È una delle più grandi operazioni di sicurezza nella storia dell’aviazione commerciale: circa 6.000 aeromobili della famiglia Airbus A320 sono stati richiamati per un urgente aggiornamento del software di bordo, dopo che è emerso un possibile malfunzionamento causato da un’intensa attività di radiazioni solari. Si tratta di metà della flotta globale Airbus e l’intervento sta già provocando cancellazioni e ritardi in numerosi aeroporti del mondo.
EASA issues Emergency Airworthiness Directive for Airbus A320 family aircraft Elevator aileron computers (ELAC). https://t.co/5ezWUuqr7h pic.twitter.com/VGMh1TWhLN
— Flightradar24 (@flightradar24) November 28, 2025
L’origine dell’allarme: l’incidente del 30 ottobre
Il provvedimento è stato attivato dopo un episodio considerato grave: lo scorso 30 ottobre, un A320 della JetBlue in volo tra Messico e Stati Uniti ha iniziato una picchiata improvvisa e incontrollata durante la fase di crociera, con pilota automatico inserito. L’aereo è tornato in quota dopo alcuni secondi, ma è stato costretto a un atterraggio di emergenza a Tampa, in Florida. Una quindicina di persone sono rimaste ferite.
Secondo Airbus, l’analisi dell’evento ha rivelato che radiazioni solari intense possono corrompere i dati critici dei sistemi di controllo del volo.
Il software sotto accusa
Il problema riguarda in particolare gli “Elevator Aileron Computers” (ELAC), sistemi che gestiscono stabilizzatore e alettoni e intervengono in caso di parametri di volo anomali.
L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha emesso una direttiva d’emergenza, imponendo che l’intervento debba essere completato prima del prossimo volo, bloccando di fatto a terra gli aeromobili interessati.

Il ripristino della versione software precedente è una procedura semplice, ma per circa 1.000 velivoli potrebbe servire anche un riallineamento dell’hardware, con tempi che vanno da poche ore a diverse settimane.
Airbus ha ammesso il difetto e ha chiesto un’azione immediata:
“L’intensa radiazione solare può corrompere i dati critici per il funzionamento dei comandi di volo. Ci scusiamo per l’inconveniente causato e collaboreremo a stretto contatto con gli operatori, mantenendo la sicurezza come priorità assoluta e fondamentale“.
Le compagnie aeree maggiormente colpite
La famiglia A320 (che include A319 e A321) è tra le più utilizzate al mondo sulle rotte di breve e medio raggio: si contano oggi circa 11.300 aeromobili in servizio globale. Quattro dei dieci maggiori operatori sono americani: American Airlines, Delta Air Lines, JetBlue e United Airlines.
Già migliaia di voli sono stati cancellati o ritardati. Gli effetti del richiamo si stanno facendo sentire in modo diverso a seconda delle compagnie aeree. In Giappone, la situazione è particolarmente critica per All Nippon Airways (ANA), che ha già dovuto cancellare 95 voli domestici in un solo giorno, coinvolgendo circa 13.200 passeggeri. La compagnia deve aggiornare 34 aeromobili della famiglia A320. Al contrario, Japan Airlines (JAL) ha dichiarato che nessuno dei suoi aerei rientra tra quelli coinvolti e quindi non prevede disagi operativi.

In India, le compagnie IndiGo, Air India e Air India Express stanno affrontando difficoltà consistenti, con tra 200 e 250 voli cancellati o ritardati, e la previsione di ulteriori impatti nei prossimi giorni. In America Latina, la compagnia colombiana Avianca è tra le più colpite: oltre il 70% della sua flotta è interessato dal problema e, per questo motivo, la compagnia ha sospeso temporaneamente la vendita dei biglietti fino all’8 dicembre. Anche in Messico, la low-cost Volaris ha registrato ritardi e cancellazioni per tre giorni consecutivi.
In Europa, Air France ha già cancellato 35 voli e ha informato che verranno comunicate presto ulteriori misure operative. EasyJet, invece, ha agito in anticipo: la compagnia ha dichiarato di aver già completato gran parte degli aggiornamenti software sulla propria flotta, limitando quindi i disagi. Lufthansa – insieme alla controllata Ita Airways – prevede solo un piccolo numero di cancellazioni o ritardi, ma resta in monitoraggio costante. Infine, Ryanair non è coinvolta nell’emergenza, poiché utilizza solo aeromobili Boeing e quindi non ha subito alcuna conseguenza dal richiamo Airbus.
Previsioni per i prossimi giorni
L’intervento su molte compagnie è già iniziato nel weekend tra il 28 e il 30 novembre, con l’obiettivo di completare gli aggiornamenti tra un volo e l’altro o durante i controlli notturni. Tuttavia, la possibilità di dover intervenire anche sull’hardware rende la situazione instabile: mille velivoli potrebbero rimanere a terra per settimane.
Gli esperti parlano di “giornate difficili per il trasporto aereo globale”, proprio nel momento in cui sta entrando nel vivo la stagione degli spostamenti per le festività. Non sono segnalati, al momento, problemi negli aeroporti italiani.