Il sondaggio

Sondaggi: primo calo (piccolo) per Fratelli d'Italia, Pd ai minimi storici alla vigilia delle primarie

L'effetto luna di miele non è ancora terminato, ma iniziano a emergere le prime perplessità dei cittadini su molti temi

Sondaggi: primo calo (piccolo) per Fratelli d'Italia, Pd ai minimi storici alla vigilia delle primarie
Pubblicato:

L'effetto luna di miele, classico fenomeno che si riscontra in quasi tutti i sondaggi politici nelle settimane successive l'insediamento di un nuovo Governo (per poi scemare, a seconda dell'operato, in maniera più o meno incisiva) sta svanendo? Nel gennaio 2023, per la prima volta dall'entrata di Giorgia Meloni in veste di premier a Palazzo Chigi, si registra una flessione del gradimento dell'operato della leader di FdI e per la sua squadra. Flebile ripresa degli alleati: Lega e FI. Consolida il suo posto, in veste di secondo partito più apprezzato del Paese, il M5S. Pd in stallo.

Meloni: prima battuta d'arresto nei sondaggi, ma il gradimento tiene

Vediamo nel dettaglio cosa emerge dal sondaggio a cura di Nando Pagnoncelli, realizzato per il Corriere della Sera. Meloni registra la prima battuta d'arresto nei sondaggi, con un calo di tre punti rispetto al mese di dicembre: l’indice di gradimento (calcolato mettendo in rapporto i giudizi positivi con quelli negativi, escludendo coloro che non si esprimono), si attesta a 51 per l’esecutivo (-3) e a 53 per Giorgia Meloni (-5), riportandosi sui valori di inizio mandato.

Un segnale, senza dubbio indicativo, ma è ancora prematuro parlare di consenso in discesa. Del resto il 46% degli italiani, ossia una quota largamente superiore rispetto agli elettori dei partiti della maggioranza che il 25 settembre scorso rappresentavano il 26,7% della totalità degli elettori, apprezza la premier.

Lo stop è fisiologico e già visto nella storia dei governi precedenti. Anche perché fare opposizione e campagna elettorale è ben diverso dal governare facendo quadrare conti e promesse. Sicuramente hanno avuto un peso sulle prime perplessità avanzate dai cittadini l’aumento dei prezzi del carburante e la mancata proroga del taglio delle accise: non a caso il 64% si dichiara insoddisfatto per come il Governo di centrodestra ha gestito la questione.

Gli elettori sono perplessi anche per la tensione fra i partiti della maggioranza e le intenzioni di gestire temi come l’autonomia differenziata, le intercettazioni telefoniche e la possibile riforma dello Stato in senso presidenziale.

Gradimento dei partiti

Fratelli d’Italia, pur confermandosi il primo partito con il 30,5%, fa registrare un calo (-1,2) a fronte di una ripresa della Lega che raggiunge l’8,3% (+0,5%) e si avvicina al risultato delle politiche, e di Forza Italia che sale al 6,8% (+0,6%).

Rimane saldo al secondo posto il M5S che, sotto l'egida dell'ex premier Giuseppe Conte, si porta al 18,2% (+0,6%).  Rimane in una situazione statica il Pd, che si attesta al 16,4%. Segue il Terzo polo con il 7,1% e l’Alleanza Verdi, Sinistra italiana e Reti civiche con il 4,1%. In aumento di due punti l’area dell’astensione.

Nel complesso il centrodestra mantiene un ampio vantaggio sul centrosinistra (46,6% a 22,5%).

Pd ai minimi storici

Salta inevitabilmente all'occhio l'affanno del Partito Democratico. Nemmeno le primarie Dem, previste per il 26 febbraio 2023, sollevano il partito da uno dei suoi momenti peggiori: è ai minimi storici con quel 16% che balza all'occhio.

La "svolta", con il Congresso e l'elezione del nuovo segretario, non infiamma i cittadini: a contendersi il ruolo ereditato da Enrico Letta saranno: Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein. La promessa di un cambiamento non è riuscita a trascinare l'elettorato.

I leader più apprezzati

Anche sotto il fronte dell'apprezzamento dei leader di partito nessuna variazione di rilevo. Conte vanta un indice di gradimento pari a 32, Salvini (28) e Berlusconi (25) in crescita da ottobre in poi. Al contrario Letta (18) arretra di 4 punti, così come Calenda (21), nel confronto con i dati di luglio.

L'appuntamento con le Regionali (verso destra)

A sparigliare le carte (o più probabilmente a confermare le attuali preferenze nazionali, stando ai sondaggi) ci penseranno poi le elezioni regionali in Lombardia e Lazio, ormai alle porte. Certamente il voto amministrativo, guidato da logiche locali, è differente rispetto alla scenario nazionale. Ma l’appuntamento elettorale sarà investito comunque di significati e inciderà sugli attuali equilibri: anche perché parliamo di due regioni chiave del Paese.

A contendersi la poltrona, all'ombra del Pirellone, sono Attilio Fontana, il governatore leghista in carica, a caccia di un secondo mandato con il sostegno di tutto il centrodestra. Letizia Moratti, ex vicepresidente di Fontana, dopo aver presentato le sue dimissioni corre con il supporto del Terzo polo e di una lista civica. II candidato del centrosinistra e del M5s è invece l'europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino. Completa lo scacchiere Mara Ghidorzi di Unione Popolare. Anche in questo caso per il Pd le premesse non sono buone: è il candidato Fontana, infatti, secondo i sondaggi, il favorito che viaggi 4-5 punti sopra al dem Majorino.

Diversa la scelta per le elezioni laziali, dove democratici e pentastellati correranno separatamente. I candidati sono Francesco Rocca per la coalizione di destra, l’assessore uscente alla Sanità Alessio D’Amato per il centrosinistra (compresi Azione-Italia Viva), e la giornalista della Rai Donatella Bianchi per il Movimento 5 Stelle. Anche in questo caso, come per la Lombardia, i sondaggi danno in vantaggio la destra.

Seguici sui nostri canali