Memoriale Shoah, vandalizzato il murales dei Simpson deportati ad Auschwitz
L'opera dell'artista Alexsandro Palombo imbrattata con vernice nera a pochi giorni dalla Festa della Liberazione
Un vergognoso atto vandalico avvenuto a pochissimi giorni dal 25 Aprile, Festa della Liberazione. A Milano, più precisamente al Memoriale della Shoah, è stato imbrattato con vernice nera il murales che ritrae la famiglia Simpson deportata nel campo di concentramento di Auschwitz.
Vandalizzato murales dei Simpson deportati ad Auschwitz
Un segno nero su ogni Stella di David e una riga ondulata quasi a cancellare le immagini dei cinque membri della famiglia Simpson. E' un ignobile atto di vandalismo quello che si è verificato lo scorso martedì, 18 aprile 2023, al Memoriale della Shoah di piazza Edmond Jacob Safra a Milano, luogo di incontro e confronto che sorge nello spazio in cui tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei ed oppositori politici sono stati deportati verso i campi di concentramento e sterminio nazifascisti.
Proprio nel giorno della Yom HaShoah, giornata della memoria della Shoah per le comunità ebraiche di tutto il mondo, come raccontato da Prima Milano, il murales della famiglia Simpson deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, realizzato dall'artista Alexsandro Palombo, è stato imbrattato con vernice nera.
Una delle due opere di Palombo, disegnata sul lato esterno del Binario 21 e intitolata appunto "Binario 21, I Simpson deportati ad Auschwitz", è stata sfregiata da alcuni vandali che appunto hanno cancellato le stelle gialle delle casacche dei Simpson.
"Bisogna individuare il responsabile"
"L’ignobile episodio - afferma Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - deve spingerci a tenere viva la Memoria della Shoah e delle nefandezze del nazifascismo. Alla Fondazione Memoriale della Shoah, alla Comunità Ebraica di Milano esprimo a nome dell’Anpi provinciale di Milano profonda solidarietà e vicinanza.
La vergognosa azione antisemita è avvenuta proprio in coincidenza con Yom HaShoah, la giornata in cui, martedì 17 aprile, sono state ricordate donne, uomini, bambini, anziani, vittime della Shoah".
Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah a Milano, rammaricato per l'atto vandalico, rassicura che:
"Procederemo nei prossimi giorni a verificare i filmati delle telecamere cercando di individuare il responsabile. Ciò che ci preoccupa è cogliere in quest’atto una possibile tendenza revisionista e antisemita. Quello che speriamo è che il resto della cittadinanza risponda con il suo opposto, con solidarietà e empatia, dimostrando che la lotta all’indifferenza è la chiave per il superamento delle derive razziste e antidemocratiche.
Per conto nostro questo è uno stimolo a lavorare ancora di più soprattutto con i giovani, meglio, con sempre maggiore creatività. Speriamo che l’artista voglia tornare per 'sistemare' l’opera, o ampliarla, come ulteriore risposta".
Anche l'autore dell'opera, l'artista Alexsandro Palombo, ha pubblicato sul suo profilo Instagram un'immagine del suo murales vandalizzato con la vernice.
"Affrontare l'antisemitismo è sempre disgustoso, come in questo caso - afferma Palombo sui social - Tuttavia, se l'obiettivo del razzista era quello di diminuire la commemorazione dell'Olocausto, ritengo che abbiano fallito".
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"Si voleva cancellare la memoria"
Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani che ha scelto convintamente come sede dell’ottava edizione del Festival proprio il Memoriale della Shoah:
"Chiunque ha oscurato la stella di David, il simbolo dei prigionieri ebrei dei campi di sterminio, voleva cancellare la memoria. Proprio come chi recupera dall’immondizia della storia tragiche teorie del complotto.
Il Festival dei Diritti Umani esprime la sua piena solidarietà al Memoriale della Shoah e all’artista AleXsandro Palombo che hanno subito la vandalizzazione del murale che rappresentava i Simpson con la divisa dei deportati. Così come l’artista voleva attualizzare la memoria del nazi-fascismo, ciascuno di noi può contrastare questi tentativi di rimozione della memoria trovando sempre nuove forme di racconto della storia. È quanto si propone di fare, da otto anni, il Festival dei Diritti Umani perché il presente ci conferma che i diritti non sono riconquistati per sempre”.