L'ALLARME

Il 20% delle spiagge e le case di 800mila italiani a rischio di essere sommerse entro il 2050

Il report della Società Geografica Italiana lancia l'allarme sull'innalzamento del mare

Il 20% delle spiagge e le case di 800mila italiani a rischio di essere sommerse entro il 2050

Il mare avanza e l’Italia rischia di perdere una parte importante delle proprie coste. Secondo il XVII Rapporto “Paesaggi sommersi” della Società Geografica Italiana, presentato a Roma martedì 28 ottobre 2025, entro il 2050 circa il 20% delle spiagge italiane potrebbe scomparire sotto l’acqua. Alla fine del secolo la quota potrebbe salire fino al 40-45%, mettendo a rischio le abitazioni di oltre 800 mila persone.

Le aree più vulnerabili

Il Rapporto traccia una mappa dettagliata dei territori più esposti: in prima linea l’Alto Adriatico, seguito dalla costa pugliese intorno al Gargano, da diversi tratti tirrenici tra Toscana e Campania e dalle zone costiere della Sardegna, in particolare nei pressi di Cagliari e Oristano.

Particolarmente minacciate anche aree “anfibie” come il Delta del Po e la Laguna di Venezia, dove l’innalzamento del livello del mare rischia di compromettere ecosistemi unici.

lerici spiagge chiuse virus
Tra i territori più esposti l’Alto Adriatico, la costa pugliese e i tratti tirrenici tra Toscana e Campania

L’avanzata del mare non minaccia solo le spiagge, ma anche infrastrutture e terreni agricoli. Secondo lo studio, metà dei porti italiani – che si estendono per circa 2.250 chilometri – potrebbe subire danni gravi entro fine secolo.

Più del 10% delle superfici agricole costiere è esposto al fenomeno della salinizzazione: nell’estate del 2023, il cuneo salino ha risalito il Delta del Po per oltre 20 chilometri, contaminando i terreni e le riserve di acqua dolce.

Difese costiere e turismo insostenibile

Le barriere artificiali, che oggi proteggono oltre un quarto delle coste basse italiane, rappresentano una difesa solo temporanea. Secondo il rapporto, nel lungo periodo aggravano l’erosione e diventeranno sempre più costose e meno efficaci.

A peggiorare la situazione contribuisce la forte pressione turistica: i comuni costieri concentrano il 57% dei posti letto italiani e continuano a espandersi, spesso in assenza di una pianificazione sostenibile.

spiagge
A peggiorare la situazione contribuisce la forte pressione turistica

Le aree marine e costiere protette coprono appena il 10% del territorio nazionale e raramente dispongono di un piano di gestione adeguato, riducendo la loro capacità di tutelare la biodiversità. Questa carenza organizzativa, unita alla frammentazione delle competenze tra enti e istituzioni, rende difficile mettere in campo strategie efficaci di adattamento.

SGI: “Rinaturalizzare per difendersi”

Occorrerebbe una netta inversione di tendenza – spiega Claudio Cerreti, presidente della Società Geografica Italiana -. I litorali bassi, ormai fortemente artificializzati, non sono più in grado di adattarsi alle variazioni del livello del mare. Rinaturalizzare il più possibile è una prospettiva che potrebbe essere efficace“.

La Società Geografica Italiana invita però a evitare toni catastrofisti, proponendo ai decisori politici “un quadro equilibrato” su cui costruire interventi di mitigazione concreti. La sfida, conclude il rapporto, è quella di restituire spazio alla natura per garantire un futuro alle coste italiane e alle comunità che le abitano.