Rischio sanitario

Alluvione in Emilia Romagna: quanto ci vuole ancora prima che l'acqua se ne vada via da Conselice e Molinella?

Siamo in terre di bonifica sul livello del mare: il dislivello non basta per far defluire l’acqua

Alluvione in Emilia Romagna: quanto ci vuole ancora prima che l'acqua se ne vada via da Conselice e Molinella?
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Alcuni comuni dell'Emilia Romagna si trovano ancora parzialmente ricoperti dall'acqua alta: eclatanti i casi di Selva Malvezzi di Molinella e Conselice. Quanto tempo ci vorrà prima che le strade tornino agibili e l'acqua non sia più una costante per i cittadini? Ma soprattutto cosa fare in questo momento, in cui si rischia l'emergenza sanitaria a causa delle acque reflue contaminate? Tanti gli abitanti che denunciano odori nauseabondi, conseguenza del ristagno delle acque.

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Al via anche diverse campagne vaccinali gratuite per i residenti contro il tetano e altre malattie infettive. Gli acquitrini, infatti, moltiplicano i rischi legati alla proliferazione di danzare che trasmettono i virus Chikungunya, Dengue e Zika.

Emilia Romagna: migliora la situazione a Conselice

Cauto ottimismo per le sorti di Conselice, fra i comuni in provincia di Ravenna maggiormente colpiti dalle conseguenze delle alluvioni delle scorse settimane. Il paese si trova a 36 chilometri dall’Adriatico ed è sopra il livello del mare di pochi metri, il dislivello non è sufficiente per far defluire l’acqua.

Per questo motivo, tuttora ci sono case allagate fino a un metro d’altezza e dopo dieci giorni di ristagno anche le conseguenze sanitarie si fanno serie. Grande dispiegamento di pompe e idrovore arrivate da ogni parte del mondo per liberare case e strade. L'acqua si sta riducendo sempre di più nella zona residenziale.

“Ancora con la massima attenzione – specifica la Sindaca Paola Pula – ricordo che le ultime misure messe in atto insieme ad Ausl sottolineavano un rischio potenziale di carattere sanitario, a causa dell’acqua stagnante da molti giorni e ovviamente sporca. Comprensibilmente c’è molta voglia di iniziare a pulire e asciugare le abitazioni e le attività che ora sono asciutte, ma bisogna continuare a prestare attenzione e utilizzare sistemi DPI adeguati quali guanti e stivali. Per questo motivo ancora per qualche giorno sarà possibile accedere alle abitazioni solo di giorno per iniziare il ripristino (pulizia, sanificazione) e si rimanda anche alle indicazioni diffuse da Ausl e Regione Emilia-Romagna contenenti le prime indicazioni e norme di comportamento per i cittadini residenti nelle zone alluvionate e per i volontari coinvolti”.

Insomma, un'ombra di ottimismo serpeggia nell'aria. In corso analisi e ripristino sulle criticità derivate dalla rete fognaria, anch’essa danneggiata dall’alluvione, che permetterà di avviare progressivamente gli svuotamenti di cantine e piani interrati che ora non è ancora possibile svuotare. Prosegue inoltre il piano di raccolta dei rifiuti da parte di Hera che ha ulteriormente potenziato il servizio per liberare il più velocemente possibile le strade dai rifiuti ingombranti già pronti per essere portati via.

Si segnala anche il pool di trattori e motopompe messi a disposizione da agricoltori e imprenditori locali in azione per abbassare il livello dell'acqua che sommergeva il centro abitato di Conselice e le campagne circostanti, come spiegato da Daniele Gieri presidente della sezione Coldiretti di Conselice. Anche nella giornata di ieri, domenica 28 maggio 2023, al lavoro ben 150 vigili del fuoco con 23 mezzi tra pompe e idrovore.

Acqua nera intorno alla multinazionale

E se il centro abitato di Conselice si sta liberando delle ultime sacche di acqua stagnante, una gigantesca chiazza di acqua nera circonda Unigrà, una multinazionale che ha a Conselice un importante insediamento produttivo, ora stritolato da un ristagno d’acqua maleodorante che ha fatto scattare l’ordinanza di evacuazione per ragioni igienico sanitarie. La situazione nelle campagne attorno al paesino resta gravissima. Le autorità sanitarie i stessi titolari rassicurano sostenendo che l’acqua non conterrebbe sostanze inquinanti, secondo la loro versione il colore nero sarebbe l’effetto del grano o di altri prodotti da lavorare che a causa del prolungato contatto con l’acqua e il fango che si è depositato in profondità avrebbero assunto quella colorazione scura.

Acqua nera intorno alla multinazionale

Molinella: potrebbe volerci un mese

Fra i comuni maggiormente colpiti dall'alluvione c'è anche Selva Malvezzi, frazione di Molinella (Bologna) dove l'acqua stagnante spaventa i residenti: “C'è un odore nauseabondo”, lamentano da giorni. La preoccupazione è infatti che in quell'acqua vi siano sostanze chimiche, rifiuti agricoli e industriali o reflui che provengono dalle fogne, con rischi per la salute.

Senza parlare dello spettacolo raccapricciante, dove l'acqua si è ritirata, di cadaveri di animali morti.

Si lavora alacremente, con i piedi nell'acqua (fortunatamente non vi è fango in eccesso), ma la situazione è ancora grave.

“C’è l’aiuto della polizia locale di Reggio e poi c’è la mobilitazione della comunità locale – le parole del sindaco, Dario Mantovani – chi ha avuto pochi danni aiuta gli altri”.

L’acqua resta stagnante nei cortili di molte case, per rendere agibili le palazzine ci potrebbe volere ancora un mese.

Selva Malvezzi sott'acqua

Regole sanitarie

Il Ministero della Salute e l’Azienda Unitaria Sanitaria Locale (Ausl) della Romagna mettono a disposizione sul proprio sito alcune indicazioni e norme di comportamento utili per ridurre il più possibile gli impatti a medio e lungo termine.

Innanzitutto, ricorda la Ausl, è importante controllare di avere una vaccinazione in corso di validità contro il tetano, che significa aver effettuato l’ultima dose di richiamo non più di dieci anni fa.

Lo stato vaccinale - si legge sulla pagina dedicata - può essere verificato sul Fascicolo Sanitario Elettronico o in alternativa per i residenti in Romagna può essere richiesto tramite mail a vaccinazioni.ra@auslromagna.it”.

Per chi necessita di effettuare il richiamo, il sito riporta inoltre gli ambulatori presso i quali sarà possibile farlo senza prendere appuntamento, rispettando gli orari indicati.

Un altro rischio per i residenti delle zone alluvionate è quello legato all’insorgenza di malattie gastrointestinali dovuto, come dicevamo, al contatto con acque reflue che potrebbero essere contaminate: per questo motivo è opportuno evitare di toccarsi naso occhi e bocca con le mani sporche di fango e seguire le indicazioni del proprio comune di residenza per quanto riguarda la potabilità dell’acqua erogata attraverso gli acquedotti.

Non accendere luce, gas o elettrodomestici se gli impianti elettrici o le prese sono bagnate, e attendere l’ispezione ed eventualmente il via libera da parte del personale qualificato. Inoltre, la presenza di acqua e in generale di umidità all’interno degli edifici può causare la formazione di muffe potenzialmente pericolose per la salute: in caso di contatto ravvicinato durante le operazioni di sgombero o ripristino, è consigliabile coprire naso e bocca con un fazzoletto o, ancora meglio, con mascherine di tipo FFP2.

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