Tantissimi blackout in Italia

Altro che condizionatore o pace, lo usiamo così tanto che ci sono continui blackout

Il caldo afoso di giugno ha incrementato notevolmente l'utilizzo dei condizionatori: la richiesta di energia diventa così alta che i cavi elettrici non riescono a reggerla.

Altro che condizionatore o pace, lo usiamo così tanto che ci sono continui blackout
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Alla fatidica domanda del premier Draghi "Preferite la pace o il condizionatore acceso?", gli italiani hanno dato una risposta precisa: per contrastare il caldo afoso di giugno, alla fine hanno acceso l'aria condizionata per trovare rifugio sicuro dalle bollenti temperature.

Una decisione lecita che, tuttavia, complice il suo sovra-utilizzo e l'aumento dei consumi sta creando non poche problematiche: in diverse grandi città italiane, infatti, sono stati tantissimi i blackout che si sono verificati di recente a causa del caldo anomalo. Milano e Torino, su tutte, quelle dove si sono concentrare le maggiori segnalazioni. Colpa dell'Effetto Joule e dei cavi elettrici che non riescono a reggere l'elevata richiesta di energia. Le conseguenze, quindi, diventano inevitabili.

Altro che condizionatore o pace, qui lo usiamo così tanto che salta tutto

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Per quanto ci si possa concedere ad una buona causa come il raggiungimento della pace in Ucraina, resistere al caldo "infernale" che sta colpendo tutta la Penisola in questi giorni di metà giugno pare una missione quasi impossibile. Ecco perché gli italiani, al fatidico quesito del Premier Mario Draghi "Preferite la pace o il condizionatore acceso?", gli italiani hanno dato la loro risposta.

Temperature bollenti uguale aria condizionata a manetta uguale incremento dei consumi e quindi, sfortunatamente, altissimo utilizzo di energia e corrente elettrica. Le conseguenze, in questo senso, sono inevitabili: in questi ultimi giorni, in tantissime città italiane si sono verificati una serie di blackout che hanno lasciato senza elettricità vaste aree dei centri urbani, con le maggiori segnalazioni che si sono concentrate soprattutto a Milano e Torino.

Nel capoluogo lombardo la colonnina di mercurio che ha superato di gran lunga i 30°C ha portato Milano ad assorbire 25 gigawattora: il 10% in più rispetto al giorno prima, il 25% in più rispetto a una settimana prima e il 35% in più rispetto a un mese fa. Questo fatto quindi ha generato blackout a catena che hanno colpito sia le vie del centro e dei grandi negozi di corso Vittorio Emanuele, ma anche e soprattutto viale Certosa, Brera, Affori e la Bovisa. Nella giornata di giovedì 16 giugno 2022, ad esempio, il Duomo ha sospeso la salita sulle terrazze dopo il blocco di 45 minuti dell’ascensore, ripristinato solo grazie all’intervento dei tecnici Unareti.

A Torino, invece, la richiesta di energia ha fatto un balzo dell’11% in soli sette giorni. Per questo motivo i residenti di San Salvario e Vanchiglietta sono stati costretti a rimanere senza luce per tre ore. Lo stesso problema era già capitato a chi vive in Santa Rita, Borgo Po e zona Sud di Torino, tutti comuni della primissima cintura.

I motivi dei blackout

Come detto in precedenza, i motivi dei blackout sono da ricercare in un incremento eccessivo dei consumi di energia dovuti appunto al grande caldo di questi ultimi giorni. Come spiegato da Carlo Alberto Nucci, professore di sistemi elettrici per l’energia all’università di Bologna, in un'intervista a Repubblica, il problema principale riguarda i cavi elettrici che riescono a reggere una simile richiesta di energia, arrivando a surriscaldarsi completamente.

"È l’effetto Joule: se aumenti la corrente del 10%, i cavi si riscaldano del 20%".

Sebbene poi i cavi siano interrati, soprattutto nei grandi centri urbani, le temperature sono arrivate a toccare picchi di caldo talmente alto che il sistema elettrico non ha retto. Paolo Tenti, docente di reti elettriche moderne all’Università di Padova , afferma:

"Bisognerebbe rifare le reti cittadine, ma non è facile, Potenziarle non sarebbe un vantaggio in realtà, avrebbe più senso investire sul fotovoltaico, dotando gli impianti di batterie per l’accumulo".

Anche Nucci è d'accordo:

"Incentivare le comunità energetiche sarebbe una buona idea. Se i cavi sono un punto debole del nostro sistema, produrre energia dove la si consuma può essere una soluzione".

Il problema dei condizionatori

A causa dell'incremento dei consumi di energia ci sono soprattutto i condizionatori, il mezzo più agile attraverso cui combattere il caldo estivo nelle case e nei luoghi pubblici. Ma come testimoniato da Eurostat, in Italia il loro utilizzo è addirittura il triplo rispetto che al resto d'Europa: nella nostra Penisola l’energia consumata per scaldare le case nel continente è diminuita dell’11% in 40 anni, quella usata per raffreddarla è cresciuta del 300%.

Il problema della siccità

Ad aggravare, infine, una situazione già tanto complessa è il problema della siccità. Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, intervenendo al Blue Forum Italia Network, ha difatti dichiarato lo stato di crisi a causa della perdurante assenza di piogge. La secca del Po impedisce alle centrali termoelettriche di prelevare l’acqua per il raffreddamento: quella di Sermide, tra Mantova e Ferrara, è completamente ferma mentre Ostiglia, poco più a monte, funziona solo in parte.

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