Un "super oss"

Arriva l'Assistente Infermiere: di cosa si occuperà e come diventarlo

I sindacati però sono perplessi: "Rischio abbassamento della qualità assistenziale"

Arriva l'Assistente Infermiere: di cosa si occuperà e come diventarlo
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Semaforo verde dalla Conferenza Stato Regioni per l'introduzione di una nuova figura professionale: l'Assistente Infermiere. Il via libera è arrivato il 3 ottobre 2024, con un provvedimento dedicato. Ma di cosa si tratta nello specifico e, soprattutto, come è stato recepito dai professionisti della sanità?

Nella medesima sede, sono stati - inoltre - sbloccati 4,5 miliardi di fondi destinati a progetti urgenti nel settore sanitario, con particolare attenzione all’edilizia ospedaliera e al potenziamento delle strutture in Molise. È stato anche approvato il finanziamento per le attività di prelievo e trapianto di organi per il 2024.

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Arriva l'Assistente Infermiere: cosa farà?

La Conferenza Stato-Regioni ha dato l'ok a diversi provvedimenti di grande interesse per la sanità, tra cui quelli più rilevanti riguardano proprio la revisione del profilo dell'Oss e la creazione dell'Assistente Infermiere, noto anche come "super Oss".

L'introduzione dell'Assistente Infermiere è una risposta alla carenza cronica di infermieri che si riscontra in Italia. Questa nuova figura si basa sull'esperienza e la qualifica dell'Operatore Socio Sanitario, ma con una formazione aggiuntiva che lo rende capace di collaborare ancora più strettamente con gli infermieri, occupandosi di attività sanitarie più specializzate.

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Il provvedimento definisce con precisione le competenze e le abilità che l’Oss deve possedere, oltre agli standard professionali da raggiungere. Viene anche stabilito un percorso di formazione specifico, mentre alle Regioni e alle province autonome è affidata la responsabilità di pianificare il fabbisogno di operatori e di organizzare i corsi di formazione, compresi i criteri di accesso.

L’Assistente Infermiere è un’evoluzione dell’Oss, che ottiene questa qualifica attraverso una formazione aggiuntiva. Oltre alle funzioni tipiche dell'Oss, l'Assistente Infermiere si occupa di attività sanitarie più complesse, sotto la guida dell'infermiere, con un focus particolare sull’assistenza diretta ai pazienti e sul supporto nell’organizzazione e nella gestione delle attività sanitarie.

In base alla gravità del paziente e all’organizzazione del contesto, l’Assistente Infermiere opera seguendo le indicazioni dell'infermiere e collaborando con altri professionisti. È anche responsabile dell’esecuzione corretta delle attività affidate, che includono tecniche di primo soccorso e interventi assistenziali sanitari.

Formazione e requisiti

Come per l'Oss, anche per l’Assistente Infermiere le Regioni e le province stabiliscono il fabbisogno formativo e professionale annuale e organizzano i corsi di formazione necessari, sempre nel rispetto delle direttive nazionali.

Il corso di formazione per il ruolo di assistente infermiere avrà una durata complessiva di almeno 500 ore, che dovrà essere svolta in un tempo non inferiore a 6 mesi e non superiore a 12 mesi. Coloro che vogliono ottenere la qualifica di assistente infermiere saranno obbligati anche a frequentare eventi formativi di aggiornamento, dedicati agli ambiti operativi di competenza: la durata dovrà essere di almeno un'ora per ogni mese lavorato nell'anno di riferimento, con possibilità di completare la formazione nel triennio successivo, a partire dall'anno seguente a quello in cui si consegue la qualifica.

Per accedere al ruolo di assistente infermiere è necessario avere la qualifica di operatore socio-sanitario o titolo equipollenti, un diploma di scuola superiore di secondo grado di cinque anni o di un altro titolo di studio di pari livello conseguito all'estero. Tra i requisiti fondamentali, anche la l'esperienza professionale come operatore socio-sanitario di almeno 24 mesi.

Il no della Fp Cgil: “Temiamo un abbassamento della qualità dell’assistenza”

Le reazioni fra i professionisti della sanità non sono tardate. Michele Vannini e Barbara Francavilla, segretari nazionali Fp Cgil, bocciando questa nuova figura:

"È un provvedimento per fronteggiare un'emergenza, quella della carenza infermieristica, di cui nessuno analizza le cause, limitandosi a prendere atto di un fenomeno che andrebbe arginato con misure concrete, in primo luogo l'incremento dei salari e la garanzia di poter lavorare con staff numericamente adeguati, orari rispettati e senza correre continuamente il rischio di essere aggrediti".

E ancora:

"La figura solleva anche un "tema di responsabilità, sempre a carico degli infermieri, che a noi pare pericolosamente sottovalutato ed una evidente cessione di attività in cambio della narrazione su un futuro, ad oggi molto simile a un miraggio, nel quale i pochi infermieri rimasti saranno qualcosa di più prossimo ai dirigenti. L'attenzione deve giocoforza spostarsi sulla necessità di vigilare e presidiare la fase applicativa, quella della definizione dei setting e della revisione dei parametri di accreditamento, per evitare che si verifichi quello che temiamo, un abbassamento della qualità dell'assistenza, con particolare riferimento alle strutture residenziali per anziani, i cui gestori privati sono stati non a caso tra i grandi sponsor dell'operazione, con l'obiettivo evidente di programmare nel tempo una riduzione del costo del lavoro", concludono.

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