Linea dura del Governo contro gli anarchici. Il Pd chiede di trasferire Cospito, andrà a Opera
Peggiora l'attivista detenuto in sciopero della fame e si alza la tensione: molotov e 41 identificati in scontri a Roma, lettera minatoria a Il Tirreno, proteste contro le ambasciate ad Atene, Barcellona e Berlino
Il Governo risponde agli anarchici con la linea dura. I numerosi attentati realizzati da dicembre e intensificatisi negli scorsi giorni, a seguito dello sciopero della fame di Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41-bis, non fanno indietreggiare Palazzo Chigi che, in comune accordo col Viminale, resta su una posizione inequivocabile:
"Lo Stato non scende a patti con chi minaccia".
Nel frattempo, però, mentre le condizioni di Cospito peggiorano, il movimento anarchico si è reso protagonista di violenti scontri a Roma, con 41 esponenti che sono stati identificati e denunciati e una molotov lanciata contro un distretto di polizia. Proteste contro le ambasciate ad Atene, Barcellona e Berlino e una lettera minatoria inviata alla redazione de Il Tirreno.
Intanto il Pd, tramite le parole di Walter Verini, membro della Commissione Giustizia, ritiene necessario trasferire Cospito in un carcere con un centro clinico attrezzato.
ULTIM'ORA - Le condizioni di salute di Alfredo Cospito, stanno rapidamente peggiorando. Tanto che il detenuto verrà trasferito già oggi da Sassari in un altro istituto penitenziario. La scelta è caduta su quello di Milano Opera dove c’è un centro clinico attrezzato che potrebbe far fronte ad eventuali emergenze che dovessero sopravvenire per il prolungato digiuno.
Il Governo si oppone agli anarchici in protesta per il caso Cospito
Sulle proteste emerse a seguito del caso di Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41-bis che sta portando avanti uno sciopero della fame per contestare il regime del carcere duro, il Governo ha scelto la linea dura.
"Lo Stato non scende a patti con chi minaccia - dichiara in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - Azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici".
Una replica decisa e inequivocabile coordinata con il Viminale, il quale, poco dopo, ha reso pubblico il suo parere in un comunicato ufficiale:
"Lo Stato non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili - scrive il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi - nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti col ricorso a questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine".
Il ministro dell'Interno ha poi espresso solidarietà alle forze di polizia che fronteggiano chi “immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni". Piantedosi ha infine affermato di essrere in costante contatto con il capo della Polizia Lamberto Giannini e che in settimana terrà un incontro con i vertici e gli esperti dell’intelligence per analizzare quanto accaduto negli ultimi giorni.
Anarchici in fermento a Roma
La risposta da parte degli organi di Governo giunge, come detto, a seguito delle violente proteste avvenute nella notte tra sabato 28 e domenica 29 gennaio 2023 a Roma tra gli anarchici e le forze di Polizia. Dall'iniziale manifestazione a Trastevere per sostenere la causa di Alfredo Cospito, la situazione è degenerata con momenti di tensione tra poliziotti e manifestanti. In 41, alla fine, sono stati identificati e denunciati in relazione agli scontri, durante i quali è rimasto ferito un agente.
Dopo i disordini, un gruppo di oltre 30 manifestanti si è asserragliato in un garage per circa due ore e mezzo con decine di poliziotti di fronte all’ingresso. Nel garage si trovavano sia militanti anarchici che dei collettivi studenteschi dell’università e di alcuni licei romani. Molti di loro sono stati poi portati in questura per l’identificazione e la successiva denuncia.
A notte inoltrata, poi, verso le 2, una molotov è stata lanciata contro il distretto di polizia Prenestino a Roma. Il piantone di guardia è intervenuto immediatamente dando l’allarme e le fiamme sono state spente. Il blitz, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, è ritenuto legato alle proteste degli anarchici.
Una lettera minatoria a Il Tirreno
Oltre ai disordini nella Capitale, si segnala che Il Tirreno di Livorno è finito nel mirino di intimidazioni di stampo anarchico.
Il quotidiano diretto da Luciano Tancredi ha ricevuto una lettera minatoria, firmata con una A maiuscola e con all'interno un proiettile.
"Foglio a quadretti, leggermente ingiallito. Scrittura in stampatello maiuscolo, lettere molto grandi, tracciate con mano ferma, ma senza righello".
Proiettile, busta e foglio sono stati sequestrati dalla polizia, che sta effettuando indagini sulla provenienza del messaggio.
Il Pd: "Trasferire Cospito in un carcere con centro clinico attrezzato"
Alfredo Cospito si trova in carcere perché condannato dal Tribunale di Torino per aver gambizzato nel 2012 a Genova l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e per l’invio di due pacchi bomba alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006 (che non provocarono feriti).
Da un centinaio di giorni prosegue il suo sciopero della fame per chiedere la fine del cosiddetto “carcere duro”.
“È il primo caso di un anarchico al 41-bis, regime che nasce per combattere la mafia stragista”, ha ricordato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini.
Le sue condizioni di salute, considerando anche lo sciopero della fame, stanno gradualmente peggiorando. In questo senso il Pd, attraverso le parole del senatore Walter Verini, membro della Commissione Giustizia, ritiene che sia corretto trasferirlo in un carcere con un centro clinico attrezzato:
"Chi, come certi movimenti anarchici, compie attentati, rivolge violenza verso poliziotti, carabinieri, forze dell’ordine e della sicurezza è un criminale, nemico della democrazia e della convivenza civile. Solidarietà e vicinanza a chi difende la sicurezza di tutti. Altra cosa è evitare da parte dello Stato che un carcerato come Cospito muoia in carcere. Trasferirlo in un carcere con un centro clinico attrezzato, come chiede il Garante dei detenuti, è giusto, in attesa del pronunciamento della Cassazione sul suo 41 bis, che comunque dovrebbe essere più ravvicinato possibile. E se questo servisse ad evitare tensioni dentro le carceri e ad isolare ulteriormente attentatori e criminali, sarebbe una cosa utile. Inammissibili e gravi sono invece certe dichiarazioni della destra, che equiparano inaccettabilmente posizioni umanitarie con atti terroristici".
Proteste contro le ambasciate ad Atene, Barcellona e Berlino
Le contestazioni in favore di Alfredo Cospito, tuttavia, non stanno riguardando solo la nostra Penisola. Dopo l'attacco effettuato il 2 dicembre ad Atene contro l'auto di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia, lo scorso venerdì 27 gennaio 2023 anche le sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona è toccata la stessa sorte. La pista investigativa comune è quella dell'azione di gruppi di matrice anarchica, mobilitati in questa settimana per la solidarietà ad Alfredo Cospito.
Nella capitale tedesca è stata incendiata l'automobile con targa diplomatica del primo consigliere dell’ambasciata, Luigi Estero. Nei giorni scorsi gli addetti alla sicurezza dell’ambasciata avevano richiesto alla polizia locale l’innalzamento delle misure di vigilanza dei locali della sede diplomatica. Nella città catalana, invece, venerdì sera ignoti hanno infranto la vetrata del palazzo dove ha sede il consolato italiano imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio con le scritte "Libertat Cospito“, “Amnistia totale” e “Stato italiano omicida”.
Sull’attacco a Barcellona indagano i Mossos de Esquadra, il corpo di polizia regionale della Catalogna, che hanno identificato cinque persone grazie alle telecamere di sicurezza dell’edificio: i presunti responsabili sono stati fermati e poi rilasciati. La Procura di Roma è in attesa delle informative da Digos e Ros per avviare fascicoli di indagine all’attenzione dei magistrati dell’antiterrorismo.