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Bianca Balti: "Ho un tumore ovarico al terzo stadio". La predisposizione genetica scoperta 2 anni fa: chi dovrebbe fare il test

La modella si era già sottoposta ad un intervento di doppia mastectomia preventiva dopo aver scoperto di essere portatrice della mutazione del gene Brca1

Bianca Balti: "Ho un tumore ovarico al terzo stadio". La predisposizione genetica scoperta 2 anni fa: chi dovrebbe fare il test
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Bianca Balti, la supermodella di origini lodigiane trapiantata negli Usa, nelle scorse ore ha rivelato - sui suoi seguitissimi social - la dura battaglia che si appresta ad affrontare:

“Ho un cancro alle ovaie. Ho un lungo viaggio davanti, ma so che lo sconfiggerò”, con queste parole la top confessa ai suoi follower la sua delicata condizione.

Bianca Balti: "Ho un tumore ovarico"

Bianca Balti, sta affrontando una nuova sfida di salute dopo aver già subito un intervento di doppia mastectomia preventiva due anni fa, a causa della sua predisposizione genetica al cancro. Recentemente, infatti, la modella ha dovuto affrontare una seconda e pesante operazione per trattare un cancro ovarico al terzo stadio.

Come racconta Prima Lodi, la diagnosi è arrivata in modo inaspettato l'8 settembre scorso, quando Balti si è recata al pronto soccorso per un dolore addominale. Gli accertamenti hanno rivelato la gravità della situazione, con il tumore che si era esteso a numerosi organi.

Confessione social

La confessione arriva attraverso i social. E nonostante la gravità della malattia, la modella mantiene un atteggiamento positivo e determinato. Attraverso il suo profilo Instagram, la 40enne ha condiviso il suo percorso di cura con i suoi follower, mostrando un volto sorridente anche mentre è in ospedale con cannule e camicia da notte.

Ho un lungo viaggio davanti, ma so che lo sconfiggerò", dichiara ottimista, esprimendo nelle sue parole piena fiducia nella competenza dei medici. 

 

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"Ad ora, il cancro mi ha dato la possibilità di trovare la bellezza nelle difficoltà della vita", conclude dimostrandosi determinata a superare questa prova per sé stessa, per le sue figlie e per tutti coloro che, attraversando un periodo come il suo, possano trarre ispirazione dalla sua forza.

 La mutazione genetica e la predisposizione

Due anni fa, Balti, si era sottoposta a un intervento di doppia mastectomia preventiva dopo aver scoperto di essere portatrice della mutazione del gene Brca1. Le donne portatrici di tale anomalia presentano un rischio di sviluppare tumori al seno e all’ovaio più elevato rispetto al resto della popolazione.

Tuttavia questo non significa che l’anomalia genetica sia una condizione sufficiente allo sviluppo del tumore o, in altre parole, che tutte le donne interessate dalla mutazione vengano colpite presto o tardi da questa malattia. All’interno della stessa famiglia, infatti, i tumori possono anche “saltare” qualche generazione, e questo aspetto rende ancora più difficile riconoscere l’ereditarietà dell’anomalia.

Balti in ospedale

Veniamo dunque all'importante tema della prevenzione: per scoprire se una donna è portatrice della mutazione è sufficiente sottoporsi ad un test genetico, ossia al prelievo di un campione di sangue e alla sua successiva analisi in laboratorio. Spesso il test viene prescritto a scopo preventivo dopo che la malattia è stata diagnosticata ad un parente stretto, e in genere è preceduto da una consulenza genetica.

Le opzioni di trattamento in caso di positività

Le pazienti risultate positive al test hanno sostanzialmente tre possibilità. La più comunemente praticata consiste in un semplice monitoraggio basato su esami strumentali come l’ecografia della mammella, la mammografia e l’ecografia/eco-color doppler pelvico transvaginale.

Questi controlli vengono eseguiti con maggiore frequenza rispetto al resto della popolazione, in modo da diagnosticare precocemente eventuali tumori.

La seconda possibilità consiste nella somministrazione di appositi farmaci, che sono capaci di contenere il rischio per alcune forme tumorali ma che, al tempo stesso, presentano come effetto collaterale la menopausa precoce.

Infine, la scelta più drastica prevede l’asportazione preventiva di seno e ovaie: tali interventi riducono drasticamente il rischio di sviluppare neoplasie tumorali, ma presentano un costo piuttosto elevato sia dal punto di vista fisico (anche in questo caso si va ovviamente incontro ad una menopausa forzata) sia psicologico, e vanno pertanto valutati con attenzione.

Angelina Jolie

Quest'ultima opzione è stata scelta dalla nota attrice statunitense Angelina Jolie, la quale ha ereditato una mutazione nel gene Brca 1 dalla propria madre, mancata a 56 anni per un tumore ovarico.

La diva ha confessato di essersi sottoposta, prima dei 40 anni, a doppia mastectomia preventiva. Successivamente ha deciso di farsi asportare anche ovaie e le tube di falloppio.

Le dichiarazioni avevano fatto molto discutere, coinvolgendo gli esperti della comunità scientifica. Sul tema era intervenuto anche il professor Umberto Veronesi, nel 2013 ancora in vita, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo):

"È sicuramente una situazione complessa, e il discorso è diverso per ogni singola donna. Però, se la condizione di rischio per il tumore non genera un'ansia eccessiva, e non trasforma quindi la vita di tutti i giorni in una non-vita, allora obiettivamente ci sono più vantaggi a fare controlli ogni sei mesi, e scoprire l'eventuale tumore in epoca precocissima, quando le possibilità di guarigione sono del 98%".

Il noto oncologo aveva ricordato che, nonostante tutto, "la mastectomia radicale non annulla completamente il rischio di tumore, che rimane intorno al 5% anche dopo l'intervento di rimozione".

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