La replica dell'Eurocamera

Trascrizione figli coppie gay, ministra Roccella: "No confronto coi sindaci", ma l'Europa condanna lo stop del governo

Sulla battaglia dei sindaci emerge anche un paradosso: una parte della comunità Lgbt sostiene che non si tratti di vera disobbedienza civile

Trascrizione figli coppie gay, ministra Roccella: "No confronto coi sindaci", ma l'Europa condanna lo stop del governo
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Aggiornamento dell'ultima ora: l'Eurocamera ha approvato l'emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che "condanna le istruzioni date dal governo italiano alla municipalità di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali".

Un provvedimento che si allinea all'iniziativa dei sindaci delle più importanti città italiane hanno deciso di fare fronte comune per opporsi allo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Una decisione che li vedrà partecipare uniti alla manifestazione nazionale organizzata su questo specifico tema il prossimo 12 maggio 2023 a Torino. In attesa del grande evento di protesta, tuttavia, i primi cittadini di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari hanno richiesto pubblicamente un incontro con la Premier Giorgia Meloni e con il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Su quest'ultimo aspetto, tuttavia, pare che l'Esecutivo non sia disposto ad aprire un dialogo.

"Non c’è un confronto da fare - ha affermato la Ministra della Famiglia Eugenia Roccella - Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare".

Nel frattempo, inoltre, si sono fatte sentire due voci che hanno fatto emergere un paradosso riguardo l'iniziativa portata avanti dai sindaci italiani: Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, e Vincenzo Miri, avvocato per i diritti Lgbt, infatti, hanno dichiarato che la battaglia dei primi cittadini sui figli delle coppie omogenitoriali per certi aspetti sia "troppo timida" e non riguardi una vera e propria disobbedienza civile.

Trascrizione figli coppie gay, Europa condanna stop del governo

Sul tema dello stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali è arrivato nelle ultime ore il responso da parte dell'Eurocamera. Il Parlamento Europeo ha approvato per alzata di mano, in plenaria a Bruxelles, un emendamento, presentato da Renew Europe e e supportato da Sinistra, Verdi e Socialisti, alla proposta di risoluzione sullo Stato di diritto nell’Ue che "condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali".

Nel testo dell'emendamento si legge che lo stop al riconoscimento dei figli delle coppie gay "porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione".

In dettaglio, il Ppe (gruppo di centro-destra del Parlamento Europeo) si è diviso sulla condanna dell’Eurocamera all’Italia sullo stop imposto dal governo per le registrazioni delle adozioni delle coppie omogenitoriali. Nel voto, passato per alzata di mano e con una maggioranza così solida da non richiedere conteggio elettronico, fonti interne al gruppo dei Popolari hanno confermato che la delegazione di Forza Italia ha votato compattamente in difesa del governo, ma le delegazioni dei Paesi nordici e quella portoghese, invece, hanno fatto sapere di volersi schierare a difesa delle famiglie arcobaleno.

Il loro apporto è stato decisivo per l'approvazione dell'emendamento, che aveva già il sostegno di S&d, Verdi e Renew. La delegazione popolare tedesca, una delle più numerose all'Eurocamera, avrebbe invece dato invece libertà di voto ai suoi.

Ministra Roccella: "No confronto coi sindaci"

I sindaci di sette tra le più importanti città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari) si sono uniti per portare avanti la loro battaglia contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Lo hanno fatto sottoscrivendo un documento comune nel quale affermano:

"L'esperienza quotidiana delle amministrazioni locali - si legge nel documento - dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell'assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell'Ue. Per questo - proseguono - consideriamo fondamentale contrastare ogni discriminazione e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, e sentiamo forte la necessità di azioni comuni che vogliamo condividere con i sindaci di ogni orientamento politico".

In tal senso, oltre a ribadire la loro decisa volontà di continuare a riconoscere i figli delle coppie gay, hanno fatto sapere di voler avere un confronto diretto con la Premier Giorgia Meloni e con il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, (quest'ultimo, sulla base del recepimento della sentenza numero 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso, ha richiesto lo stop al riconoscimento). Sulla possibilità di un confronto con i rappresentanti dell'Esecutivo, tuttavia, nelle ultime ore è stato alzato un muro. A parlarne è stata la Ministra della Famiglia Eugenia Roccella che, a riguardo, ha affermato:

"Non c’è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare - dichiara la Ministra - Non è disobbedienza, è qualcosa che decidono loro sapendo che c’è una sentenza che non applicano. Non c’è qualcosa da contrattare".

Nello specifico la Ministra Roccella spiega che il fronte dei sindaci non dovrebbe ribellarsi alla circolare del Ministero dell'Interno, ma bensì alla sentenza della Cassazione:

"I sindaci non stanno protestando contro la circolare Piantedosi – ha specificato riferendosi al testo con cui i prefetti hanno fatto sapere ai sindaci che rischiavano l’incriminazione se avessero continuato a registrare le famiglie omogenitoriali – ma contro la sentenza della Cassazione. Quindi dovrebbero avere casomai un dialogo con il presidente delle Sezioni unite. C’è una sentenza molto precisa che dice determinate cose".

