colpa della guerra (ma non solo)

Grano, pasta, pane: prezzi alle stelle. E la Russia minaccia di stoppare le esportazioni

Anche quando si è verificato un calo del costo della materia prima, il saldo finale per i consumatori è stato negativo.

Grano, pasta, pane: prezzi alle stelle. E la Russia minaccia di stoppare le esportazioni
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Una delle conseguenze della guerra è l'aumento del prezzo del grano, di cui Ucraina e Russia sono grandi esportatori. L'Italia (ma non solo) rischia di vedere schizzare in alto i prezzi di prodotti come pane, biscotti e pasta. Ma non è colpa solo del conflitto.

Intanto l'agenzia Interfax riporta una notizia che potrebbe avere conseguenze devastanti: la Russia potrebbe sospendere le esportazioni di grano, orzo e segale a partire dai prossimi giorni e fino al 30 giugno

Prezzo del grano e aumenti: cosa succede

Dopo gli aumenti vertiginosi delle scorse settimane, negli ultimi giorni il prezzo del grano tenero (che in Italia arriva in gran parte da Russia e Ucraina) ha frenato la sua corsa, scendendo dell'8,5%. Una netta inversione di tendenza con il calo settimanale più rilevante dall'agosto 2016 che segue però - sottolinea la Coldiretti - il balzo del 40,1% delle quotazioni del grano nella settimana precedente.

Una buona notizia, che dovrebbe voler dire in automatico calo dei prezzi. E invece il costo di pane e biscotti è in costante aumento: in media il prezzo è di 5,31 euro al chilo ma si registrano punte fino quasi a 10 euro al chilo.

 

Il grano duro e la pasta

Di contro, si verificano rincari anche su prodotti come la pasta, che si produce in gran parte con grano duro, che l'Italia importa da Paesi che nulla hanno a che fare (almeno direttamente) con il conflitto: Canada, Usa, Messico o Europa.

Un chilo di pasta in media è arrivato a costare 2 euro, con picchi di 4,71 euro al chilo in alcune città secondo Assoutenti e i dati Mise.

Perché aumentano i prezzi?

Ma perché, dunque, se cala il prezzo delle materie prime sale comunque quello dei prodotti? Perché a influire sul costo finale concorrono numerosi altri fattori (che costituiscono in parte maggioritaria il prezzo):   l’energia, il costo dei trasporti, l’affitto degli immobili e il costo del lavoro.

Speculatori in azione?

Secondo Coldiretti, la situazione sarebbe figlia dell'azione di speculatori, che sfrutterebbero la particolare congiuntura in cui ci troviamo per fare grossi guadagni (a scapito della collettività). In effetti, rincari importanti si sono visti anche per quanto riguarda benzina, frutta e pesce. Sull'aumento dei carburanti il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato apertamente di truffa e la Procura di Roma ha aperto un'indagine.

 

 

 

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