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A Milano la Comunità ebraica diserta le commemorazioni in polemica con l'Anpi

"Interventi sbagliati": il rabbino capo critica anche Papa Francesco

A Milano la Comunità ebraica diserta le commemorazioni in polemica con l'Anpi
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Le celebrazione del Giorno della Memoria a Milano per il 2025 è stata accompagnata da una profonda spaccatura tra la Comunità Ebraica locale e l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi). La decisione della Comunità Ebraica di non partecipare ad alcune iniziative ufficiali ha acceso il dibattito su un tema delicato, intrecciando questioni storiche, politiche e morali.

Comunità ebraica milanese contro Anpi: le ragioni della polemica

Il motivo del dissenso è legato ad alcune dichiarazioni dell’Anpi, che hanno definito “genocidio” la distruzione della Striscia di Gaza da parte di Israele e il massacro di oltre 45 mila palestinesi, un contesto riferito agli eventi successivi al 7 ottobre 2023. In quella data, i terroristi di Hamas hanno compiuto un attacco contro Israele, uccidendo circa 1.200 persone in un massacro che ha scioccato il mondo intero. L’uso del termine “genocidio” da parte dell’Anpi ha scatenato una reazione forte da parte della Comunità Ebraica milanese, che lo ha percepito come un attacco non solo al governo israeliano, ma all’intero Stato d’Israele.

“Accusarci di antisemitismo è un po’ ridicolo, verrebbe quasi da ridere” ha replicato l’Anpi, cercando di ridimensionare la questione.

Tuttavia, la tensione rimane alta, e la scelta della Comunità Ebraica di disertare gli eventi del Giorno della Memoria è un segnale evidente del profondo disagio.

Le dichiarazioni delle parti

Il presidente della Comunità milanese, Walker Meghnagi:

“La nostra non è una polemica ma non possiamo accettare di avere a che fare con l’Anpi che usa il termine genocidio per definire quanto accade a Gaza. Non si possono prendere posizioni diverse perché la memoria è una, ci vuole buonsenso. È inutile fare finta di nulla”.

Walker Meghnagi

L’ex presidente dell’Anpi Milano, Roberto Cenati, ha cercato di offrire un’analisi equilibrata:

“Capisco l’irritazione da parte della Comunità Ebraica milanese, perché purtroppo l’Anpi Milano e nazionale, che sono molto legate, non possono pensare di tenere quei rapporti saldi che c’erano fino a qualche anno fa se ogni giorno ci sono attacchi, non tanto al governo Netanyahu, ma allo Stato d’Israele."

Il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha rivolto un appello all’unità, sottolineando l’importanza del Giorno della Memoria:

“Lunedì 27 gennaio, il Paese intero si riunirà attorno ai tanti, troppi volti e storie di deportazioni e inauditi massacri. È il Giorno della Memoria in particolare della Shoah, la cui incancellabile responsabilità ricade sui nazisti tedeschi, sui fascisti italiani e sui collaborazionisti di vari Paesi. Nessuno può e deve dimenticare.”

Pagliarulo ha respinto le polemiche definendole “sterili e strumentali”, e ha auspicato che esempi di collaborazione, come quello tra Anpi, Comunità Ebraica e Aned a Firenze, possano ispirare un ritorno all’unità anche altrove.

Il nodo delle relazioni con il Vaticano

La tensione non si limita al rapporto con l’Anpi, ma si estende anche alle relazioni con il Vaticano. Il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, ha espresso il proprio disappunto per alcune dichiarazioni di Papa Francesco sulla guerra in Medio Oriente, in particolare sull’interrogativo sollevato dal Pontefice riguardo a un possibile “genocidio” a Gaza. Questo commento, già criticato dall’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, ha riacceso le preoccupazioni della Comunità Ebraica sulla percezione della tragedia mediorientale da parte della Chiesa.

Come sta Papa Francesco
Papa Francesco

“Alcuni interventi del Pontefice sono stati sbagliati e credo sia necessario avere un atteggiamento più equilibrato nei confronti della questione mediorientale,” ha affermato Arbib durante il suo intervento presso la Sinagoga di Milano per il Giorno della Memoria. Il rabbino ha evidenziato una mancanza di empatia da parte della Chiesa verso Israele e verso gli ostaggi catturati da Hamas, sottolineando il rischio di una sottovalutazione della crescita dell’antigiudaismo."

A inasprire ulteriormente il clima, i continui insulti antisemiti rivolti alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e figura simbolo della Shoah. La Comunità Ebraica di Milano, in seguito agli attacchi social degli ultimi mesi, ha chiesto un inasprimento delle pene per chi si rende protagonista di questi episodi.

Liliana Segre
Liliana Segre

“Le condanne devono essere molto più dure” ha dichiarato il presidente Walker Meghnagi, sostenendo che i risarcimenti non siano sufficienti per contrastare l’antisemitismo crescente.

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