Situazione assurda

Perché un sindaco ha emesso un'ordinanza che vieta ai suoi cittadini di ammalarsi

La provocazione di Antonio Torchia, primo cittadino di Belcastro, in provincia di Catanzaro

Perché un sindaco ha emesso un'ordinanza che vieta ai suoi cittadini di ammalarsi
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Che la sanità in Italia sia in crisi lo sanno tutti. Ma ci sono situazione che vanno oltre l'immaginazione. Come ad esempio a Belcastro, 1.200 anime nella provincia di Catanzaro, dove viste le gravissime carenze a livello di personale sanitario (e non solo) il sindaco Antonio Torchia ha emesso un'ordinanza decisamente particolare: ai suoi cittadini sarà vietato... ammalarsi.

Belcastro, il Comune dove è vietato ammalarsi

In un Comune per lo più costituito da una popolazione di anziani e in pieno inverno, è evidente (ma lo sarebbe comunque) che si tratta di una provocazione.

"Atteso che la popolazione di Belcastro è composta da una percentuale di anziani oltre i 65 anni per circa il 50% e considerato che il territorio comunale è privo di copertura sanitaria perché resta scoperta soprattutto l'emergenza nelle ore notturne nei prefestivi e festivi e che in particolare la chiusura oramai cronica e a singhiozzo della postazione di continuità assistenziale medica e che la postazione 118 Suem più vicina è sita nel comune di Sersale, la stessa non risulta medicalizzata, il sindaco ordina ai cittadini del comune di Belcastro di evitare di contrarre qualsiasi malattia e patologia che necessiti un intervento medico soprattutto d'urgenza".

Di fatto, dunque, "vietato" assumere comportamenti che mettano a rischio la salute, evitando incidenti anche domestici, uscendo il minimo possibile, non facendo sport o viaggiando, e stando il maggior tempo possibile a riposo.

 

Il sindaco di Belcastro Antonio Torchia

Una situazione esplosiva

Un estremo tentativo, probabilmente, di suscitare in qualche modo attenzione su una situazione che rischia evidentemente di scoppiare, come ha raccontato lo stesso primo cittadino alla stampa locale.

 "L'ordinanza nasce dal disservizio che insiste da giugno a causa della carenza di medici - ha raccontato - Eppure ci era stato assicurato che nel mese di novembre il problema sarebbe stato risolto.  La goccia che ha fatto traboccare il vaso è  stato durante le festività natalizie dove abbiamo avuto  picchi di 6000 presenze giornaliere".

"Il 29 dicembre persone che necessitavano di assistenza medica hanno trovato la porta della postazione di continuità assistenziale chiusa con su il cartello che invitava a recarsi al pronto soccorso di Catanzaro".

Peccato che il nosocomio disti circa 45 chilometri (e gran parte della popolazione, per limiti d'età, non guida) e che la strada per raggiungerlo ha il limite a 50 Km/h. Insomma, in caso di necessità o urgenza, i tempi diventano biblici.

E così è nata l'idea dell'ordinanza. Chissà se basterà, quantomeno per ottenere un presidio di minima sicurezza...

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