Parto miracoloso

Partorisce con cuore e polmone schiacciati da un tumore grande come un melone: mamma e figlio stanno bene

L'intervento è stato eseguito alle Molinette di Torino. E' l'ennesima operazione da record in Italia negli ultimi tempi

Partorisce con cuore e polmone schiacciati da un tumore grande come un melone: mamma e figlio stanno bene
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Una massa tumorale grande quanto un melone le schiacciava cuore e polmone sinistro. E in queste condizioni doveva dare alla luce un figlio. Una situazione davvero complicata e drammatica, che però si è risolta con l'atteso lieto fine grazie a uno straordinario intervento eseguito presso l'ospedale Molinette di Torino. E si tratta dell'ennesima operazione d'eccellenza avvenuta nell'ultimo periodo in Italia.

Cuore e polmone schiacciati da un tumore

La storia inizia nel 2019 quando Cristina Jovanovic, la futura mamma - all'epoca dei fatti diciannovenne - inizia ad accusare strani malesseri che giorno dopo giorno le tolgono le forze: respira male, dimagrisce sempre più e sente come un peso al petto. Si sottopone dunque ad alcune analisi che danno un esito terribile: viene diagnosticato un tumore maligno aggressivo, un sarcoma del torace, una massa che sta crescendo al centro del petto comprimendo metà del polmone sinistro e il cuore, e che si è già diffusa anche alle ossa.

La giovane si affida al dottor Giovanni Grignani, che per due anni tra chemioterapia e radioterapia la accompagna lungo un percorso pieno di incognite. Le cure riescono a sconfiggere la malattia, che si arresta ed entra in una sorta di "letargo", le metastasi scompaiono ma quel "macigno" nel petto è sempre lì. La rimozione chirurgica è sconsigliata per l’elevatissimo rischio di lesionare gli organi vitali del torace. Qualsiasi attività quotidiana è una fatica immensa. Spostarsi da una stanza all’altra è come correre una maratona con fiato che si spezza e le gambe che cedono. La ragazza è forte ma ormai si sta rassegnando a trascorrere gran parte delle giornate a letto a causa di quell’ospite indesiderato che impedisce all’aria di entrare nei polmoni e  al cuore di spingere il sangue al resto del corpo.

La decisione di avere un figlio

Nonostante la situazione drammatica, la paziente e il compagno decidono comunque di creare una famiglia. I medici che hanno accompagnato la giovane coppia sanno che sarà un percorso estremamente rischioso e che al momento del parto il cuore della ragazza potrebbe cedere. Ma loro sono determinati e tirano dritto per la loro strada. Arriviamo dunque ai giorni nostri, quando la giovane incinta deve partorire.

Il parto cesareo

Vista la particolare situazione viene programmato un parto cesareo, presso l'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino, eseguito dal professor Alberto Revelli e dalla dottoressa Silvana Arduino (Ostetricia e Ginecologia 2 universitaria ospedale Sant'Anna) col supporto anestesiologico delle dottoresse Simona Quaglia, Margherita Piazza e Mariella Maio (Anestesia e Rianimazione 4 Sant'Anna) e del dottor Giancarlo Fornaro (Cardioanestesia Molinette). L'intervento ha successo: mamma e figlio stanno entrambi bene e possono tornare a casa.

Un nuovo peggioramento

Pochi mesi dopo però le condizioni della ragazza peggiorano nuovamente. L’aria non passa più nei polmoni perché la massa tumorale li comprime sempre di più. Non c’è altra soluzione che un disperato tentativo di rimuoverla. In passato la rimozione chirurgica era sempre stata sconsigliata per l’elevatissimo rischio di lesionare gli organi vitali del torace, ma ora non c’è altra possibilità, si tratta di un intervento estremo, cosiddetto “di salvataggio”.

I chirurghi toraco-polmonari (coordinati dal professor Enrico Ruffini), con la collaborazione dei cardiochirurghi (diretti dal professor Mauro Rinaldi), studiano tutte le possibili soluzioni, ma la massa è come incollata alle pareti del cuore ed a gran parte del polmone sinistro. Non c’è possibilità di errore, la giovane paziente è consapevole che l’operazione ha più incognite che certezze, ma affida la sua vita nelle mani dei chirurghi. Ancora una volta il lavoro di squadra dà i suoi frutti.

L'intervento salvavita

La paziente, che ora ha 22 anni, viene ricoverata e  operata all'ospedale Molinette. In 6 ore di intervento l’équipe composta dal professor Enrico Ruffini, dai dottori Marco Pocar, Paraskevas Lyberis e Matteo Roffinella, assistiti dal team di anestesisti composto dai dottori Alessandro Buttiglieri, Giancarlo Fornaro e da Anna Chiara Trompeo, riesce a rimuovere la massa dal suo petto (grande quanto un melone 12cm x 10cm x 6 cm di 1500 grammi), preservando il cuore e ripristinando la piena funzionalità del polmone sinistro gravemente compresso. Dopo 10 giorni dall’intervento la ragazza torna finalmente a casa all’affetto dei suoi cari e ad accudire il suo bambino.

A  un mese dall’intervento il cuore è tornato a battere normalmente e la mancanza di fiato ormai è un lontano ricordo.

Un altro intervento eccezionale

Si tratta, come detto, dell'ennesimo intervento eccezionale avvenuto negli ultimi tempi in Italia. Pochi giorni fa vi avevamo raccontato di una donna che all'improvviso aveva iniziato a ingrassare, passando in brevissimo tempo da 78 a 120 chili.  Poi la scoperta shock: l'aumento di peso era dovuto a una massa tumorale di ben 42 chilogrammi, che è stata rimossa con un intervento eccezionale alla Mangiagalli di Milano.

Un'altra operazione da record è avvenuta sempre poche settimane fa al Bambino Gesù di Roma. Qui una bambina di dieci mesi e del peso di 8 chili è stata sottoposta all'asportazione di un tumore da 2 chili, in pratica un quarto del suo peso.

Precedentemente un'altra operazione da record - che per molti versi assomiglia a quella della giovane mamma torinese - era stata eseguita al Policlinico San Marco di Zingonia (Bergamo), dove una donna di 55 anni era stata sottoposta all'asportazione di una massa tumorale da 8 chili all'addome.

La massa tumorale, della grandezza di 50 centimetri per 25 centimetri, occupava totalmente l’addome della donna, schiacciando lo stomaco, i reni, il fegato e la vescica, oltre ai vasi sanguigni principali. La diagnosi arrivò nel  2021 quando la donna notò una protuberanza al centro dello stomaco.

Anche il decorso post-operatorio è stato eccezionale: dopo soli quattro giorni di ricovero la donna è stata dimessa dall'ospedale ed è tornata a casa.

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