IL COMMENTO

Sanremo 2023, il diario Irriverente della terza serata

"Per fortuna, sono arrivati i Måneskin a risollevarmi il morale..."

Sanremo 2023, il diario Irriverente della terza serata
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Anticamente gli uomini vedevano nel numero 3 l'emblema della perfezione. Pensate, il sommo poeta Dante Alighieri, proprio sul numero 3 e i suoi multipli, ci ha costruito l'intera cosmogonia della Divina Commedia. Nel Cristianesimo, poi, sempre il 3, assume un duplice significato sia per quel che concerne l'accezione di Famiglia Divina sia per quanto riguarda la Santissima Trinità. E persino della Luna si possono elaborare essenzialmente tre fasi: novilunio, crescente e calante. Per farvela breve, di esempi sull'utilizzo del 3 se ne potrebbero citare a iosa ed è per questo che non capisco come possa essere sfuggito al buon vecchio Amadeus il senso di perfezione legato al simbolismo di tale numero. E in effetti, la terza serata del Festival di Sanremo me l'aspettavo impeccabile sotto ogni punto di vista eppure, per seguirla fino a notte inoltrata, ho dovuto far ricorso a 15 litri di caffè Lavazza Qualità Rossa e attaccare sugli occhi degli spilli per non far chiudere le palpebre neanche fossi la protagonista del film Trauma di Dario Argento. Nemmeno Gianni Morandi e la sua grinta, ad un certo punto, sono stati in grado di tenermi sveglio!

La terza serata del Festival di Sanremo: troppe aspettative, poche consolazioni

Dopo la serata delle reunion (Paola e Chiara sono state formidabili), degli eterni ritorni (Giorgia era una dea su quel palco che da tanto la attendeva), dei revival (il trio Carrisi-Ranieri-Morandi ha ricordato un po' a tutti gli ingredienti necessari per fare di un artista "un grande artista"), degli attacchi inaspettati (stranamente l'intervento di Fedez mi è piaciuto) e degli strip-tease (Angelo Duro in mutande su uno dei palcoscenici più importanti d'Europa meriterebbe addirittura meno seconde chance di Blanco), avevo numerose aspettative, forse troppe. Da un lato, infatti, mi auguravo di poter avere delle belle sorprese, chissà, pensavo addirittura di potermi ricredere sulle performance viste nel corso dei primi due appuntamenti con il Festival della Canzone Italiana. E invece, ho avuto solo una sensazione di amara delusione e qualche magra consolazione.

Una di queste è stata sicuramente Paola Egonu che, al contrario di ciò che in molti si sarebbero aspettati, è stata divinamente impeccabile, tanto negli abiti quanto nelle movenze. Certo, dopo la Conferenza Stampa, in cui ha asserito senza troppi giri di parole che "L'Italia è un paese razzista, ma non tutti sono razzisti o tutti cattivi, ma se mi chiedete se c'è razzismo la risposta è sì. [...] Non voglio fare la vittima, ma dico come stanno le cose", ha rischiato di finire nel mirino dei fratellini e delle sorelline di Giorgia Meloni, visti i precedenti delle scorse settimane in Parlamento, Rosa Chemical ne sa qualcosa a riguardo. Tuttavia, la sua riuscita partecipazione è comunque un'ulteriore conferma del fatto che essere se stessi è e resta il miglior biglietto da visita che si possa mai presentare! E diversamente non sarebbe potuto essere per l'attrice Rocío Muñoz Morales, protagonista della show di Rai1 di prossima uscita Gli italiani hanno sempre ragione. Beh, insomma, qualche volta hanno pure torto, dai!

Le performance

Dei 28 cantanti in gara, torno a ribadirlo, più della metà sono (e sono rimasti) inascoltabili. Non me ne voglia nessuno, per carità, ma determinate esibizioni, più che commentate, andrebbero commemorate da qui all'eternità. Che cosa dovrei dire ancora di Anna Oxa e della sua Sali (Canto dell'anima)?! Soltanto che anche io, come lei, sono solidale con coloro che hanno fatto fatica ad accettare il suo ultimo posto nella prima classifica provvisoria della Giura della Stampa. Probabilmente, si sa, per alcuni è un'abitudine averla vinta subito e in maniera piuttosto facile. Potrei consigliare di farsi aiutare da esperti o dedicarsi a qualcosa di meno strutturato, che sia alla portata delle proprie abilità. Grazie per l'attenzione!

Sanremo

Su Gianluca Grignani stenderei un bel velo pietoso, svariate parentesi lasciano il tempo che trovano. Anzi, fin troppo gliene è stato concesso permettendogli di ricominciare da capo perché, a detta sua, la voce era eccessivamente bassa e la sua presenza sulla scena quasi infinitesimale. Vorrei tranquillizzarlo, però, dal momento che la voce non ce l'aveva già da prima e quindi non sarebbe stato presente in ogni caso! E poi, ma quale "God Save The Queen", la Regina si è salvata da sola per ben 96 anni. Per lui ci vorrebbe giusto un miracolo, ma di quelli che ti lanciano direttamente dal cielo nella stessa maniera in cui ha lanciato il bouquet di fiori sul pubblico, a mo' di sposa ubriaca alla festa di matrimonio!!!

E per gli altri? Non saprei, per dirla alla Coma Cose, auspicherei L'addio alle scene per loro. In fondo, si sa, è importante saper cominciare, ma lo è di più comprendere quando fermarsi. In più, prendendo spunto da Collazio, Non mi va assolutamente di continuare ad ascoltare o commentare né ArieteLDAMr. Rain né chiunque altro, e al sol pensiero di doverne ritrovare molti questa sera in occasione dei duetti e delle cover già mi sento mancare.

Un po' come quando ho saputo che Annalisa sarebbe stata destinata al palco in Piazza Colombo. Io l'avrei fatta cantare in studio al posto del suo collega di Amici di Maria De FilippiSan Giovanni. Magari fossero piovute farfalle in quell'istante, io non solo avevo perso le emozioni ma, dopo la sua esibizione, anche le speranze. Non so cosa ne pensiate voi, ma sarebbe il caso di farlo (ri)mandare dalla mamma a prendere il latte! E perché no, mi sarei volentieri risparmiato pure lo strazio di Gué Pequeno dalla nave da crociera, il dovermi ritrovare ad ascoltarlo in alcuni momenti, e per giunta per sbaglio, in radio mi basta e mi avanza.

Sanremo

Per fortuna, sono arrivati i Måneskin a risollevarmi il morale sulle note di I wanna be your slave, Zitti e buoni, The loneliest e Gossip. Dio li benedica insieme alla loro immacolata artisticità. Fosse stato per me, Damiano David e la sua band li avrei ospitati volentieri a casa mia tutte le sere. Ma no, che dico, perfino di mattina! Dunque, se non sapete dove andare, scrivetemi su Instagram, al profilo con il badge blu, così vi lascio il mio indirizzo. Per non parlare di Alessandro Siani e di quelle emozioni che solo la sua comicità vecchio stile ci sa regalare!

Se non mi ricoverano prima, vi do appuntamento a domani. Da Sanremo per oggi è tutto, tanto vi dovevo!

Se vi siete persi il "Diario dell'Irriverente Simone Di Matteo" sulla seconda serata del Festival di Sanremo 2023, potete recuperarlo QUI!

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