dal circuito netweek

E' emergenza carceri fra rivolte, sovraffollamento, ondate di calore e suicidi

Trieste, Viterbo, Venezia, Monza, Cremona. Il sindacato di Polizia lancia l'allarme e avverte che la situazione non può che peggiorare

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Sovraffollamento, condizioni di detenzione inappropriate, patologie fisiche e mentali trascurate, risse, vessazioni... la condizioni delle carcere italiane è drammatica.

Il videoservizio di Tv7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

 

Nel 2024 in Italia si sono tolte la vita 60 persone, 63 sono morte per malattia, overdose, omicidio e cause "da accertare".

Negli ultimi giorni, complice un'escalation drammatica di episodi di cronaca che hanno interessato le principali carceri del Paese, il tema è tornato caldo. Ma come gestire, realmente, un problema endemico?

Carceri

Rivolta nelle carceri italiane

Da Viterbo a Torino (con tanto di fenomeno virale) passando per Venezia, Cremona e Monza. E poi Trieste. Fra suicidi e rivolte violente, le cronache degli ultimi giorni hanno prepotentemente riportato alla ribalta le gravi problematiche relative alle carceri nostrane.

Fuoco a Viterbo

Apocalisse nel carcere Mammagialla di Viterbo il 10 luglio 2024. Una sommossa violenta è scoppiata in seguito al ritrovamento del corpo senza vita di un detenuto nella sua cella. Circa sessanta prigionieri si sono barricati in una sezione del carcere, incendiando materassi e mobili. Un modo per protestare non soltanto a seguito del decesso di un compagno, ma anche contro il caldo e il sovraffollamento.

All'esterno della prigione, oltre alle forze dell'ordine, erano presenti anche i vigili del fuoco e il personale sanitario. La polizia penitenziaria ha lavorato per contenere la rivolta, ma è stato necessario anche l'intervento di un gruppo specializzato giunto da Roma.

Carcere Viterbo

A stretto giro arriva il monito di Aldo Di Giacomo segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria;

"Questa di Viterbo sarà una delle tante rivolte che caratterizzeranno l'estate. Speriamo solo che non ci scappi il morto".

In base a quanto si apprende l'uomo deceduto, tossicodipendente, era detenuto da pochi giorni. Al momento si esclude che la morte sia legata ad un gesto volontario o ad un evento violento, sul corpo non sarebbero individuate ferite. Il decesso potrebbe essere legato, ma questa è solo una primissima ipotesi, all'uso di sostanze stupefacenti. Risposte arriveranno dalla indagine che verrà avviata dalla Procura della Tuscia che affiderà incarico, come avviene in questi casi, per procedere con l'autopsia.

Rivolta a Trieste

Purtroppo le parole di Di Giacomo, si sono rivelate profetiche. Nemmeno 48 ore dopo gli eventi di Viterbo, è toccato al carcere di Trieste.

In questo caso, però, sarebbe stata proprio la rivolta a cagionare la morte di un detenuto. Un uomo, il 12 luglio 2024, è stato trovato morto nella sua cella. Da un primo esame superficiale, secondo quanto si è appreso, e come ha confermato il Garante dei diritti dei detenuti per il Fvg, Paolo Pittaro, l'uomo sarebbe morto per una overdose di metadone.

Carcere Trieste

Probabilmente la vittima era riuscita a procurarsi la sostanza in seguito al saccheggiamento e danneggiato dell'infermeria avvenuta poche ore prima. Ai disordini hanno partecipato oltre cento detenuti dei 260 che sono chiusi nel carcere, mentre la struttura potrebbe invece ospitare fino a un massimo di 150 persone. Gli uomini contestavano il sovraffollamento che rende molto dure le condizioni di vita all'interno della struttura, aggravato dall'ondata di calore. Alcuni urlavano di essere costretti a dormire a terra su materassi con cimici. Pittaro ha confermato che fra i detenuti e le forze dell'ordine non c'è stato alcun contatto fisico.

A Torino la violenza diventa virale

Musica neomelodica e fuoco nel corridoio della dodicesima sezione del padiglione C del carcere di Torino. E' quanto si vede in uno dei video caricati su TikTok dai detenuti che sabato 13 luglio 2024 hanno protestato per le condizioni all'interno della struttura chiedendo amnistia o indulto subito.

Come racconta Prima Torino, alcuni hanno incendiato la biancheria, mentre altri spaccavano i sanitari con un chiaro intento esplicitato nella didascalia di uno dei video postati:

"Così facendo le celle di pernottamento non saranno più agibili e quindi dovrà intervenire l’Asl per le condizioni in cui viviamo. Dobbiamo farci sentire" si legge nella didascalia di uno dei video pubblicati online."

Il risultato è stato di quattro agenti intossicati, un altro poliziotto è stato colpito in testa con la bomboletta di un fornello.

