Figlio sente due spari e scopre che il babbo malato di tumore aveva ucciso la moglie invalida
All'origine della tragedia ancora una volta la disperazione per la malattia
Una tragedia familiare si è consumata all’alba di oggi in un'abitazione di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno: un uomo di 80 anni ha sparato alla moglie 75enne e poi si è tolto la vita. L'allarme è stato lanciato dal figlio.
Malato di tumore uccide la moglie invalida e si toglie la vita
Due colpi di arma da fuoco uno dopo l'altro, poi il silenzio.
Omicidio-suicidio all'alba al primo piano di una villetta di Castagneto Carducci, a sud di Livorno: intorno alle 6.30 un ottantenne ha caricato il suo fucile da caccia e ha sparato al petto alla moglie di 75 anni da tempo malata e costretta a letto.
Poi ha puntato la stessa arma contro se stesso e si è ucciso.
Il figlio sente i due spari e scopre la tragedia
Gli spari sono stati distintamente uditi dal figlio che abita al piano inferiore e si è subito precipitato nella casa dei genitori. Si è trovato davanti il padre e la madre in una pozza di sangue, già privi di vita.
Quando i soccorritori del 118 e i Carabinieri di Cecina sono arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei coniugi.
La coppia molto conosciuta in paese abitava in una zona residenziale sotto il centro di Castagneto. All'origine della tragedia non ci sono difficoltà economiche e nemmeno la solitudine, perché erano seguiti dai familiari, bensì la disperazione della malattia.
Anche l'anziano non stava bene, aveva un tumore che stava progredendo e l'idea di altra sofferenza dopo quella già patita dalla moglie lo ha spinto a mettere fine alla sua vita e a quella della coniuge.
I precedenti: Lecco, Firenze, Torino
Sono tragedie per le quali è improprio parlare di femminicidio. Lui uccide lei, ma non per un malato senso di possesso che trascende in assassinio. Non di coppie che avevano interrotto una precedente relazione si tratta, la motivazione è diversa: la disperazione nei confronti dell'altra, vittima di una malattia incurabile, che distorce ogni percezione fino a sorpassare un punto di non ritorno.
Quella di soli dieci giorni fa a Lecco è solo l'ultima tragedia di una triste serie: Umberto Antonello classe 1936, ha ucciso la moglie Antonietta Vacchelli, sue coetanea, originaria di Cappella de' Picenardi, in provincia di Cremona.
A strangolare la consorte sarebbe stato, per propria ammissione, il marito che dopo l'omicidio ha contattato il figlio. E' stato proprio quest'ultimo, svegliato dal padre con la terribile telefonata intorno alle 4 di lunedì 6 febbraio 2023, ad allertare i Carabinieri che sono giunti sul posto insieme ai sanitari.
Ai medici non è rimasto che constatare il decesso della donna. La salma era sul letto. E' stato Umberto Vacchelli ad adagiare il corpo senza vita della moglie sul loro letto dopo che l'aveva strangolata, forse all'interno del bagno.
La donna, malata da tempo, lo aveva svegliato nel cuore della notte dicendo di non stare bene e lui, dopo averla accompagnata in bagno, l'ha uccisa.
Domenica 18 dicembre 2022 una tragedia analoga si era verificata vicino a Firenze. A lanciare l'allarme il figlio della coppia, che li aveva sentiti in mattinata. Ma quando le Forze dell'ordine e i soccorritori sono giunti sul posto per i due anziani, entrambi ottantenni, non c'era purtroppo più nulla da fare.
La disperazione per una situazione che non riuscivano più ad affrontare. La malattia che insieme all'età avanzata aveva reso la vita della moglie un inferno. E così, il marito ha preso l'estrema decisione: ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita nel loro appartamento di via dei Falcucci 47, nel quartiere di Coverciano (Firenze).
L'uomo, accanto ai corpi senza vita, ha lasciato un biglietto con il quale chiedeva scusa ai figli per il suo gesto.
Da tempo viveva a Torino: è ritornato a Caserta proprio per accudire la madre malata di cancro, ma poi qualcosa è scattato nella sua mente. L'ha uccisa con un colpo di pistola, probabilmente nella convinzione di mettere fine alle sue sofferenze, poi ha rivolto l'arma verso se stesso.
