presenza consolidata

Alle riunioni del Cda di Logitech ormai è presenza fissa un agente di intelligenza artificiale

"Se non si ha un agente AI in ogni riunione, si perde parte della produttività", spiega la CEO Hanneke Faber

Alle riunioni del Cda di Logitech ormai è presenza fissa un agente di intelligenza artificiale

In un mondo in cui la tecnologia evolve a velocità vertiginosa, prendere decisioni rapide è essenziale, soprattutto per chi guida aziende nel settore tech. È il caso di Logitech, nota per la produzione di accessori per computer e dispositivi elettronici. La CEO Hanneke Faber ha spiegato durante il Fortune Most Powerful Women Summit a Washington che agenti di intelligenza artificiale sono ormai una presenza fissa nelle riunioni del consiglio di amministrazione.

“Utilizziamo già agenti di intelligenza artificiale in quasi tutte le riunioni del Consiglio di amministrazione”, ha dichiarato Faber, sottolineando come questi strumenti stiano trasformando la gestione delle decisioni strategiche.

Agente IA vs chatbot: una differenza fondamentale

Molti confondono gli agenti AI con i normali chatbot, ma le differenze sono sostanziali:

Quando ci riferiamo ai chatbot, parliamo di strumenti passivi progettati per rispondere a domande predefinite o seguire script specifici, come il supporto clienti o le FAQ. Non prendono decisioni autonome e si limitano a interazioni guidate.

Un agente di intelligenza artificiale è un sistema proattivo e autonomo che analizza dati, sintetizza informazioni e suggerisce azioni. Decisamente un passo in più. Possono, infatti, partecipare a discussioni strategiche, monitorare scenari complessi e identificare lacune o rischi senza intervento umano continuo. L’agente IA di Logitech, ad esempio, sintetizza i dibattiti del Cda, suggerisce idee e ha accesso in tempo reale a documenti e report aziendali. Interagisce a tutto tondo.

In sostanza è un chatbot specializzato su un determinato argomento e su uno specifico ruolo, che può partecipare a una riunione “dicendo la sua” mano a mano nell’evolversi della discussione o fornire risposte ad hoc, se interrogato.

“Man mano che si evolvono – e alcuni dei migliori agenti o assistenti che abbiamo contribuito a sviluppare fanno effettivamente le cose da soli – questo comporta una serie di aspetti di governance”, ha aggiunto Faber. “Bisogna tenere a mente e assicurarsi di voler davvero che quel bot agisca. Ma se non si ha un agente di intelligenza artificiale in ogni riunione, si perde parte della produttività. Quel bot, in tempo reale, ha accesso a tutto”.

“Pone domande sempre più strategiche”

Non è solo Logitech a sperimentare l’uso avanzato dell’AI. Reshema Kemps-Polanco, vicepresidente esecutivo e direttore commerciale di Novartis, ha spiegato di aver addestrato un bot IA per gestire un “lancio commerciale molto rigoroso”.

“Il bot viene addestrato a valutare il piano di lancio del team e sta diventando sempre più intelligente nel porre domande strategiche“, ha detto Kemps-Polanco. “È addestrato a cercare lacune nel piano. In un paio di casi… ha effettivamente individuato due o tre aspetti che potrei aver trascurato, aspetti che avrebbero comunque aggiunto valore”.

I dati (validi) sono tutto

Anche Tracey Massey, direttore operativo della società Niq, ha ricordato l’importanza di dati validi:

“È fondamentale disporre di dati davvero validi. Poi si costruiscono le analisi su di essi”.

Per le aziende più piccole con risorse limitate e piattaforme legacy, questo può rappresentare una sfida, ma Massey ha precisato che l’IA è ancora agli inizi e c’è tempo per recuperare.

Il messaggio degli esperti è chiaro: la corsa all’adozione dell’intelligenza artificiale procede a ritmi vertiginosi e molti team dirigenziali si sentono in ritardo. Eppure, lo sviluppo dell’AI è ancora nelle prime fasi.

Il confine tra tecnologia e governance si fa sempre più sottile. L’IA non è più un semplice strumento di supporto, ma una presenza strategica, capace di analizzare, sintetizzare e suggerire azioni cruciali. Con un discreto livello di autonomia…