Assalto No Green pass alla Cgil durante la pandemia: condannati in tre, pene dai 4 ai 6 anni
Devastazione e resistenza a pubblico ufficiale i reati contestati
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Le immagini di quel giorno sono ancora negli occhi di tutti. Ora arrivano le prime condanne per i responsabili dell'assalto alla Cgil di Roma, con pene dai 4 ai 6 anni per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.
L'assalto alla Cgil
Era il 9 ottobre 2021 quando decine di persone durante una manifestazione No Green pass presero letteralmente d'assalto la sede capitolina del sindacato.
Una vera e propria guerriglia urbana conclusasi con dodici arresti, numerosi feriti (38 tra le Forze dell'ordine), danni ingenti e furibonde polemiche politiche.
Da cori e striscioni si è presto passati a cariche, violenze e lancio di lacrimogeni, con le Forze dell'ordine impegnate a contenere la rabbia dei manifestanti, che è esplosa soprattutto nei confronti della sede della Cgil.
Gli arresti
Seicento le persone identificate, provenienti da tutta Italia, e dodici gli arrestati. Tra questi il fondatore del movimento di estrema destra Forza Nuova Roberto Fiore e il leader romano del gruppo Giuliano Castellino.
Nei giorni seguenti l'agguato, poi anche il premier Mario Draghi aveva fatto visita alla sede Cgil per portare la vicinanza del Governo dopo l'accaduto.
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Le condanne
A più di un anno di distanza, è arrivata una sentenza per tre dei manifestanti. Si tratta di Andrea Savaia, genovese di 54 anni, condannato a sei anni, Maurizio Ciocca e Daniel De Filippis, romani, a quattro anni. Nei confronti di Savaia, legato ai movimenti No green pass e già posto agli arresti domiciliari, il pm contestava i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. Per gli altri due, per cui era scattato l’obbligo di firma, il capo d’imputazione era quello di devastazione.