800mila file rubati

Ancora una banda di spioni: 4 arresti, 60indagati, "bucata" anche casella email di Mattarella

Gli "hacker" avevano contatti con servizi segreti e mafiosi, un giro da 3 milioni euro. L'ira di La Russa: "Pazzali lo conoscevo"

Ancora una banda di spioni: 4 arresti, 60indagati, "bucata" anche casella email di Mattarella
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Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai fratelli del rampollo, erede di Luxottica,  Leonardo Del Vecchio (spiati per motivi di eredità). La Dda di Milano ha scoperchiato un  "gigantesco mercato di informazioni personali" e riservate acquisite il modo illecito da banche dati strategiche per l'Italia, per essere rivendute a clienti del mondo dell'imprenditoria, e non solo...

Sergio Mattarella

"Teniamo in mano il Paese", si vantavano nelle intercettazioni.

Dossieraggio: Dda di Milano scoperchia il maxi sistema

La Dda di Milano, con l'indagine che venerdì scorso ha portato a quattro arresti e due sospensioni dal servizio, ha smantellato un network di presunti spioni guidato dall'ex super poliziotto Carmine Gallo, braccio operativo di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera di Milano e titolare di Equalize, la società di investigazione perno di una attività di dossieraggio a livello industriale per i magistrati "inquietante" in quanto avrebbe potuto essere in grado di "tenere in pugno" cittadini e istituzioni" e "condizionare" dinamiche "imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie".

Fra gli indagati, una sessantina, che rispondono di concorso negli accessi abusivi della presunta organizzazione - composta da hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell’ordine e con al centro pure intercettazioni abusive - figura anche Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del patron di Luxottica, che avrebbe chiesto e ottenuto informazioni sui fratelli per motivi di eredità e sull'allora fidanzata, modella e attrice, Jessica Michel Serfaty e il suo braccio destro Marco Talarico.

Leonardo Del Vecchio con Jessica Michel Serfaty

Oltre 3 milioni di profitti illeciti

Dagli atti dell'inchiesta emerge che nella rete dell'associazione con base in via Pattari, che avrebbe incassato un totale di oltre 3,1 milioni di euro di "profitti illeciti", sono finiti migliaia e migliaia di nomi ma anche le più alte cariche del nostro Paese. A destare l'allarme di inquirenti e investigatori è un dialogo intercettato che fa temere che la rete di Gallo e i suoi sodali sia arrivata in qualche modo al Quirinale.

Nell'archivio degli hacker ben 800mila file rubati.

Gli spiati

Si tratta di una sola intercettazione in mano al pm Francesco De Tommasi, che coordina l'indagine con l'aggiunto Alessandra Dolci e il procuratore Marcello Viola, su cui verranno fatti i riscontri con una maxi consulenza tecnica che riguarderà tutto il materiale sequestrato due giorni fa. Calamucci e Gallo, scrive il pubblico ministero, "lasciano intendere - di aver intercettato (...) un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella o comunque di essere riusciti (...) a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account". Dal Quirinale nessun commento sulla vicenda anche perchè "c'è un'inchiesta in corso". Nel mirino del gruppo, su richiesta di Pazzali, il quale avrebbe fatto "un uso incontrollato del dossieraggio" , ci sono anche anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

E ancora il presidente del Milan ed ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, numerosi giornalisti come Giovanni Dragoni del Sole 24 Ore e Giovanni Pons di Repubblica. È quanto emerge nelle oltre 500 pagine di ordinanza di misure cautelari del gip di Milano Fabrizio Filice. Tra gli obiettivi degli accessi abusivi a sistemi informatici alla ricerca di dati segreti e sensibili ci è finita anche Virginia von Furstenberg, nipote di Gianni Agnelli, il presidente delle Camere penali, avvocato Domenico Caiazza, Ginevra Caprotti della dinastia imprenditoriale di Esselunga.

Fra gli spiati figurano Matteo Renzi e Carlo Sangalli, attuale presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia, della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi e di Confcommercio Milano tra i tanti e addirittura sull'avvocato siciliano Piero Amara, il legale imputato per una serie di procedimenti sulle vicende dell'Eni e per il caso Loggia Ungheria.

Matteo Renzi

E spunta anche un tentativo di Pazzali di avere nel portafoglio clienti Amazon attraverso la responsabile di Italia Spagna. Insomma il gruppo spiava e agiva ad ampio raggio, come avevano lasciato intendere due degli arrestati, "con i report che abbiamo sputtaniamo tutta Italia".

Ira della politica

"Sono disgustato - è il commento del presidente del Senato - dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la 'colpa' di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati. Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui. Sono stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi”.

Enrico Pazzalli

Tuona anche la premier Giorgia Meloni, "nessuno Stato di diritto può tollerare questo."

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI

Per il ministro e leader di Forza Italia, Antonio Tajani "è una inaccettabile minaccia alla democrazia".

"La cosa più importante sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell'inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni, non autorizzate e non giustificate da nulla di legale e a tutela dell'interesse pubblico". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto sull'inchiesta della procura di Milano sui dossieraggi.

Il ministro ricorda di essere stato lui a lanciare l'allarme dossier da cui è partita l'inchiesta di Perugia ed aggiunge: "l'abuso non è finito, come si dimostra con l'inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito".

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto

"Le dimensioni ormai raggiunte dai fenomeni che stanno emergendo, che per me non sono che la punta dell'iceberg di un malcostume diffusissimo, debbano portare anche il Parlamento ad una riflessione su come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni", ha aggiunto Crosetto.

"Appoggi ad alto livello"

La presunta associazione per delinquere, al centro dell'inchiesta milanese sui dossieraggi, gode "di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri" e gli indagati "spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi", ha scritto negli atti il pm della Dda Francesco De Tommasi.

Il gruppo ha una struttura "a grappolo": ogni "componente" e "collaboratore" ha a sua volta "contatti nelle forze dell'ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni" con cui "reperire illecitamente dati".
La Procura di Milano effettuerà anche approfondimenti sulla presunta vendita di dati e informazioni sensibili verso l'estero, per verificare l'eventualità che siano finiti in altri Paesi.

Il precedente: dossieraggio o ficcanasaggio?

L'enorme bolla appena scoppiata riporta alla memoria il recente scandalo che ha visto coinvolto Vincenzo Coviello, bancario 52enne di Bitonto, provincia di Bari.

A stabilire se fosse solo un ficcanaso o se davvero vi siano dei mandanti nelle sue compulsive "spiate" ai conti correnti delle sorelle Meloni, Andrea Giambruno e parlamentari di rilievo, saranno le indagini in corso.

Ma non erano soltanto i politici di rilievo ad essere spiati da Coviello, bensì personalità pubbliche come Al Bano e Francesco Totti. Nel suo caso sarà fondamentale stabilire se vi sia davvero un "mandante politico" o solamente l'iniziativa, deprecabile, del singolo, mossa da pura curiosità.

La premier Meloni, suggerisce un possibile secondo "caso Striano", esploso nel marzo 2024, quando il finanziere Pasquale Striano, è finito sotto indagine a Perugia per una presunta attività di dossieraggio contro politici, imprenditori e vip avviata dalle denunce del ministro della Difesa Guido Crosetto.

Il bancario di Bitonto si è ritrovato al centro di una vicenda degna di una "spy story": l'ex impiegato di Intesa Sanpaolo, ha per mesi controllato i conti bancari di vip e politici. Scoperto dai colleghi e licenziato, ha spiegato che la sua era solo "curiosità" dettata da una personalità "maniaca del controllo", negando qualsiasi intento di dossieraggio come invece sospetta la presidente del Consiglio.

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