Un iter imbarazzante

La scuola di Castelvetrano intitolata a Giuseppe Di Matteo (sciolto nell'acido da Messina Denaro). Ma i genitori non sono d'accordo

Si è reso necessario l'intervento del sindaco Alfano per portare a termine la proposta relativa alla scuola frequentata dal boss Messina Denaro

La scuola di Castelvetrano intitolata a Giuseppe Di Matteo (sciolto nell'acido da Messina Denaro). Ma i genitori non sono d'accordo
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Il consiglio di istituto ha tirato dritto: la scuola elementare di Castelvetrano “Ruggero Settimo“, frequentata da bambino da Matteo Messina Denaro, cambierà nome e sarà intitolata a Giuseppe Di Matteo, giovanissima vittima del sanguinario boss, che diede ordine di uccidere il ragazzino, soltanto 14enne, e scioglierlo nell’acido. Ciò che lascia interdetti è la resistenza opposta da alcune famiglie con bimbi frequentati il plesso scolastico. Polemiche, come dimostra l’esito finale dell’operazione, che non hanno fermato – fortunatamente, viene da aggiungere – la determinazione nel mandare un chiaro segnale contro le mafie.

Scuola di Castelvetrano titolata a Giuseppe Di Matteo

Nella giornata di ieri, 16 marzo 2023, Maria Guzzo, segretaria del collegio dei docenti, ha comunicato che, mediante una decisione presa all’unanimità dal consiglio di istituto, la scuola elementare di Castelvetrano “Ruggero Settimo“, diventa la “Giuseppe di Matteo”. Nel 1996, sul ragazzino, figlio di un pentito di mafia, si abbatté l’ira del boss Matteo Messina Denaro e dei suoi uomini che – su suo feroce ordine – lo uccisero e sciolsero nell’acido dopo oltre 700 giorni di prigionia. Suo padre, infatti, Mario Santo Di Matteo detto Santino – un ex mafioso – aveva iniziato a collaborare con la giustizia. La proposta di intitolare a lui la scuola elementare frequentata da Messina Denaro era stata avanzata nei giorni scorsi dal presidente della sottosezione di Marsala dell’Associazione nazionale magistrati, Fabrizio Guercio.

Scuola Ruggero Settimo

L’istituto non era stato scelto a caso, era stato infatti frequentato da Messina Denaro: un modo per fissare nella memoria collettiva le scellerate azioni del mafioso.

Le polemiche dei genitori

Fin qui non fa una piega. Ciò che ha fatto suonare più di un campanello di allarme è stata l’opposizione di alcuni insegnanti e famiglie. Proprio in questo momento, in cui emergono a decine i fiancheggiatori del sanguinario capomafia durante la sua lunga latitanza – lasciando purtroppo intendere quanto sentimenti di tolleranza, ammirazione e senso di protezione siano ancora radicati in una certa fetta di cittadinanza, non così sparuta, verso i criminali di mafia – il mettersi in polemica con questa decisione non è suonato soltanto stridente, bensì inquietante.

Per cercare la mediazione, la dirigente scolastica Maria Luisa Simanella aveva proposto all’Anm di dare il nome della piccola vittima a un immobile adibito a segreteria. E non all’istituto. Un’idea che ha dato il via a una serie di polemiche mediatiche. Culminate con la decisione del sindaco Enzo Alfano di convocare un’assemblea pubblica, in cui l’istituto ha approvato il cambio di nome. Si è dunque reso necessario un intervento dall’alto per riportare sui binari il convoglio, che stava deragliando verso l’imbarazzante. Il primo cittadino pentastellato è stato netto:

“Quando ho saputo della proposta ho manifestato il mio entusiasmo perché se noi raccontiamo anche con le intitolazioni delle scuole le vittime, se chiamiamo la scuola Di Matteo e diciamo perché lo facciamo i bambini lo capiranno e porteranno questo segnale a casa. Questo deve essere il nostro obiettivo culturale".

Sindaco Enzo Alfano

Assenti le famiglie

Drammatica, invece, la mancata partecipazione dei genitori durante l’assemblea cittadina tenutasi sul tema: l’Ansa indica “non più di cinque”. Presenti invece, qualche decina di insegnanti, le autorità cittadine, il vescovo, il sindaco e il presidente dell'Anm Marsalese. L'assemblea è stata introdotta da un intervento dell'ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Con il sì del collegio dei docenti, l’ok definitivo all’intitolazione dovrà passare dal Comune, dall’ufficio scolastico e dalla prefettura.

Omertà e tolleranza ancora radicate

Non si può dire, sulla base dei fatti, che le istituzioni abbiano latitato: il timone è stato raddrizzato per evitare la pericolosa deriva di omertà e connivenza. Ma non si può chiudere gli occhi sul fatto che – questa volta – se si fosse lasciato decidere al popolo, la scelta sarebbe stata quella di salvare Barabba.

Avere una mentalità mafiosa non significa certo essere dei criminali, significa precisamente questo genere di diserzione. Bene quindi che lo Stato abbia corretto il tiro e tenuto la barra dritta, ma i figli – quando tornano a casa da scuola – non vengono educati dallo Stato. E quella mentalità mafiosa di cui sopra, che ha portato chissà quante persone a lasciare che per 30 anni Matteo Messina Denaro vivesse in latitanza indisturbata, semplicemente voltandosi dall’altra parte, pare essere ancora ben presente nei territori in cui la mafia, sostanzialmente, corrisponde allo Stato, nella percezione dei cittadini.

Non si spiega in altro modo questo ultimo, drammatico quanto sconsolante, affronto al calvario del piccolo Giuseppe Di Matteo.

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