Alla domanda su che cosa pensi, a livello umano, della richiesta dei sindaci ribelli di incontrare la Premier Giorgia Meloni per un confronto sul tema, Rocella risponde:

"I sindaci si incontrano tutti i giorni. Io non ho deleghe in materia".

Il manifesto del raduno dei sindaci a Torino

Nonostante le parole della Ministra Roccella che di fatto hanno più o meno chiuso alla possibilità di un incontro con la Premier Meloni e il Ministro Piantedosi, il fronte dei sindaci non si ferma e continua nella sua battaglia pubblicando, dopo il documento comune sulle intenzioni, il manifesto ufficiale della protesta nazionale che si terrà mercoledì 12 maggio 2023 a Torino.

"Le città per i diritti". È questo il titolo della mobilitazione a favore del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. A rendere pubblica la locandina dell'evento è stato Stefano Lorusso, sindaco di Torino. Un’iniziativa descritta come "assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali. Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie". In prima fila, oltre a Lorusso, ci saranno anche i sindaci Gualtieri (Roma), Sala (Milano), Nardella (Firenze), Manfredi (Napoli), Lepore (Bologna) e Decaro (Bari).

"Con i colleghi delle principali città italiane, abbiamo condiviso un documento in cui chiediamo al Parlamento italiano di legiferare e di dare certezza al riconoscimento anagrafico delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali. E di introdurre il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni. Così come previsto per le coppie eterosessuali - scrive Lorusso su Facebook - La volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge".

"Una battaglia timida"

Sulla battaglia dei sindaci contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, tuttavia, nelle ultime ore si sono espressi anche due importanti voci della comunità Lgbt.

A Open infatti hanno parlato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, e Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, associazione impegnata per i diritti delle persone Lgbtqi+, i quali hanno dichiarato che per alcuni membri della comunità Lgbt la lotta dei sindaci sia fin troppo timida e cerchi di far passare per "disobbedienza civile" la trascrizione dei certificati con due mamme (pratica che, in realtà, la giurisprudenza italiana ha accolto già dal 2016).

"È controintuitivo, ma chi ha davvero accolto la nostra richiesta è il sindaco leghista di Treviso - afferma Fabrizio Marrazzo del Partito Gay - La sua è vera disobbedienza civile, perché riconosce i figli di tutte le coppie omogenitoriali, siano esse composte da uomini o donne. Questo vuol dire garantire gli stessi diritti a tutti i bambini.

La scelta del sindaco di Treviso Mario Conte è qualcosa di simile a quando, negli Stati Uniti, gli amministratori locali celebravano matrimoni misti tra persone bianche e nere, andando contro la legge - forte quindi la critica ai sindaci poiché - invocano una legge pur sapendo che questo Parlamento non legifererà mai sul tema".

L’avvocato Vincenzo Miri approfondisce il tema sotto l'aspetto legale:

"Ciò che contemplano i sindaci riguarda i bambini che nascono in un altro Paese da una fecondazione assistita fatta da una delle due mamme, con il parto avvenuto all’estero".

In alcuni Stati è consentito formulare il certificato di nascita con l’indicazione di due madri. Questo atto può essere trascritto in Italia?

"La giurisprudenza delle Corti superiori – Cassazione e Costituzionale – dà un’indicazione unanime: dal 2016 al 2021, tutte le volte che è stata esaminata una pratica di trascrizione, la sentenza è stata favorevole alle due mamme. Non è mai stato ravvisato un conflitto con l’ordinamento italiano quando non sussiste l’ipotesi di surrogazione di maternità. Se un certificato di nascita indica che il bambino è figlio di due papà - fatti salvi i casi di adozione -, è evidente che si è fatto ricorso alla surrogazione di maternità".

Secondo l'avvocato Miri, i sindaci si sono fatti cogliere dall’esplosione mediatica per sottolineare la volontà di continuare a trascrivere i certificati stranieri con due madri:

"Mi tocca ripeterlo, però, che non c’è alcuna novità. Anzi, c’è un colpevole ritardo nell’iniziativa dei sindaci: queste registrazioni dovevano essere fatte già dal 2016, dalle prime sentenze, applicando una giurisprudenza che avrebbe fatto risparmiare alle coppie tempi e costi dei processi".

Per quanto riguarda le altre due casistiche, ovvero quelle dei figli di coppie di madri nati in Italia o all’estero ma due padri, c’è una giurisprudenza univoca che esclude la legittimità degli atti di filiazione:

"Sulla base della giurisprudenza e stando alla circolare del Viminale, posso capire la cautela dei sindaci. Su queste due casistiche si è espressa la Cassazione a sezioni unite – per i due padri – e nove sentenze della Cassazione – contro la registrazione di due madri per i bimbi nati in Italia -. Ma è anche vero che alcuni tribunali hanno dissentito dall’orientamento della Cassazione. Va evidenziato che i sindaci, trascrivendo i certificati esteri di due madri, non stanno facendo alcun atto di disobbedienza civile".

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