60mila euro di multa per gli ambientalisti che imbrattano il nostro patrimonio culturale
Il collettivo ambientalista non arretra dopo la proposta di legge e chiede un tavolo con Meloni
Il Governo di Giorgia Meloni pensa alla linea dura contro gli ecoattivisti. Pronta una proposta di legge contro "imbrattatori" dei beni culturali. Fratelli d'Italia ha firmato il testo di una pdl che prevede carcere fino a tre anni per gli atti vandalici contro opere d'arte o bellezze storiche. La bozza del documento prevede inoltre una maxi multa che va da 20mila a 60mila euro.
"La proposta si muove in due direzioni: pene più severe e Daspo", spiega il primo firmatario, il senatore FdI Marco Lisei.
Pronta la replica degli attivisti di Ultima Generazione:
"È molto triste vedere che i partiti di governo stanno gareggiando tra loro per punire chi imbratta in modo temporaneo opere d’arte e monumenti anziché preoccuparsi di immigrazione, siccità, bollette".
Forse al Governo sfuggono dei dati, visto che danno la priorità al DDL contro gli imbrattamenti rispetto a quelli per proteggere la popolazione dalla siccità e dagli eventi estremi...
40 000 € per ripulire i monumenti imbrattati
6 000 000 000 € i danni della siccità nel 2022 https://t.co/FOYhEXGwgW— Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) April 11, 2023
Blitz oggi a Padova (ma senza vernici)
Gli ecoattivisti per il clima rispondono con la disobbedienza civile alla proposta di legge avanzata dal governo Meloni.
Stamane, 12 aprile 2023, nuova azione del collettivo Ultima Generazione, con un trio di attivisti che intorno alle ore 8.15 si sono sdraiati sulle strisce pedonali all'altezza dei dipartimenti di Matematica e di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Padova, bloccando letteralmente il traffico.
Ecoattivisti imbrattatori: la proposta di legge che prevede il carcere
Un blitz che ricorda i mega ingorghi, provocati dagli attivisti l'estate scorsa sul Gra capitolino, con centinaia di automobilisti inferociti. Anche stavolta molti guidatori hanno perso le staffe, alcuni hanno anche preso di forza e strappato gli striscioni del trio, che aveva scelto quel polo universitario per denunciare quello che loro stessi definiscono "il mancato impegno dell'ateneo e del mondo accademico in generale dinanzi al cambiamento climatico". Il blocco stradale è durato una ventina di minuti: i carabinieri hanno spostato di peso - e identificato - i tre, consentendo così la ripresa della circolazione anche se l'intera area ha subìto pesanti rallentamenti a causa del "fuori programma".
Ma sono tante le recenti immagini che fanno male al cuore: si pensi all'attacco alla Barcaccia di Roma, situata ai piedi di Trinità dei Monti, ad opera del genio del Bernini. Soltanto pochi giorni fa, infatti, il capolavoro è stato oggetto di un blitz degli attivisti di Ultima Generazione che hanno tinto di nera l'acqua della fontana.
♠️ Roma - Tinta di nero l'acqua della fontana della Barcaccia 🚰
E' assurdo che questo gesto vi scandalizzi, quando stiamo vivendo un'emergenza siccità che mette in crisi l'agricoltura, la produzione di energia... insomma la nostra stessa sussistenza, e ci sono dei responsabili. pic.twitter.com/AROZ0oU8CX
— Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) April 1, 2023
In un tweet, il collettivo ambientalista, ha rivendicato il gesto:
"E' assurdo che questo gesto vi scandalizzi, quando stiamo vivendo un'emergenza siccità che mette in crisi l'agricoltura, la produzione di energia... insomma la nostra stessa sussistenza, e ci sono dei responsabili."
Hanno fatto il giro del Paese, diventando anche oggetto di meme e ironia del web, i video del sindaco di Firenze Dario Nardella: intervenuto in modalità Avenger quando ha scorto, in diretta, un attivista che imbrattava con della vernice le mura di Palazzo Vecchio: altro patrimonio artistico di inestimabile valore finito nel mirino degli ecoattivisti.
Il primo cittadino del capoluogo fiorentino, dopo aver letteralmente placcato il vandalo, si è unito alle squadre di pulizia.
L’attacco all’arte, la cultura e la bellezza, che sono inermi davanti alla violenza e che nascono per il bene dell’umanità non può mai giustificare la battaglia per una causa, anche la più condivisibile.
— Dario Nardella (@DarioNardella) March 17, 2023
In questo clima FdI pensa ad inasprire le pene per coloro che prendono di mira, per dare eco alle loro battaglie, le opere d'arte. L'intenzione del testo, spiega il senatore Lisei, è duplice:
"Estendere il reato previsto dall'articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, che ora è difficilmente applicabile a chi deturpa o imbratta un bene nel caso in cui il danno non sia in linea teorica permanente e la seconda, prevedere la possibilità di applicare una sorta di Daspo urbano a questo tipo di condotta".
Sempre Lisei ha chiarito che lo scopo è di una "doppia tutela che punta ad avere un effetto deterrente" in quanto chi ha riportato una denuncia o è già stato condannato per atti di vandalismo, sarebbe sottoposto a una sorta di Daspo, a cui verrebbe applicato il divieto di avvicinarsi a edifici sottoposti a tutela con una multa, in caso di trasgressione del divieto, che andrebbe dai 500 ai mille euro. Inoltre l'estensione del reato di danneggiamento a che a chi imbratta un monumento comporterebbe la possibilità di applicare le pene previste dall'articolo del codice penale che prevedono la reclusione da sei mesi a tre anni. E poi si discute sulle maxi multe, che oscillerebbero tra i 20 ai 60mila euro. La proposta di legge, ancora in fase di stesura, dovrebbe approdare nei prossimi giorni in commissione Giustizia a Palazzo Madama.
"Non ci spaventano"
La posizione di Ultima Generazione è granitica:
"Questo governo non vuole aprirsi al dialogo e non ha a cuore le famiglie, che pagheranno sempre più cara la frutta e il riso e tutto il cibo, in una estate che sarà torrida e arida e dura da superare. Perché la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non accetta un tavolo di lavoro per affrontare in modo strutturale il problema dello stravolgimento del clima e della siccità? Lei non è Mosè, ma può salvare il suo popolo. Se sentono di dover prendere provvedimenti del genere, è perché la disobbedienza civile sta funzionando e si sentono minacciati. La repressione è la prima risposta a ciò che non si vuole ascoltare. Noi siamo preparati alla repressione e non ci spaventa. Non possiamo fermarci, il clima non si ferma".