Più di 800 chilometri da Torino a Caserta per uccidere la madre gravemente malata: il dramma si è consumato a Vairano-Patenora, al confine tra il Casertano e il Lazio, martedì 22 novembre 2022.
Antonio di Muccio, 48 anni, ha ucciso la madre 69enne Florinda Cappelli, con un colpo di pistola al torace. Poi si è tolto la vita puntando l'arma alla tempia, anche se il decesso è avvenuto mentre lo stavano cercando di rianimare i sanitari giunti sul posto mentre era ancora agonizzante.
Il dramma si è consumato intorno alle 6.30. L'uomo, che viveva da tempo a Torino era ritornato a Caserta proprio per accudire la madre gravemente malata da tempo.
A trovare i corpi è stata una parente: la donna si trovava in camera da letto ormai senza vita, mentre il 44enne si trovava a terra agonizzante. Allertato il 118, per l'uomo non c'è stato nulla da fare ed è deceduto poco dopo.
Da quanto è stato ricostruito l'uomo ha ucciso la madre con un colpo di pistola al petto mentre dormiva. Poi ha rivolto l'arma verso sè stesso e si è sparato un colpo alla tempia. La semiautomatica non risulta denunciata, resta solo da capire come il 48enne se la sia procurata.
Alla base del gesto proprio la malattia della madre, cui il figlio era molto legato. La 69enne era malata terminale di cancro ed era talmente grave che negli ultimi giorni era stata sottoposta alla terapia del dolore a base di morfina. Un dolore che aveva sconvolto anche il figlio.
Altra tragedia sempre a Firenze. Bruno e Bruna, una vita insieme. Poi la malattia di lei e anche nella mente di lui nel tempo qualcosa è cambiato.
Nel luglio scorso, Bruno Del Lama, 87 anni, ha ucciso a coltellate sua moglie Bruna di 84 anni, malata ed allettata da tempo. Poi ha provato, con atti autolesionisti, a suicidarsi, senza però riuscirci.
La salma della donna è stata trasportata a medicina legale per l’esame autoptico disposto dal Pubblico Ministero di turno. Il marito, non in pericolo di vita, è stato ricoverato presso l’ospedale.
Altri due episodi in Lombardia. Tra gli ultimi episodi sotto i riflettori della cronaca nazionale quanto accaduto nell'ottobre scorso a Merate, in provincia di Lecco, Lombardia. Qui era stato un papà a metter fine alla vita della figlia disabile con un coltello. Poi anche lui ha deciso di farla finita.
Nel giugno 2020 era successo anche a Cremona, sempre in Lombardia.
Il 56enne Eugenio Zanoncelli, ha ucciso la moglie in una villetta a schiera di Palazzo Pignano, in provincia di Cremona. I Carabinieri lo hanno cercato per tutta la notte, una caccia all'uomo estesa in tutta la Bassa pianura lombarda e anche oltre. Lui si trovava a Rivolta d'Adda, a una decina di chilometri da casa.
Morena Designati, 49 anni, è stata trovata senza vita attorno alle 22.30, mercoledì 24 giugno 2020.
Dopo l’omicidio, l’uomo ha preso con sé il figlio minorenne, l’ha portato dallo zio, suo fratello, in un paese vicino, e poi è scappato.
“Era malata da anni, il marito l’ha colpita per l’esasperazione perché non mangiava da una settimana”.
La testimonianza di una persona vicina alla famiglia dell’uomo tratteggia un quadro molto diverso da quello di un brutale femminicidio.
La donna sarebbe caduta per circostanze ancora da accertare durante una discussione in famiglia, colpita sì ma non certo con l’intenzione di uccidere. La donna era infatti molto debole a causa di una gravissima malattia che la stava consumando da molti anni. Sarebbe quindi stato uno schiaffo, per convincerla a mangiare qualcosa dopo giorni di digiuno, ad averla fatta cadere a terra.
Disperato, a quel punto il marito Eugenio Zanoncelli si sarebbe fatto prendere dal panico, e sarebbe fuggito a casa del fratello Roberto Zanoncelli, raccontando l’accaduto. Poi è fuggito ed è stato arrestato dai carabinieri, a Rivolta.