La vicenda è finita al Tar

La storia di Tina, il "maiale ibrido" domestico che l'Asl vuole abbattere

Succede in Piemonte, dove l'Asl vorrebbe "costringere" il padrone dell'animale (cresciuto in casa) ad aprire un allevamento. Ora il Tar ha sospeso il provvedimento e deciderà a fine marzo

La storia di Tina, il "maiale ibrido" domestico che l'Asl vuole abbattere
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C'è chi ha un cane, chi un gatto, chi un pesciolino rosso o un uccellino. Gabriele, invece, come animale domestico ha Tina, un "maiale ibrido", incrocio tra un suino e un cinghiale. Per il quale ora sta  combattendo una strenua battaglia. Sì, perché l'Asl vorrebbe abbattere il suo "cucciolo".

Tina, il "maiale ibrido" che l'Asl vuole abbattere

Gabriele abita con la famiglia a Castelletto Ticino, in provincia di Novara. Insieme ai suoi cani, sin da quando aveva pochi giorni di vita, c'è anche Tina, che è cresciuta biberon dopo biberon, coccola dopo coccola. Ma su di lei pendeva la scure di un destino funesto: un giorno infatti sono arrivati a bussare alla porta di Gabriele i Carabinieri Forestali, la Polizia Provinciale e i veterinari dell'Asl di Novara per contestare a Gabriele la detenzione di un animale ibrido cinghiale-suino domestico.

Il sequestro amministrativo

Per l'animale è scattato in un primo momento il sequestro amministrativo. Tina, però, è rimasta affidata in custodia a Gabriele, con una sanzione di 400 euro e le prescrizioni dell’Asl. Nel verbale, la stessa Asl aveva scritto che “al termine degli accertamenti dovrà essere regolarizzata la posizione anagrafica mediante l’apertura di un allevamento”.

Tutto faceva pensare che la situazione si sarebbe risolta positivamente, ma il 23 gennaio 2023 l’Asl si è ripresentata per una nuova ispezione, imponendo misure di biosicurezza diverse rispetto alla visita precedente. Lo stesso giorno però ha disposto l’abbattimento di Tina.

La battaglia legale

Ne è nata una battaglia legale, sostenuta anche dal Rifugio Miletta di Agrate Conturbia, che ha contestato la decisione dell'Asl

“Siamo sconcertati per la mancanza di senso in tutta questa vicenda. Tina è un animale cresciuto per essere amato e non consumato; un animale sano, come risulta dagli accertamenti che la stessa Asl ha fatto, un animale detenuto in condizioni di biosicurezza, come attestato dai documenti fotografici inviati all’Asl nei giorni seguenti a quel fatidico 23 gennaio".

"Riteniamo assolutamente ingiustificata, nonché moralmente inaccettabile, l’imposizione di abbattimento. Ancora una volta assistiamo a delle amministrazioni che pretenderebbero di entrare in casa nostra per ammazzare un membro della nostra famiglia”.

Il Tar sospende l'abbattimento

Sulla vicenda è stato quindi presentato un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale. Che ha deciso di sospendere il provvedimento.

Questo però non significa che Tina è salva e che lei e Gabriele possono riprendere la loro vita serenamente. Il pronunciamento specifica che i servizi veterinari dell'Asl di Novara (o altri enti) non potranno presentarsi a casa di Gabriele e Tina per ucciderla fino a che il Tar stesso non avrà approfondito tutti i dettagli.

L'udienza è fissata per il 29 marzo.

 

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