In quanti lo hanno detto....

"Mollo tutto e apro un chiringuito ai Caraibi". Ma dopo due anni torna in Italia

La storia di Antonio Iannone, che da Como si è trasferito ad Aruba per aprire un food truck italiano, ma non è andata come sperava

"Mollo tutto e apro un chiringuito ai Caraibi". Ma dopo due anni torna in Italia
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Alzi la mano chi non l'ha detto almeno una volta nella vita: "Mollo tutto e me ne vado. Apro un bar sulla spiaggia". Una frase pronunciata in momenti di stanchezza e frustrazione, cui solitamente non segue nulla. Antonio Iannone, di Como, lo ha fatto davvero. Ma non è finita come sperava...

Mollo tutto e apro un chiringuito ai Caraibi

Il Milanese imbruttito ci ha fatto pure un film (che si intitola proprio "Mollo tutto e apro un chiringuito") ed è proprio la pagina web a raccontare la vicenda di Iannone.

Iannone, impiegato in una ditta farmaceutica svizzera, proseguiva con stabilità e routine, come quella di moltissimi altri. Ma evidentemente lui non era soddisfatto.

"Sveglia, corsa, doccia, 90 minuti di auto, lavoro, pausa pranzo, lavoro, 90 minuti di macchina, cena, film, letto. Lavoravo per avere una casa sempre più grande, una macchina sempre più potente, un orologio sempre più costoso. In breve, mi stavo lentamente spegnendo”.

Antonio Iannone

Il cambio di vita

A un certo punto la svolta: addio al lavoro in ditta e tre biglietti (uno per lui, uno per la moglie e uno per la figlia) per Aruba, dove sfruttando la sua passione per la cucina, decide di  aprire un food truck di cibo italiano per girare le spiagge caraibiche offrendo le prelibatezze della nostra cucina.

Non è tutto oro ciò che luccica...

Ma ben presto Iannone si accorge che non è tutto oro quel che luccica e che la vita sulle bianche spiagge caraibiche non è paradisiaca come ce la si attenderebbe. Come ha raccontato lui stesso al Milanese Imbruttito.

"Dietro la facciata turistica, fatta di spiagge e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa. Diseguaglianza sociale, povertà, nessuna educazione alimentare. C’è da considerare poi che, essendo un’isola, tutto è estremamente caro.  Su un’isola tutto è più caro e difficile da ottenere. Anche per un banale pezzo di ricambio possono volerci settimane”.

“E poi gli arubiani non sono proprio il popolo più ospitale del mondo.  Dimenticate i latini caldi e simpatici, ma pensate ad un popolo isolano colonizzato dagli olandesi… poi ovviamente ci sono le eccezioni”.

Alla fine, dunque, il ritorno in Italia, come freelance. Perché dopo due anni così tornare alla routine lavorativa fatta degli stessi ritmi giornalieri potrebbe essere un vero shock.

 

Commenti
Luigi Romano

Auba e' molto bella puoi tornare in vacanza

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