Vertiginoso aumento

A Lampedusa 11 sbarchi in poche ore: arrivati 670 migranti

Aprile cancella il calo registrato dal Governo: +35% sull'anno scorso

A Lampedusa 11 sbarchi in poche ore: arrivati 670 migranti
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L’emergenza migratoria torna a bussare alle porte di Lampedusa. In una sola giornata, quella di giovedì 1° maggio, l’isola ha registrato undici sbarchi nel giro di dieci ore, con un totale di 670 migranti approdati sulle sue coste.

Un dato che ribalta le statistiche ottimistiche diffuse dal governo appena poche settimane fa.

11 sbarchi a Lampedusa in poche ore

Le motovedette della Capitaneria di porto, della Guardia di Finanza e dell’agenzia Frontex hanno soccorso dieci barconi partiti dalla Libia nell'arco di dieci ore.

Un undicesimo natante, invece, è salpato da Monastir, in Tunisia, ed è approdato autonomamente a Cala Galera con 49 migranti a bordo provenienti da Guinea, Sudan e Nigeria.

Ad accoglierli, e bloccarli, sono stati i carabinieri della tenenza locale, che però non hanno rintracciato l’imbarcazione usata per la traversata. I migranti hanno raccontato di aver pagato 500 euro a testa per il viaggio.

Aumenta la pressione sull'hotspot

Nel complesso, da giovedì scorso sono sbarcati a Lampedusa almeno 900 migranti: 599 salvati dalla Guardia di Finanza, 184 dalla Capitaneria e 117 giunti autonomamente.

La pressione sull’hotspot dell’isola aumenta notevolmente con disagi significativi: nella sola serata di ieri, nonostante il trasferimento di 580 persone, i presenti erano 765.

Il 29 aprile si era toccato un picco di 935 ospiti, con un successivo trasferimento di emergenza di 265 migranti verso Porto Empedocle.

Gli arrivi dalla Libia

Tra i migranti soccorsi nei giorni precedenti c'erano due gruppi salpati dalle spiagge libiche di Surman e Zawya: uno composto da 124 persone (28 donne e 9 minori), l’altro da 121 (12 donne e 4 minori).

I testimoni hanno riferito di aver pagato dai 3.500 agli 11mila euro per il viaggio, affrontato da cittadini bengalesi, pakistani, egiziani, etiopi, sudanesi, somali e nigeriani.

Ad aprile +35% di sbarchi rispetto all'anno scorso

L’impennata di arrivi via mare smorza l'entusiasmo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che il 10 aprile rivendicava una “diminuzione degli sbarchi del 30% rispetto al 2024” grazie agli accordi internazionali sottoscritti dal governo.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

A fine aprile, però, il trend si è capovolto. Con oltre 1.800 arrivi nella sola ultima settimana del mese, aprile si è chiuso con 6.400 sbarchi complessivi, segnando un incremento del 35% rispetto allo stesso periodo del 2024 (4.721 arrivi). Secondo quanto riportato dalla Polizia, nel 2024, rispetto al 2023, erano crollati gli sbarchi.

Il conteggio complessivo del 2025 ha già raggiunto quota 15.543, quasi pari ai 16mila registrati nei primi quattro mesi dell’anno scorso.

Il Bangladesh il Paese con più arrivi

Il Bangladesh si conferma la prima nazionalità per numero di arrivi via mare con 5.796 migranti sbarcati al 30 aprile. Seguono gli eritrei con 1.748 arrivi (triplicati rispetto a marzo), e i pakistani con 1.675.

Altri arrivi significativi si registrano da Egitto (1.575), Siria (937), Etiopia (752), Sudan (564), Somalia (394), Tunisia (246) e Mali (195).

Funziona solo l'accordo con la Tunisia

Particolarmente significativa è la flessione dei tunisini, che nel 2024 rappresentavano l’11.5% degli sbarchi totali, mentre nel 2025 sono scesi all’1.5%. L'accordo di riammissione con la Tunisia è l’unico a funzionare realmente.

Su 5.414 persone rimpatriate nel 2024, 1.974 erano tunisini. A seguire gli egiziani (359) e con numeri nettamente inferiori nonostante gli alti numeri di arrivi, i bangladesi (73).

L’ennesima ondata migratoria mette in luce le fragilità del sistema di accoglienza italiano e l’instabilità persistente lungo le rotte del Mediterraneo.

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