Da Prima Treviso

Incinta e malata di tumore rinuncia alle cure per partorire: il bambino nasce, lei muore

La vicenda di Azzurra Carnelos, 33 anni, di Oderzo (Treviso) fa stringere il cuore e commuove

Incinta e malata di tumore rinuncia alle cure per partorire: il bambino nasce, lei muore
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Una vicenda tremenda, di quelle che fanno stringere il cuore e che dimostrano - se ce ne fosse bisogno - quanto l'amore più grande sia quello di una madre per i propri figli. Un amore così forte da rinunciare a tutto, compresa la propria vita. E' la storia di Azzurra Carnelos, di Oderzo (Treviso), che ha rimandato le cure per il tumore per proseguire con la gravidanza. Il bambino è nato, ma purtroppo per lei non c'è stato nulla da fare. E' morta a soli 33 anni.

L'amore di una mamma: la storia di Azzurra Carnelos

Una storia, raccontata dal nostro portale locale Prima Treviso, che inizia nel 2019, quando per la prima volta ad Azzurra era stato diagnosticato un tumore al seno. Una notizia terribile per una ragazza così giovane e con una vita ancora davanti. Ma lei si era curata ed era guarita.

A febbraio 2023 la bellissima notizia: insieme al compagno Francesco aveva annunciato di aspettare un figlio.

La recidiva e la scelta

La gravidanza procedeva bene, sino a un maledetto giorno di luglio 2023. Durante un controllo, infatti, i medici le avevano detto che il tumore si era ripresentato.

A quel punto le si è presentata di fronte una scelta drammatica: curarsi o portare avanti la gravidanza. Azzurra ha scelto la seconda e il piccolo Antonio è stato fatto nascere alla 32esima settimana. Dopodiché la 33enne ha ripreso le cure.

Troppo tardi

In quelle settimane però la malattia si era fatta troppo aggressiva, e così dopo otto mesi la giovane mamma è morta, lasciando un grandissimo vuoto nella comunità e soprattutto nella sua famiglia.

Tantissime le manifestazioni di affetto nei suoi confronti. I funerali saranno celebrati nel Duomo San Giovanni Battista di Oderzo mercoledì 17 aprile 2024. I famigliari hanno chiesto di non regalare fiori, ma piuttosto di fare delle offerte che saranno devolute al reparto di Neonatologia dell'ospedale di Treviso.

La storia di Glory

Una storia terribile e straziante, che commuove e fa stringere il cuore allo stesso tempo. E che ne ricorda un'altra avvenuta proprio a Treviso nel 2019. Glory Obibo, una giovane mamma nigeriana di 29 anni, aveva scoperto di avere un cancro all'inizio della gravidanza. Per evitare complicazioni alla figlia in arrivo aveva scelto di sottoporsi a cure meno invasive.

Glory Obibo

Anche per Glory la scoperta della malattia era avvenuta durante un controllo di routine, che aveva mostrato la presenza di un tumore al seno. Sottoposta a un'operazione chirurgica, si era scoperto che la malattia era oramai in stato avanzato.

Ma lei, per evitare problemi alla figlia che portava in grembo, aveva scelto una chemioterapia "soft", rimandando a dopo la nascita della bimba un percorso farmacologico più duro.

La figlia è nata sana, ma purtroppo per la mamma la situazione era già compromessa. E' morta tre mesi dopo.

Commenti
Daniele Pirola

Grazie infinite Alex per il tuo prezioso contributo

Alex

Per chi è credente che queste mamme siano nel regno dei cieli accanto al sommo creatore. Mi riporta la perdita della mia amata sorella per un brutto male, e incinta al 3° mese, in cui la pregavamo di abortire per avere una propabilità di salvarsi con le cure chemioterapiche. A tutta risposta nel nostro dolore fu la sola frase che ancora ricordo e ragelò tutti: "La mia vita non ha più importantanza, io muoio, ma lui deve nascere". lui il nostro amato nipote è nato; fin dalle elementari si è distinto nello studio. Sono trascorsi 25 anni, ora è un bellissimo ragazzo da 1.80, con laurea in medicina. A detta dei luminari in medicina non vi era chemio che l'avrebbe salvata.Che il signore mi perdoni e ci perdoni, per una vita che avremmo impedito di essere quel che è ora. Luca Perdono, il tuo amato zio !!!.

Luca

Queste mamme sono delle Sante , mi stupisco che nessuno lo abbia riferito al Santo Padre .

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