora regionale alla Cultura Francesca Caruso (FdI) ha espresso “forti perplessità” sull’episodio.

Ancora più duro il presidente della Regione Veneto Zaia:

Si è superato il limite perché a giudicare dalle immagini non si è rispettato l’aspetto identitario. Anche chi si dichiara ateo ha radici cristiane. Nessuno deve essere obbligato a pregare un altro Dio. Questi bambini sono nell’età dell’imprinting. Assorbono tutto. È un momento delicato, e il rischio è quello di una autocastrazione identitaria. Immagini se una insegnante cattolica avesse costretto dei bambini musulmani ad andare in una chiesa cristiana a pregare".

zaia
Luca Zaia

Anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha chiesto di verificare l’accaduto all'Ufficio scolastico regionale del Veneto, ma già la Federazione Italiana Scuole Materne di Treviso, a cui fa capo l’asilo, ha ricordato che “la dimensione spirituale e religiosa è parte integrante del progetto educativo”.

Per le scuole paritarie vigono le regole dell’autonomia scolastica, purché il progetto formativo sia condiviso e approvato.

Per i genitori che hanno approvato la gita, si è trattato solo di un’iniziativa educativa in linea con il contesto multiculturale della scuola, frequentata da bambini di varie nazionalità e confessioni religiose.

Nessun obbligo, hanno assicurato i docenti, nessuna imposizione. Solo un incontro tra mondi, raccontato attraverso lo sguardo curioso dei più piccoli.

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