Studio del Politecnico di Torino

Aiuto: trovate microplastiche persino sulla neve ad alta quota

La ricerca ha coinvolto 4 rifugi alpini ‘pilota’, 8 scuole, 33 classi, ben 660 studenti (dalle elementari alle scuole superiori).

Aiuto: trovate microplastiche persino sulla neve ad alta quota
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Sì è vero, c'è stato (c'è) il Covid, ora la guerra e la lingua va a battere sui denti che fanno male di più, ma non dimentichiamoci un'altra, forse ancor più pressante, emergenza sospesa come una spada di Damocle sulle nostre teste: i cambiamenti climatici.

Alok Sharma, presidente di turno della conferenza Onu sul clima COP26, lo scorso agosto è stato chiaro:

"Cambiamenti mai così veloci, alcuni già irreversibili: abbiamo solo 10 anni per metterci una pezza".

E il vero problema è che sappiamo già ora che non ce la faremo mai.

Microplastiche persino sulla neve ad alta quota

L'inquinamento da microplastiche è solo una delle tante "sentinelle": e la novità allarmante è che abbiamo scoperto che coinvolge anche le vette più alte dell'arco alpino.

Sono talmente diffuse, che sulle montagne ad alta quota il problema non sono le microplastiche abbandonate dall'uomo, ma addirittura quelle "trasportate" dagli agenti atmosferici.

Lo ha rilevato un recente studio dell'università di Torino effettuato lungo le creste alpine, presentato lo scorso 3 marzo 2022, nel capoluogo piemontese.

Lo studio

Lo studio svolto dal Politecnico di Torino nel corso del 2021, per A-Stop the ALPs becoming Plastic Mountains - Evitiamo che le Alpi diventino montagne di plastica, è stato possibile effettuando ben 23 escursioni, di cui 15 con pulizia dei 197 km di sentieri.

La spedizione

Come dicevamo, le ricerche in merito hanno dimostrato quanto le Alpi italiane non siano immuni dall'inquinamento delle microplastiche che sempre di più stanno soffocando gli oceani e i fiumi in generale.

"Ci abbiamo lavorato un anno, ci lavoreremo un altro anno e mezzo – ha detto Franco Borgogno, responsabile Progetti Ambientali dello European Research Institute – Per produrre conoscenza, non solo dell'inquinamento che spargiamo anche a 3000 metri, ma anche del valore che la natura e le Alpi hanno per tutti noi”.

La quantità di rifiuti raccolti

Durante le escursioni sono stati raccolti ben 98 kg di rifiuti di plastica (circa mezzo chilo a km), effettuati 20 campionamenti di neve prelevati in 5 aree della Alpi occidentali dal versante piemontese del Gran Paradiso alle Alpi Marittime, grazie all'aiuto di 238 volontari.

Numeri che fanno impressione, ricordando lo stato di salute globale del pianeta:

La soglia dell’aumento della temperatura media del pianeta di 1,5 gradi centigradi sarà raggiunta attorno al 2030, dieci anni prima del previsto, e anche se non si supererà tale soglia, preannuncia l’Ipcc, il pianeta subirà un aumento “senza precedenti” degli eventi meteorologici estremi. Impatti come lo scioglimento dei ghiacci o l’aumento del livello dei mari sono ormai “irreversibili per secoli o millenni”.

I soggetti coinvolti

Per questo importante studio sulla salute dell'ambiente, sono stati coinvolti 4 rifugi alpini ‘pilota’, 8 scuole, 33 classi, ben 660 studenti (dalle elementari alle scuole superiori).

Inoltre, sono stati svolti 19 eventi di formazione (56 ore di didattica) per professionisti della montagna, che ha visto la partecipazione di 380 persone.

"Con il nuovo progetto CleanAlps, che durerà fino al luglio 2023 finanziato da The North Face Explore Fund - spiega Franco Borgogno, responsabile Progetti Ambientali dello European Research Institute - arriveremo a 40 interventi di pulizia sui sentieri di tutte le Alpi nord-occidentali, formeremo professionisti della montagna e relativi amministratori, e svolgeremo ulteriori interventi educativi nelle scuole".

Le finalità

Il progetto, che si è sviluppato su diversi livelli (sensibilizzazione all'inquinamento, educazione, formazione prevenzione e ricerca), è stato ideato e realizzato dall’European Research Institute di Torino, supportato dal Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino, coordinato dalla professoressa Debora Fino e dall’ingegner Camilla Galletti.

Il principale obiettivo del progetto è quello di proteggere le montagne dall'inquinamento della plastica, che mette a rischio la biodiversità e in generale l'ambiente.

"Una Università pubblica al servizio del Paesesi deve impegnare - sottolinea Debora Fino - per proteggere e salvaguardare uno tra i beni più preziosi che abbiamo, le Alpi".

I finanziamenti

Stop the ALPs becoming plastic mountains (finanziato dal European Outdoor Conservation Association) si è svolto in collaborazione con i rifugi Guido Muzio (valle Orco-Gran Paradiso), Les Montagnards (val d’Ala-valli di Lanzo), Selleries (val Chisone-Parco Orsiera Rocciavré) e Pagarì (valle Gesso-Parco Alpi Marittime).

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