Chi mangia sano spreca meno cibo
Una dieta sostenibile e responsabile è possibile
Chi mangia sano spreca meno cibo. C’è un nesso tra la cultura della sostenibilità alimentare e quella ambientale? In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio di ogni anno, a queste domande ha provato a rispondere il progetto FAO WASTE, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ideato e coordinato dall’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari (OERSA) del CREA Alimenti e Nutrizione, con un’indagine-studio sul rapporto tra gli indicatori AIDGI (Adherence to Italian Dietary Guidelines Index, un indice che misura quanto vengono seguite le raccomandazioni nutrizionali) e HFWBs (Household Food Waste Behaviours, un indice che misura quanto i comportamenti dei consumatori sono attenti alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare).
Chi mangia sano spreca meno cibo
Il contesto di partenza In un quadro globale in cui lo spreco alimentare è pari al 17% della produzione e riguarda soprattutto il livello familiare (61%), mentre le abitudini dietetiche del consumatore convergono ancora verso un consumo eccessivo di prodotti con elevato impatto ambientale, un approfondimento su questi temi può essere propedeutico al perseguimento degli obiettivi (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, prevenire e ridurre lo spreco alimentare domestico, insieme all’adozione di consumi sani, può contribuire al perseguimento dell’obiettivo (SGD) 12, che mira alla diffusione di una dieta sostenibile e responsabile.
L’adesione alle raccomandazioni nutrizionali
Dai risultati dello studio, condotto dalle ricercatrici del CREA, Laura Rossi e Federica Grant, su un campione di 2869 maggiorenni in leggera maggioranza femminile (52%), è emerso che circa il 30% degli italiani mostra una scarsa adesione alle raccomandazioni nutrizionali, il 21,5% medio-bassa, il 25,5% bassa e il 24% elevata. Tra i sottogruppi di popolazione, una bassa aderenza è stata riscontrata tra gli uomini (34,4%), i giovani (40%) e chi vive in famiglie numerose (42,3%), mentre un’alta aderenza tra le donne (29,6%), i più anziani (34,9%) e chi vive in famiglie con due componenti (29,3%).
L’utilizzo della cucina creativa
Una successiva analisi più approfondita ha stabilito che esiste un rapporto direttamente proporzionale tra un’elevata conformità alle raccomandazioni (alto AIDGI) e una positiva propensione dei consumatori ad attuare comportamenti che mirano ad una riduzione dello spreco alimentare (alto HFWB). In particolare, circa il 35-40% del campione con maggiore adesione alle raccomandazioni sembra avere anche elevate abilità nel programmare la spesa e l’utilizzo del cibo, nel valutare bene le quantità da cucinare, nell’evitare acquisti di impulso e nel riciclare gli avanzi, prolungando la shelf-life di un prodotto mediante una cucina creativa. Al contrario, chi ha dimostrato di seguire poco o nulla le raccomandazioni sembra non aver ricevuto alcun tipo di educazione a prevenire lo spreco alimentare.