Sperimentazione a Pavia

Affetta da polmonite da Covid-19, paziente 43enne salvata con primo trapianto di cellule del midollo

Era ricoverata da 4 mesi in terapia intensiva: grazie al trapianto di cellule Mesenchimali la 43enne ha riscontrato un importante miglioramento dell'ossigenazione dei polmoni.

Affetta da polmonite da Covid-19, paziente 43enne salvata con primo trapianto di cellule del midollo
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Era ricoverata da 4 mesi in terapia intensiva all'ospedale San Giuseppe di Empoli per una grave forma di polmonite da Covid-19. La giovane paziente di 43 anni è stata sottoposta al primo trapianto di cellule del midollo-osseo effettuato in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia: si tratta di una terapia sperimentale eseguita con successo che fatto riscontrare un importante miglioramento dell'ossigenazione dei polmoni.

Primo trapianto di midollo osseo contro polmonite Covid-19

A distanza di pochi giorni dalla somministrazione sono emersi i primi risultati con un importante miglioramento dell'ossigenazione della paziente e dopo qualche settimana i polmoni hanno cominciato a diventare meno rigidi permettendo così la fase di svezzamento respiratorio.

Come raccontato da "Prima Pavia", è stato effettuato con successo il primo trapianto di Cellule Stromali Mesenchimali (MSC) in una giovane paziente di 43 anni ricoverata, per 4 mesi, per una grave forma di polmonite da Covid 19 presso la terapia intensiva dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli (FI), diretta dal dr Rosario Spina.

L’applicazione della terapia sperimentale è stata possibile grazie alla collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia, in cui è avvenuto il primo studio, autorizzato da AIFA per la produzione del farmaco per questo tipo di terapia e dall’Istituto Superiore Sanità nella valutazione degli esiti.

Il trapianto di cellule mesenchimali presso la terapia intensiva di Empoli è stato possibile grazie ad un percorso organizzativo che ha visto coinvolti la dr.ssa Silvia Guarducci, direzione sanitaria Ospedale San Giuseppe, dr Roberto Biagini, Vice direttore sanitario Asl Centro, dr Piero Luigi Perruccio e dr Leonello Guidi task force aziendale per la sperimentazione clinica e comitato etico di area vasta centro, la dott.ssa  Serena Urbani, laboratorio Trapianti Midollo Osseo e il dr Riccardo Saccardi reparto Terapie Cellulari e Medicina Trasfusionale dell'Azienda Careggi.

Il trasporto da Pavia a Empoli a -200 gradi

Le cellule mesenchimali sono state trasportate a – 200 gradi dal laboratorio di Pavia a Empoli, grazie alla preziosa collaborazione della Protezione Civile.

“Sono soddisfatto degli esiti. La paziente sottoposta a due somministrazioni di terapia, si era negativizzata dal Covid 19, ma aveva sviluppato un grave danno tissutale fibrotico che si osserva in circa il 30% dei pazienti dopo il Covid-19, in ventilazione meccanica per sindrome da distress respiratorio acuto- sottolinea il dr Spina- Questa grave condizione ha comportato una lunga assistenza respiratoria in terapia intensiva da oltre 3 mesi . Le possibilità di sopravvivenza sarebbero state il trapianto polmonare , controindicato per l' elevata mortalità in fase acuta della malattia generata dal Covid 19, oppure il trapianto di Cellule Stromali Mesenchimali (MSC).”

A cosa servono le cellule mesenchimali?

Le cellule mesenchimali del midollo osseo vengono utilizzate per il trattamento delle complicanze post trapianto sfruttando le loro proprietà immunomodulanti e la capacità di controllare il rischio di rigetto o della cosiddetta malattia del trapianto contro l’ospite.

La loro proprietà di riparazione dei tessuti ha convinto alcuni professionisti del Policlinico San Matteo di Pavia ad avviare una prima sperimentazione per somministrare queste cellule nei pazienti ricoverati per Covid 19 in terapia intensiva, sfruttando la capacità delle stesse di spegnere reazioni infiammatorie e contrastare il danno tissutale fibrotico. Lo studio sperimentale, avvenuto con successo presso il policlinico di Pavia, è stato condotto da un’equipe multidisciplinare di clinici e ricercatori delle unità di Anestesia e Rianimazione II, diretta dal dottor Mirko Belliato, e dalla Cell Factory, da cui provengono le cellule, di cui è responsabile la dottoressa Patrizia Comoli.

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