Suo Anna Monia: "Serve censimento dei docenti, quelli meridionali si rassegnino ad accettare cattedre al Nord"
Secondo la religiosa, gli insegnanti sono stati ingannati, lungo questi 20 anni, dalla politica
"E' urgente introdurre il censimento dei docenti e delle cattedre per incrociare realmente domanda e offerta. Saremo capaci di liberare la scuola dai poteri forti, ossia dalle logiche dei partiti e dei sindacati? Il Covid ce lo impone. Serve, inoltre, quel senso di giustizia che libera centinaia di docenti ingannati per decenni".
Così suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica, volto noto della televisione e paladina delle scuole paritarie.
Suo Anna Monia Alfieri: "Serve censimento dei docenti"
Secondo la religiosa, i docenti, soprattutto meridionali, sono stati ingannati, lungo questi 20 anni, dalla politica che, in campagna elettorale, a turno, prometteva posti di lavoro per tutti i docenti, per la propria disciplina, a km zero dalla propria residenza, ignorando la realtà: 1.380Mila allievi si trovano in Lombardia, 671Mila in Veneto, 276Mila in Calabria, 570Mila in Puglia, 74Mila in Basilicata.
"La realtà ci obbliga a dire ai docenti meridionali, miei conterranei, che, per poter insegnare, non hanno alternative: debbono accettare una cattedra nel Nord senza scorciatoie (certificati di malattia, legge 104 e aspettative)".
Il censimento come strumento di trasparenza, insomma.
"E' necessario liberarsi da interessi terzi. Saremo capaci, nelle aule del Parlamento, all'interno del Governo, nei tavoli tecnici di concertazione, nelle assemblee sindacali di compiere scelte coraggiose e credibili? Solo scelte, ripeto, coraggiose e credibili possono cambiare radicalmente la scuola italiana. E' quindi chiaro che solo la garanzia del diritto allo studio per tutti gli studenti può portare alla vera svolta la scuola italiana.
Va da sé che il nostro sistema scolastico, oltre a tradire i giovani, tradisce anche chi è preposto alla loro formazione, culturale e umana: i docenti. Il loro reclutamento, la loro formazione e la loro retribuzione rappresentano la logica conseguenza di quanto sopra esposto, con il precariato a farla da padrone".