Alla luce di questi gravi fatti il sindacato Osapp torna a chiedere l’intervento del ministro della giustizia Carlo Nordio e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendo l'invio dei Gir (Gruppo intervento speciale) e descrivendo lo stato del carcere di Torino come un luogo fuori controllo, i detenuti fanno quello che vogliono in barba alle regole.

Suicidi a Venezia, Monza e Verona: "bollettino di guerra"

Aveva 37 anni ed era in carcere per spaccio. Quando hanno trovato il suo corpo senza vita ormai era troppo tardi per soccorrerlo. Nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2024 un detenuto è stato trovato morto suicida nella sua cella della casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia. Era originario di San Donà di Piave.

A comunicarlo è il sindacato Uilpa polizia penitenziaria, che ancora una volta mette in evidenza la situazione allarmante delle carceri.

"Appare come un bollettino di guerra - scrive il segretario generale Gennarino De Fazio - ma è invece il tragico conteggio di persone nelle mani dello Stato e che lo Stato non riesce a tutelare. A questi bisogna poi aggiungere i 6 appartenenti alla polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Una mattanza".

Dramma fotocopia a Monza. Erano circa le 18.20 di sabato 13 luglio 2024 quando il detenuto straniero si è soffocato chiudendosi la testa in un sacchetto di plastica nella sua cella, che occupava da solo.

"A queste morti vanno per di più aggiunti i sei appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che nel 2024 si sono tolti la vita. Nel tragico elenco italiano, peraltro, non computiamo i due detenuti che si sono lasciati morire rifiutando di alimentarsi”, ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Carcere Monza

Come racconta Prima Monza, nella medesima struttura, nel primo pomeriggio di domenica 14 luglio 2024 è stato necessario evacuare un’intera sezione detentiva per un incendio che è stato appiccato da un giovane detenuto di nazionalità nord-africana, in custodia cautelare in carcere per violenza sessuale che ha scavalcato la recinzione del cortile passeggi della prima accoglienza nella casa circondariale. Secondo quanto ha reso noto il sindacato Osapp pare fosse un gesto compiuto esclusivamente per creare scompiglio all’interno della struttura e della sezione detentiva.

Nonostante il tempestivo intervento, due unità di personale di Polizia Penitenziaria hanno riportato prognosi guaribili in due e cinque giorni. Il Segretario Generale Osapp Leo Beneducci ha parlato di situazione molto critica.

Nella casa circondariale di Montorio, a Verona, Fabiano Visentini, veronese 51enne originario di Sanguinetto, si è tolto la vita inalando il gas di una bomboletta per la cucina. Il detenuto scontava una condanna definitiva a 14 anni di detenzione che sarebbe terminata fra tre anni.

Fabio Visentini

Come racconta Prima Verona, 10 anni fa, a Pietra Ligure in provincia di Savona, aveva ucciso a calci e pugni la compagna Alba Varisto di 59 anni. Gli è stato poi riconosciuto il vizio parziale di mente e alle spalle già altri tentativi di suicidio. L'avvocato difensore Eleonora Martanga non si esprime sulle motivazioni del gesto, ma segnala un problema: nel carcere di Padova Visentini riceveva farmaci analgesici che gli davano sollievo.

A Verona hanno cambiato prodotto e lui si lamentava perché non avevano effetto. Dopo la morte il carcere ha contattato l'avvocato Martanga chiedendole di avvisare la famiglia. Una richiesta indegna, dice la legale:

“La responsabilità della custodia è dell'istituto penitenziario. Ho subito inviato una pec per ricordarglielo. Lui era in sciopero della fame da qualche giorno – spiega l’avvocato Matranga - perché era sofferente a livello fisico, ma non è stato ascoltato. Io mi sono fatta l'idea che molte persone patiscono delle sofferenze non solo psicologiche ma anche fisiche, che sono totalmente ignorate. Questo è evidente visti i fatti recenti degli ultimi mesi.”

Cremona: detenuto aggredisce sovrintendente

A chiudere questa carrellata degli orrori un evento consumatosi nelle carceri di Cremona.

"A Cremona, un detenuto ha colpito con una sedia un Sovrintendente, solo perché disturbato dalle quotidiane attività di prevenzione all’interno delle sezioni".

Inizia così la denuncia di Sergio Gervasi, segretario generale del sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria Lombardia, che punta i riflettori sulle gravi condizioni in cui operano gli agenti penitenziari nelle carceri.

Carcere Cremona

Come racconta Prima Cremona, questa denuncia si uniscono le voci dei dirigenti Uilpa Antonio Moscato di Brescia e Michele De Nunzio di Vigevano, i quali riportano altri episodi di violenza:

"A Brescia, un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito con un pugno, dopo essere stato strattonato; a Vigevano, un detenuto ha tentato di evadere dal nosocomio cittadino".

Episodi che rappresentano solo la punta dell'iceberg di una situazione sempre più critica.

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