Ad Alzano c'erano già più di 100 contagiati quando fu scoperto il primo caso Covid
Depositata in Procura la documentazione del microbiologo su quanto accaduto nel paese bergamasco.
Quando ad Alzano fu scoperto il primo caso Covid, in paese c'erano già cento contagiati. E' la conclusione (per certi versi shock) cui è arrivato il microbiologo Andrea Crisanti, incaricato dalla Procura di Bergamo di redigere una maxi consulenza su quanto accaduto nel piccolo centro orobico, diventato uno degli "epicentri" della prima ondata di Coronavirus in Italia. Una perizia che è stata depositata questa mattina, venerdì 14 gennaio 2022.
La perizia di Crisanti su Alzano: 100 contagi quando fu scoperto il primo caso
Come racconta Prima Bergamo, questa mattina, venerdì 14 gennaio, il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti si è presentato in Procura a Bergamo per consegnare la relazione affidatagli dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del Covid. E le conclusioni cui è arrivato su Alzano sono destinate a fare scalpore.
La perizia era stata commissionata a Crisanti per far luce su ciò che è accaduto in una provincia (Bergamo) che ha visto l’aumento della mortalità più alto al mondo, +570%. Il lavoro del consulente tecnico, potrà servire agli inquirenti per stabilire eventuali responsabilità di Regione Lombardia o del Governo e per chiarire gli interrogativi rimasti aperti in merito alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, alla non applicazione del piano pandemico e alla gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo quando venne diagnosticato il primo caso di Covid in provincia, il 23 febbraio 2020.
Secondo Crisanti però il giorno d’inizio della pandemia in Italia e nella Bergamasca dovrebbe essere retrodatato.
"Quando fu scoperto il primo paziente all’ospedale di Alzano c’erano già 100 persone contagiate".
Insomma, altro che il paziente zero di Codogno, nella Bergamasca la situazione sarebbe stata già parecchio problematica.
Cosa succede ora?
In base anche alle risultanze della perizia di Crisanti (che ha parlato di oltre 10.000 documenti) la Procura orobica dovrà decidere se archiviare l’inchiesta, oppure no. L’ipotesi dell’archiviazione riguarda la configurabilità dell’epidemia colposa per condotte omissive, visto che al momento, la giurisprudenza non riconosce il reato.
Una delle ipotesi al vaglio è se ci siano gli estremi per cambiare l’imputazione con il reato di omicidio colposo. E la difficoltà starebbe proprio nel dimostrare la colpa, ossia la prevedibilità degli eventi lesivi. Lo stesso Crisanti, intervistato fuori dagli uffici della Procura, ha parlato di errori che se ci sono stati sono stati commessi in buona fede. In sostanza, in base alle competenze e alla conoscenza del virus (nulla) che c'era allora.